Il romanzo satirico Cuore di cane racconta la storia della trasformazione chirurgica di un cane in uomo, ed è un'evidente critica nei confronti della società sovietica, in particolare dei nuovi ricchi che sorsero dopo la rivoluzione bolscevica. Un cane parlante agonia scruta e giudica l'umanità, fino a che un professore di medicina di fama mondiale lo salva rendendolo con sé. Un giorno, però, il padrone decide, insieme al suo assistente, di trapiantare all'animale e testicoli e l'ipofisi di un uomo morto. Da questo momento si assiste al fatidico passaggio del cane da animale a individuo e comincia ad assumere abitudini e vizi.
Tranne la celeberrima Ballata del carcere di Reading (1898), quasi tutta la produzione poetica di Oscar Wilde risale all'età giovanile. Benché decisamente eterogenea nei temi, nei motivi e nello stile, questa raccolta costituisce indubbiamente
un prezioso documento del gusto dell'età vittoriana. D'altro canto, questo "canzoniere" lieve e raffinatissimo, ora ispirato al medioevo preraffaelita, ora classicheggiante, ora impressionista, presenta tutte le matrici originarie dei caratteri tipici che contraddistinguono le opere più note dello scrittore dublinese, e in particolare le sue superbe opere teatrali.
Fuga senza fine fu pubblicato nel 1927 e rispecchia il clima tra le due guerre mondiali facendo presagire l'avvento del nazismo. Le vicende di Tunda sono il pretesto narrativo di cui Roth si serve per dipingere con ironia gli squarci della società europea dell'epoca. Tunda, ben lungi dall'essere un eroe positivo, è un uomo in balia degli eventi, rassegnato alla propria sorte. Tunda è un "sintomo" della malattia che altri hanno già contratto. I ricevimenti mondani, la folla per le strade, le conversazioni piatte e superficiali, il denaro che conferisce valore all'esistenza e un generale senso di fugacità sono resi da Roth in modo davvero avvincente. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.
Nel mondo dell'"upper class" britannica, l'aristocratica Guendalina manifesta la sua predilezione per il nome Ernesto (Ernest, nella lingua inglese, si pronuncia come la parola earnest, aggettivo utilizzato per indicare colui che è serio, coscienzioso, franco) e il giovane Giovanni Worthing (Nino) ha assunto tale nome allo scopo di farle la corte, inventandosi pure un fratello scapestrato, impersonato dall'amico Algernon, che ama a sua volta la piccola Cecilia e che approfitta dall'inganno escogitato dal primo per starle accanto. La vicenda, da sempre rappresentata sui palcoscenici di tutto il mondo, si snoda in maniera quanto mai brillante, sospesa com'è fra equivoci geniali e dialoghi superbi che Wilde sa abilmente condurre sino a un lieto fine che, ancora una volta, conferma il paradosso della superiorità delle parole sui fatti anticipando tutte le risultanze del teatro dell'assurdo.
Scritti in uno dei periodi più sereni della vita di Oscar Wilde, questi racconti sono favole tenere e sentimentali, nate probabilmente per essere raccontate ai figli piccoli, nei confronti dei quali egli era padre affettuoso e compagno di giochi, storie che hanno il pregio di toccare con la stessa forza l'animo dei lettori maturi e di quelli più giovani, attraverso mirabili personaggi: dal Principe felice, una meravigliosa statua che rinuncia alla sua bellezza materiale solo per il desiderio di fare del bene, all'Usignolo che si sacrifica inutilmente in nome dell'Africa, al Gigante che, pentitosi del suo egoismo, apre il suo giardino ai bambini e, una volta diventato vecchio, viene accompagnato in Paradiso dal bambino che aveva amato di più. Con il suo inconfondibile talento e la sua malinconica ironia, Oscar Wilde regala al lettore grandi fiabe, narrate con uno stile leggero, in esatto equilibrio fra necessità e divagazione, sintesi e ricchezza immaginativa.
L'opera, forse la più completa ed emblematica di Franz Kafka, narra la drammatica storia di K., accusato ingiustamente e condannato a morte. L'uomo non ha vie d'uscite, non ha scampo, nonostante egli si batta per dimostrare la propria innocenza. Ma se un potere irrazionale, perfino illegale, procede inesorabilmente verso la sua condanna, una parte oscura dello stesso K. giustifica, a dispetto della propria buona coscienza, questa colpa inesistente eppur realissima nella psicologia del giovane e valente impiegato di banca. La resa del protagonista è già nelle premesse, in quel suo difendersi senza passioni e senza speranza, senza momenti di autentica fiducia in se stesso e nella giustizia umana; la sua lotta rassegnata, marchiata da un indistruttibile senso di colpa, anticipa già l'assurda conclusione della vicenda. Introduzione di Casini Leonardo.
Studiare l'avversario, i suoi punti di forza e di debolezza; conoscere alla perfezione il terreno di battaglia, ma anche i propri limiti; giocare di anticipo, con manovre e scelte tattiche inaspettate; contare sulla massima velocità nel passaggio delle informazioni (che saranno carpite al nemico da un nutrito esercito di spie) e nell'organizzazione delle contromosse: queste sono le linee guida del libro "Arte della guerra", il trattato militare attribuito a Sun Tzu, scritto probabilmente nel VI secolo a.C. Tutto ciò farà sì che ogni azione abbia la massima efficacia possibile ed eviti inutili stragi. L'opera ha influenzato nei secoli non solo la filosofia orientale, ma anche il mondo occidentale, ispirando grandi condottieri del passato e divenendo oggi un libro di culto per migliaia di manager e dirigenti aziendali dal momento che ci insegna a gestire anche situazioni conflittuali della vita quotidiana.
Il romanzo, noto anche con il titolo Dedalus, è il risultato della rielaborazione, da parte del suo autore, di un saggio autobiografico la cui prima stesura porta la data del 1904. Questo saggio confluì poi nell'abbozzo di romanzo Stephen hero (Le gesta di Stephen), a partire dal quale Joyce arrivò infine alla stesura definitiva del Ritratto. Classificabile come romanzo di formazione, l'opera narra le vicende del giovane Stephen Dedalus, alter-ego letterario dell'autore e insieme metafora dell'artista moderno, anticonformista e ribelle. La maturazione interiore del protagonista dall'infanzia presso i gesuiti fino agli anni universitari e alla decisone dell'auto-esilio dall'Irlanda - si esplica nella progressiva presa di distanza dai dogmatismi e dal conservatorismo e, parallelamente, nella presa di coscienza della propria vocazione artistica, autentica via verso la liberazione.