È il chiedersi sempre "perché?" che accomuna bambini e filosofi: come il filosofo anche il bambino non si accontenta di risposte scientifiche ma insiste nel capire a fondo le cose della vita, per sedare le sue ansie esistenziali. Se il bambino, ad esempio, vuol sapere "Perché moriamo?", non è certo interessato a una lista di cause di morte, bensì vuol essere informato sul possibile senso della morte. L'adulto resta sempre disarmato di fronte a domande esistenziali e tende a sfuggirvi o a dare risposte preconfezionate anziché incoraggiare il bambino a porsi altre domande. Questo comporta purtroppo la perdita della curiosità. Questo testo vuole presentare un metodo per interrogarsi nel modo giusto e accedere a risposte personali, sia pur provvisorie. Vuole insegnare a genitori, educatori e insegnanti come seguire i propri bambini nelle loro curiosità e accompagnarli, giocando, nel mondo del perché passando attraverso la porta della riflessione filosofica. In questo libro troverete esempi di dialoghi tra genitori e figli, nonni e nipoti, insegnanti e alunni, tratti da esempi di vita vissuta. E reincontrerete le vostre domande di bambino.
A chi non è successo di sentirsi intrappolato dalla propria famiglia? Quante volte abbiamo avuto la sensazione di essere schiacciati da una situazione su cui non avevamo la possibilità o la forza di intervenire? Mony Elkaim, uno dei più noti terapeuti della famiglia, cerca di spiegare situazioni ed impasse che tutti noi conosciamo. "Mio figlio si rifiuta di studiare e non so più cosa fare". Oppure: "non sopporto più mio marito, ma non riesco a lasciarlo". O, ancora, "devo svelare quel secreto che mi opprime? Se sì, come?". Non è tanto la realtà che ci intrappola, quanto la rappresentazione che ci siamo fatti di quella realtà. Ognuno interpreta una parte ben precisa nello scenario familiare. E solo se si riesce a modificare il proprio ruolo si riesce a intervenire sullo scenario intero. Ma come cambiare? Un libro fondamentale per chiunque - figlio, madre, padre, coniuge o fratello che sia - voglia capire le logiche che muovono uno scenario e rompere schemi incancreniti che fanno solo del male.
Lavorare con i bambini richiede competenza professionale, ma anche grande capacità di stare in relazione con loro, di comprenderne il linguaggio, di conoscere il loro mondo o di avere, comunque, la curiosità di conoscerlo, non perdendo però di vista il mondo dei grandi, non lasciando in secondo piano le preoccupazioni adulte e rispettando il tessuto della famiglia, che ha bisogno di far emergere tracce delle trame passate, di liberare le emozioni troppo a lungo bloccate. L'intento di questo lavoro è offrire una panoramica completa ed esauriente a chi si vuole occupare di infanzia e di terapia familiare. Il manuale, oltre ad offrire importanti riferimenti teorici relativamente all'infanzia e alla terapia familiare, descrive concrete esperienze con i bambini e con i loro genitori, attraverso l'uso del gioco, del disegno e di altre attività che favoriscono la condivisione e che portano alla luce contenuti ed emozioni indispensabili per la costruzione del processo terapeutico. Un testo fondamentale per tutti i corsi di terapia familiare con i bambini.
La psicologia positiva è la più grande rivoluzione degli ultimi 40 anni della storia della psicologia. Ha radicalmente cambiato la psicologia, modificandone le finalità e ampliando a nuove dimensioni e costrutti il perimetro di azione dello psicologo. A differenza di altri paesi, in Italia è ancora poco conosciuta e diffusa. Questo volume si rivolge soprattutto agli psicologi (di qualsiasi indirizzo) che vogliano iniziare a comprendere la forza rivoluzionaria della psicologia positiva e come la psicologia positiva cambierà - in meglio - la loro professione. L'obiettivo del volume è di fornire sia al giovane in formazione sia allo psicologo professionista le basi culturali per poter iniziare un percorso personale di approfondimento della psicologia positiva. Il libro, scritto sulla base della più recente letteratura scientifica, affronta i temi centrali della psicologia positiva: felicità, approccio dei punti di forza, resilienza, ottimismo, gratitudine, perdono.
