Il volume, progettato sia per scopi didattici sia per finalità di approfondimento, declina il tema della partecipazione in una dimensione comunitaria, delineando un approccio psicosociale ai processi partecipativi che trova nella comunità territoriale sia il luogo fisico in cui essi possono esplicarsi e produrre i propri effetti, sia una delle loro radici. Il percorso concettuale che coniuga "comunità e partecipazione" si articola in tre passaggi. Il primo offre una lettura della "comunità", tanto sul versante teorico - distinguendo tra territori, luoghi e comunità, unità psico-socio-spaziali che possono sovrapporsi, coincidere e talvolta disgiungersi - quanto sul versante operativo, attraverso l'analisi empirica della stessa. Il secondo si dedica all'esame di alcune "interfacce" psicologiche tra le persone e le comunità, e del ruolo che esse giocano nell'attivare l'azione e la spinta partecipativa: l'attaccamento e l'identificazione con i luoghi che si abitano, il senso di appartenenza alla comunità in cui si vive, la capacità di relazionarsi a essa in chiave trasformativa e di empowerment, sono tutti fattori che contribuiscono a definire i modi con cui le persone si relazionano alla collettività prossima, anche in termini di impegno attivo e di azione. Il terzo passaggio affronta la "psicologia della partecipazione", trattando la fenomenologia delle diverse forme di partecipazione, i rispettivi moventi e gli esiti che producono per le persone e le comunità. Andando oltre le forme convenzionali della partecipazione politica, il volume si occupa dei processi di attivismo dal basso (azione collettiva), dell'impegno civico e sociale che si manifesta principalmente nelle pratiche dell'associazionismo e del volontariato e della variante istituzionalizzata della partecipazione, che si basa sull'interlocuzione attiva tra cittadini e amministrazioni locali e sul coinvolgimento della cittadinanza nelle decisioni di interesse collettivo.
La penetrazione delle tecnologie digitali nella nostra quotidianità ci spinge a riproporre la questione generale di che cosa significhi essere umani, riconoscendo sia che non siamo poi così speciali, sia che abbiamo pur sempre le nostre specificità. Su queste basi, diventa possibile affrontare la sfida forse più radicale della contemporaneità: siamo all'alba di un nuovo umanesimo digitale o all'inizio della fine dell'umanità? Questo libro si confronta con una serie di temi decisivi, tra cui spicca il problema di come il vivere in simbiosi con gli schermi potrebbe finire per riconfigurare i nostri abiti mentali e i nostri modi di produrre e diffondere la conoscenza, tutti ancora profondamente legati alle risorse comunicative, espressive e cognitive tipiche della parola scritta. Davvero l'utilizzo continuo di immagini - da TiKTok a Instagram, passando per videogiochi e fumetti - finirà per colonizzare la nostra mente, rendendoci incapaci di pensare? Oppure dal passato possiamo imparare che i timori odierni di diventare "dementi" sono sorprendentemente simili a quelli di ieri? In che modo youtuber come Luis Sal e Qulo Brando possono insegnarci qualcosa sull'essere umano che verrà? E perché intitolare un libro D1git4l-m3nte? Discutendo queste e altre questioni, viene difesa l'idea che per evitare che le tecnologie digitali diventino uno strumento di disumanizzazione c'è solo una cosa da fare: reimparare a leggere e scrivere, per interagire con esse in maniera critica e creativa.
Quali sono gli "ingredienti" di una vita ben vissuta? È possibile raggiungere stabilmente la felicità? Se sì, come? Da sempre l'uomo si pone questi interrogativi e nel corso del tempo sono stati elaborati percorsi di evoluzione interiore in ambito spirituale, filosofico e scientifico che anche oggi possono ispirare la nostra personale ricerca della felicità. Dai testi biblici a quelli del Tao, da Aristotele alla moderna psicologia positiva, possiamo ritrovare un tesoro inestimabile di idee e tecniche in grado di farci vivere una vita piena, ricca e significativa. Scegli di essere felice è un vero e proprio viaggio lungo secoli che vi accompagna alla scoperta di ciò che conta davvero nella vita. Muovendosi tra scienze umane, filosofia e spiritualità, vi inviterà a meglio comprendere i vostri schemi mentali e, soprattutto, suggerisce azioni e comportamenti che vi permetteranno di affrontare i problemi di ogni giorno e, soprattutto, di vivere in modo più pieno, reale e profondo.
Un disegno non è sempre solo un disegno, spesso rappresenta il bisogno che ognuno ha di normalizzare la sua realtà. Il disegno permette di uscire fuori dal foglio, di raccontare, di esprimere tutto quanto non ha parole. Anche la scelta del colore è rappresentativa di uno stato d'animo e se riempie il "quadro" è un ulteriore traccia da seguire.
