Il volume è il catalogo dell'omonima mostra che il Comitato Tina Modotti e i Civici Musei di Udine hanno dedicato alla figura di Riccardo Toffoletti (1936-2011), che è stato uno fra i protagonisti della fotografia e della vita culturale friulana, su posizioni di polemica sollecitazione al rinnovamento, in dialogo con esponenti dell'arte, architettura, letteratura e poesia contemporanee. Fra i fondatori del vivace Circolo culturale Elio Mauro e del Circolo fotografico friulano, Toffoletti fu l'artefice della riscoperta e della valorizzazione a livello internazionale della figura e dell'opera di Tina Modotti attraverso monografie, incontri e numerose mostre itineranti. La pubblicazione ne ripercorre le tappe della formazione professionale e intellettuale, in cui accanto alle fotografie compaiono scritti, lettere, dialoghi e ricordi.
"Questo libro scrive Naranjo nella prefazione riflette la mia presa di coscienza della tragica realtà dell'educazione, che è per la maggior parte una forma di addomesticamento forzato alla cultura del "patriarcato", cioè agli usi e costumi della società cosiddetta "civile". Il mio desiderio è che un giorno i responsabili della politica dell'educazione possano giungere a collocare l'educazione degli esseri umani al di sopra della loro robotizzazione, che possano capire come dal trascendere la visione patriarcale dipenda la nostra stessa sopravvivenza. Proprio come la vita procede solo dalla vita, una coscienza si risveglia al tocco di una coscienza e nulla potrà essere più importante per la trasformazione dell'educazione della "guarigione" e dell'illuminazione di docenti ed educatori"
Nel volume vengono descritte la vita e le opere del poeta metafisico croato Nikola Sôp (1904-1982) e viene analizzata l'opera complessiva (la poesia, la prosa, i radiodrammi, l'attività di latinista) di questo versatile autore ingiustamente dimenticato dalla critica ufficiale.
"Molta influenza aver possono gli studi nostri, e le varie nostre indagini a rendere meno aspera la condizione economica della Carnia; tale è il fervido nostro voto e tale il motivo delle nostre meditazioni e delle nostre fatiche alle quali auguriamo solo il premio della patria benemerenza". Con queste parole si chiude la Prefazione con la quale Giovanni Battista Lupieri (Luint, 1776-1873), medico e uomo dai molteplici interessi culturali, si accinge all'impresa di continuare la storia della Carnia redatta, nella seconda metà del Cinquecento, da Fabio Quintiliano Ermacora. Lupieri estende il periodo d'indagine dal 1420 fino al 1870 con l'intento di offrire anche una statistica sul territorio e le sue risorse, sulla popolazione e le sue condizioni socio-economiche. Il volume, in cui la cronaca di quasi un secolo del piccolo borgo di Luint si intreccia costantemente con la storia della Carnia, dell'Italia e del mondo, offre una vivace testimonianza di come vennero vissuti dal raffinato intellettuale carnico quegli anni densi di importanti avvenimenti politico-economici che vanno dal periodo napoleonico ai primi anni successivi all'Unità d'Italia.
Il volume offre un orientamento storico-critico nel poliedrico mondo della divinazione nel quale si consuma l'eterna inquietudine dell'uomo, sempre in cerca di risposte sul proprio destino, come dimostra la sorprendente persistenza di molti sistemi divinatori anche nell'attuale realtà ipertecnologica. Questo dizionario propone una ricognizione complessiva del fenomeno delle tecniche mantiche elaborate nel corso dell'antichità greco-romana e del medioevo latino e bizantino, con particolare riguardo alle fonti letterarie e documentali.
La pubblicazione trae spunto da due convegni internazionali "Soggetti in movimento. Immigrazione e migrazioni tra cinema, letteratura, arte e società" e "Anam Cara. Poesia, saggezza e donne di pace" per riproporre racconti di tradizioni arcaiche, riflessioni critiche e considerazioni sui flussi migratori e sulle presenze attuali nel territorio friulano, da sempre incrocio di mondi, laboratorio multidisciplinare e creativo, cooperativo e di partnership. Il volume presenta significativi momenti di dialogo fra civiltà attraverso parole appassionate, poetiche e impegnate. L'"Anam Cara", che in gaelico significa "anima amica', maestra e guida spirituale, è un atto di riconoscimento e di appartenenza, illumina l'incontro fra ricchezze culturali individuali e "glocali", fonte di straordinario valore e non solo di profitto
La pubblicazione presenta un'interessante selezione di antichi ritratti e dipinti a soggetto turco del XVII secolo, provenienti dal museo di Ptuj in Slovenia, eseguiti nelle terre balcaniche all'epoca sottomesse all'Impero ottomano. Ritratti che hanno attraversato i secoli per raccontarci, oggi, la "moda" e il costume le "turqueries', appunto ma anche e soprattutto volti ed espressioni di nobiluomini e gentildonne di vario lignaggio vissuti nell'Europa centro-orientale. La collezione di ritratti di Ptuj (sultani, dignitari, ufficiali e dame dell'Impero, donne e guardiani dell'harem), opere eseguite a seguito dell'invio delle missioni diplomatiche ad Istanbul, testimonia come l'immagine stereotipata del turco "barbaro e nemico del cristianesimo", diffusasi tra XV e XVI secolo, con il tramonto della supremazia ottomana nel secolo successivo e la ripresa delle relazioni diplomatiche, venga sostituita da raffigurazioni non propagandistiche e più realistiche