Pur assistendo a un uso sempre più pervasivo delle tecnologie, mancano ancora metodi capaci di sviluppare a pieno il loro potenziale nei contesti formativi. Questo testo presenta il modello denominato "Partecipazione Collaborativa e Costruttiva" (PCC), che mira proprio a rendere efficace l'uso delle tecnologie nella formazione e nella didattica di tipo blended. Si tratta di un modello elaborato grazie a una sperimentazione più che decennale, effettuata in diversi contesti didattici, formativi e professionali - scuole superiori di secondo grado, formazione universitaria, formazione specialistica, contesti informali - riportando sempre ottimi risultati. Il testo offre una descrizione sia delle basi teoriche su cui il modello PCC si fonda, sia delle varie attività di cui si compone, oltre ad alcuni strumenti preziosi per la messa in pratica, quali schede, template, questionari e protocolli. Infine, sono descritti cinque casi - diversi per contesto, tipologia di studenti, strumenti utilizzati e obiettivi formativi - in cui il modello è stato adottato con alcune varianti, rendendo così evidente la sua flessibilità e adattabilità. Obiettivo del testo è, quindi, illustrare in modo chiaro il modello, descrivendone i presupposti, il ventaglio di situazioni in cui è applicabile, le modalità di valorizzazione degli ambienti digitali e dell'integrazione tra attività online e offline.
La separazione e il divorzio sono esperienze molto diffuse che scuotono profondamente il senso stesso dell'esistenza. Ma, quasi per una strana legge del contrappasso, proprio nel momento in cui si sta per spezzare, il legame familiare acquista una forma e diventa, esso stesso, l'assenza/presenza che genera angoscia e dolore. Questo libro presenta il lavoro di cura dedicato a questa specifica sofferenza. Il focus del libro è sulla terapia del divorzio, cioè sul percorso terapeutico con individui e famiglie che hanno affrontato (o stanno affrontando) la separazione; in particolare, presenta un approccio basato sulla relazione terapeutica, e quindi, una riflessione su come costruire, stimolare, e accompagnare la relazione di cura, anche attraverso tecniche e stimolazioni metaforiche, verbali e non verbali e provenienti anche da diverse arti e discipline. Il libro si rivolge principalmente a tecnici (psicologi, psichiatri, CTU, mediatori familiari, counselor) operatori dei servizi, (assistenti sociali, educatori), studenti universitari e allievi delle Scuole di specializzazione in psicoterapia. Rappresenta inoltre un utile strumento anche per altri operatori che, da diversi punti di vista, si trovano ad intersecarsi con il lavoro psicologico e con la separazione (avvocati, giudici, insegnanti e altri operatori sociali).
Questo libro sviluppa un'analisi di quelle che sono le caratteristiche relative al nuovo orizzonte delle società sportive che, anche, a seguito della "Riforma Draghi", relativa ai mercati mobiliari italiani, agli inizi del terzo millennio, hanno acquisito i connotati di organizzazioni profit. Ne è derivata l'opportunità che le società sportive siano gestite come attività di entertainment che necessitino, veramente, di un approccio orientato al marketing e alla comunicazione. Tale approccio consiste, fra le altre, nell'applicazione di politiche di marketing, merchandising e sponsorship che rendano possibile l'organizzazione di un'offerta del prodotto spettacolo sportivo adeguata alla domanda proveniente dai mercati. È, inoltre, importante verificare come gli atleti siano, sempre di più, valorizzati in qualità di testimonial delle aziende che, non a caso, decidono di supportare eventi sportivi. Tra le società sportive, quelle calcistiche rappresentano un caso meritevole di approfondimento, insieme, ad alcune storie di successo relative al marketing e alla comunicazione nello sport. Il volume è caratterizzato da un approccio all'argomento semplice e diretto tale da poter essere una guida non solo per i consulenti, i professionisti e gli addetti ai lavori, ma anche per tutti gli appassionati.