"Oltre l'apprendimento. Un'educazione democratica per umanità future" è una raccolta di riflessioni che, nel loro insieme, costituiscono una teoria sull'educazione o, come argomenta l'autore, un modo di comprenderla e accostarvisi, proponendosi come strumento fondamentale per (futuri) educatori e insegnanti. Molte pratiche educative presuppongono una determinata idea di ciò che significa essere umani e condurre un'esistenza umana: lo scopo dell'educazione diviene in questo modo la produzione di particolari soggettività e identità, come la persona razionale, l'individuo autonomo o il cittadino democratico. "Oltre l'apprendimento" si chiede che cosa può accadere all'educare se consideriamo la domanda sull'essere umani come radicalmente aperta: come una domanda cui si può cercare risposta solo nel mentre del percorso educativo e non prima. Il volume propone un modo diverso di concepire l'educazione, che si incentra sui modi in cui gli umani vengono al mondo come esseri unici attraverso risposte responsabili a ciò e a chi è altro e diverso. "Oltre l'apprendimento" solleva riflessioni cruciali sulla pedagogia, sull'idea di comunità e sulla responsabilità educativa, supportando gli educatori nel comprendere cosa comporta impegnarsi per un'educazione veramente democratica. Nel 2008 il volume si è aggiudicato il Critics' Choice Book Award dell'American Educational Studies Association.
La storia di Alberto Destri, raccontata in questo romanzo, è una storia di vita quotidiana sul campo, un bollettino di guerra, talvolta. Una storia come tante, certo, ma che aiuterà a svelare l'implicito che solitamente tutti sanno ma nessuno dice, e da cui appuntarsi lezioni non scritte. Tutti coloro che hanno un lavoro desiderano cambiarlo. Migliorarlo. Guadagnare più soldi. Avere più tempo per se stessi. Fare carriera. Viverlo meglio. Essere felici del lavoro che stanno facendo. Essere felici del proprio lavoro accade quando ci si sente utili e messi in gioco. Sentirsi nel posto giusto nel momento giusto. Avere un metodo, una strategia risulta importante per evitare che un altro collega si prenda il posto anche per il prossimo progetto e la soddisfazione che ne deriva; per evitare di venire sopraffatti dalla tecnologia che avanza a passi da gigante, dai cambiamenti aziendali e dalle crisi di qualsiasi tipo. Senza strategie siamo tessere di un mosaico schiacciate sullo sfondo del disegno, inermi, senza mai sapere cosa ci circonda! Prefazione di Sebastiano Zanolli e postfazione di Andrea Gaiardoni.
Nell'affrontare la deontologia della professione di psicologo occorre prima di tutto ricordare che in questa professione, come in nessun'altra, la deontologia è costitutiva della competenza: in psicologia il principale strumento di intervento è la qualità della relazione con i soggetti assistiti, e dunque anche una semplice trascuratezza degli aspetti deontologici della relazione produce per definizione un intervento incompetente. Per questa ragione la deontologia della professione di psicologo si presenta come un sistema a più dimensioni, nel quale convergono elementi di etica, di diritto e di teoria della tecnica; e addentrandosi ancora più in profondità in queste aree tematiche, ci si trova confrontati con elementi di antropologia simbolica (come si forma un criterio diffuso nella comunità professionale, che diventa una prassi corrente prima ancora di essere codificato?); di semiotica (come un criterio, sia esso imposto dall'alto o spontaneamente condiviso, diventa regola scritta?); di psicologia del senso comune (come viene recepita dai professionisti la regola nelle applicazioni concrete?). Certamente la deontologia risponde a una epistemologia della complessità, e sarebbe ingenuo e fuorviante affrontarla secondo modelli lineari. Per questo l'Atlante è stato immaginato secondo una modalità espositiva che integra alla scrittura testuale anche schemi grafici, mappe concettuali e immagini iconiche: queste ultime quale aiuto alla comprensione e supporto alla memorizzazione.
Leggere l'evoluzione del sistema mediatico attraverso le lenti delle aziende editoriali, delle piattaforme web e social, delle Authority, degli studiosi, dei giornalisti, dei comunicatori e delle nuove figure professionali impegnate nel settore è quanto si è cercato di fare in questo volume. Dar vita a un "coro polifonico" rappresentativo di tutte le anime e identità che popolano l'ecosistema mediale significa offrire ai decisori istituzionali un'analisi non superficiale per valutare possibili interventi legislativi e nuove linee guida finalizzate a governare al meglio gli urti dei cambiamenti indotti dalla digitalizzazione. La multidisciplinarità che anima questa pubblicazione può diventare un sistematico approccio istituzionale alla delimitazione dei confini del terreno di gioco. Scrivere le regole tutti insieme, con una visione prospettica che guarda al futuro senza cedere alla schiavitù del presentismo, vuol dire applicare alla democrazia della Rete il metodo socratico della maieutica. Agevolare, con umiltà e sensibilità al benessere collettivo, la graduale emersione di stimoli costruttivi può orientare l'evoluzione della dimensione digitale verso radiosi approdi, nel segno dell'equità, dell'inclusività e dell'ottimizzazione delle potenzialità di ciascuno.
Nell'era della net-society, fotografare la complessità sociale impone all'osservatore la continua regolazione cognitiva dei suoi strumenti di "cattura del mondo". La transizione digitale in atto necessita dell'utilizzo di chiavi di lettura e di operatività differenti, capaci di tener conto dei rischi e delle opportunità che la società dopo-moderna porta con sé. La pandemia da Covid-19 e la guerra sul fronte russo-ucraino hanno di fatto vincolato e determinato le stesse politiche di welfare europee, che non sempre sono state capaci di fronteggiare le sfide esistenti. Anche la Brexit ha imposto una ridefinizione dei rapporti tra i diversi Stati europei, generando non poche problematicità. La polimorfa Europa, per la sua composizione così differente, si trova così a dover realizzare il modello sociale europeo che ancora oggi risulta essere in fieri. Attualmente, infatti, esistono una molteplicità di modelli di welfare, più o meno generosi, che si differenziano tra loro per i destinatari, le fonti di finanziamento, il livello delle prestazioni. L'utilizzo del Metodo Aperto di Coordinamento-MAC sarà funzionale proprio alla realizzazione del raccordo delle politiche sociali europee individuando le best practices implementate a livello nazionale. Il processo di pianificazione, ampiamente ripreso dalle strategie europee e mondiali, come Europa 2020 e Agenda 2030, sarà l'elemento cardine che potrà consentire il raggiungimento di obiettivi strategici. Sostenibilità, inclusione e coesione sociale, cittadinanza attiva e sussidiarietà sono gli obiettivi imprescindibili per la realizzazione di sistemi di welfare capaci di realizzare il passaggio dalla protezione alla responsabilità sociale e di fronteggiare le sfide dell'era globale.
Il volume esplora la relazione esistente tra la progettazione dell'esperienza utente sulle interfacce digitali e le strategie di comunicazione, rivolte a chi vuole creare valore con la User Experience (UX). Oltre all'analisi teorica, il libro illustra diversi casi studio, con progettazioni svolte da alcune delle più importanti aziende e dei più validi professionisti dell'ambito UX. Un testo pensato sia per il mondo del business sia per quello accademico, nel campo della comunicazione d'impresa. A fornire un frame descrittivo per l'innovazione nel campo della UX è il Design Thinking, una metodologia di progettazione ormai diffusa in diversi ambiti, centrata sulle persone e caratterizzata da un approccio iterativo e collaborativo. Oltre a fare proprio questo approccio, il testo propone anche criteri e metriche di misurazione empirica per valutare il ROI (Return On Investment) nella UX, mostrando come il contributo apportato dalla progettazione della UX nella costruzione di esperienze che rafforzino il brand permetta un piano di sviluppo e di investimento con risultati misurabili e con un processo di continuous delivery fruttuoso per ogni tipo di organizzazione. Oltre all'analisi teorica, il volume illustra diversi casi studio, con progettazioni svolte da alcune delle più importanti aziende e dei più validi professionisti dell'ambito UX, che saranno di sicuro interesse nel panorama italiano contemporaneo. Infine, indica le possibili linee di sviluppo di questo approccio rivolgendosi tanto al mondo del business quanto a quello accademico, nel campo della comunicazione d'impresa.
Questo libro narra la storia del successo di un'imprenditrice e della sua impresa - cioè di Lorena Gamberini e di Fili & Forme, azienda fondata da Lorena nel 1994 e presto divenuta leader mondiale nel suo settore di riferimento. Pur essendo autobiografica, la narrazione assume la forma originale di un dialogo tra l'autrice e una seconda voce femminile, Annamaria Agnano, psicologa che da anni si occupa di sviluppo delle competenze relazionali nelle organizzazioni e nelle realtà aziendali. La conversazione tra le due donne diviene così il perno intorno al quale il ricordo della protagonista si anima e si modella, lasciando emergere le motivazioni, le strategie e le decisioni che hanno guidato Lorena e la sua impresa verso il successo. Affiora così, dal fluire dei ricordi e delle sensazioni rivissute, una chiara visione di imprenditorialità femminile, caratterizzata da coraggio, intraprendenza e spirito di innovazione, dalla consapevolezza del valore delle relazioni umane e dal costante e vivo desiderio di apportare miglioramenti in ambito organizzativo, dalla capacità, infine, di compiere scelte in grado di determinare il proprio destino e quello dell'azienda. Nell'entusiasmo di questa spigliata ricostruzione, giovani imprenditrici e imprenditori potranno ritrovare non soltanto lucidi e preziosi insegnamenti, ma anche l'audacia e la fierezza che animano i loro percorsi.