Questo libro propone - sotto forma di vere e proprie schede - una serie organizzata di tecniche volte a promuovere e sviluppare processi creativi, negli individui e nei gruppi. Le tecniche esposte sono tratte dal repertorio delle quattro principali artiterapie (arteterapia, danzamovimentoterapia, musicoterapia e drammaterapia). Sebbene non esauriscano la complessità delle singole discipline, tali tecniche ne riportano lo spirito e l'approccio, che vede la crescita delle potenzialità creative come uno strumento importante in area terapeutica, educativa e formativa. Professionisti e studenti delle varie artiterapie potranno trovarvi utili suggerimenti per integrare strumenti delle discipline sorelle nel proprio bagaglio professionale. Esse sono tuttavia pensate in modo da essere utilizzabili anche da operatori che non hanno una formazione specifica in tali ambiti: psicologi, psicoterapeuti, educatori, insegnanti, artisti che operano nel sociale; e, in generale, da tutti coloro che si occupano professionalmente di gruppi.
Cos'è una comunità per minori? Esiste un modello pedagogico di riferimento? Quali gli strumenti e i metodi? In quale direzione porta l'attuale processo di differenziazione delle comunità? Nella complessa matassa di domande che si aggrovigliano intorno alle strutture residenziali per minori, l'autrice orienta il lettore fra gli approcci presenti in letteratura e l'attuale dibattito sul tema arrivando a elaborare e proporre una nuova lettura del modello pedagogico di base delle comunità. Una mappa concreta e sistematizzata di principi pedagogici che non mira a risposte definitive, o all'introduzione di nuove categorie educative, ma si delinea come uno sguardo pedagogico per creare ulteriori luoghi di riflessione e di ricerca. Il volume è quindi una guida per chi desideri intraprendere un itinerario nel mondo delle comunità per minori: dalle lunghe e contorte strade storico-legislative agli ancora stretti sentieri tracciati dalla pedagogia.
La rabbia è un'emozione universale che a tutti capita di provare ogni tanto ma, a volte, può accaderci di non riuscire a tenerla sotto controllo rischiando di mandare all'aria la nostra vita. L'autrice, una psicoterapeuta che da anni conduce laboratori sulla trasformazione della rabbia distruttiva in energia utile, illustra con parole semplici e con le storie dei suoi pazienti perché alcuni si fanno travolgere da quest'emozione, quali ferite antiche la nutrono, cosa accade nella coppia, nel rapporto con i fi gli e con il proprio corpo quando siamo governati dalla collera. Numerosi test vi aiuteranno a capire che tipo di rabbia provate, quanto conflitto c'è nella vostra coppia, cos'è la violenza psicologica, perché il corpo si ammala di rabbia, se siete assertivi e se agite consapevolmente nella vostra vita. Nel libro troverete indicazioni e suggerimenti perché questa potente energia psichica trasformata vi dia la forza per vivere pienamente i vostri sogni e desideri; imparerete a sviluppare l'attenzione consapevole, detta mindfulness, colorando i mandala che troverete nel libro, e interpretando il loro significato grazie al test dei colori. Infine imparerete a scrivere favole per descrivere la vostra rabbia e ne conoscerete i significati nascosti.
È ancora possibile proporre un fare innovativo nella realtà dei centri per persone disabili? È possibile sviluppare l'integrazione in un'ottica inclusiva? È possibile, sostengono le autrici di questa guida, partendo dalle attività, in un centro aperto all'esterno che si confronta con un mondo in continuo cambiamento dove il fuori si traduce in opportunità e trasformazioni. Un centro diurno dunque che sia attivo, luogo di incontro e di partenza, dove si entra e soprattutto si esce, dove le persone possano scegliere, che accoglie i gravi ma non svilisce le proposte, non gioca al ribasso, non si fa limitare dai limiti. Un centro diurno che abbia una "teoria" costruita sugli apporti contemporanei a proposito di emozioni-interazioni-relazioni. La persona deve essere messa al centro e la qualità della sua vita deve essere svincolata dalla cura del deficit e dall'illusione che ogni gesto sia "terapia". Il "fare" deve dare piacere e deve diventare significativo per la persona e per chi le sta vicino: con le opportune sollecitazioni, tutti possano trovare un proprio posto nella comunità. La buona prassi è fatta di cose piccole ma chiare.