La mostra presenta presenta quattro dipinti, o meglio due coppie di dipinti messi a confronto, due di certa mano caravaggesca e gli altri copie antiche che ritraggono rispettivamente San Francesco in meditazione e La Flagellazione di Cristo. Il confronto tra due versioni della medesima composizione - sia nel caso di due versioni pressoché identiche, sia nel caso di un originale con la sua copia antica - costituisce un terreno insidioso e appassionante per gli studiosi, in cui gli aspetti storico-artistici e documentari si intrecciano a quelli tecnico-esecutivi e conservativi.
Se nel corso di lunghi secoli del cristianesimo molte devozioni cattoliche hanno conosciuto un notevole impulso, mai nessuna ha avuto tuttavia uno sviluppo paragonabile a quella al Sacro Cuore di Gesù, la cui base teologica, già radicata nell'età patristica e poi ripresa e sviluppata ulteriormente dai grandi autori spirituali a partire dal tardo medioevo, ha trovato una sua più chiara definizione con le manifestazioni seicentesche del Sacro Cuore di cui è stata testimone nel monastero borgognone di Paray-le-Monial la santa monaca visitandina Margherita Maria Alacoque (1647-1690), avendo esse introdotto delle novità cultuali e devozionali destinate ad affermarsi tra gli aspetti più specifici e intimi nella vita della Chiesa. È infatti innegabile che questa forma di pietà, anche a motivo della sua peculiare caratteristica di "rimedio provvidenziale" contro i mali che affliggono il mondo moderno, emersa negli scritti della santa visitandina, si sia progressivamente manifestata anche come elemento portante nel progetto ecclesiale di conquista cristiana della società. Un'attenta analisi della diffusione della devozione al Sacro Cuore di Gesù, dopo l'impulso iniziale che essa ha avuto nel suo paese d'origine, la Francia, ed essere poi uscita oltre le sue frontiere, risulta pertanto indispensabile anche per mettere a fuoco le fasi più significative del confronto sempre più acceso di entrambi i poli entro i quali si è sviluppato l'intricato rapporto tra religione e politica che ha segnato il passaggio dall'età moderna a quella contemporanea, essendosi infatti inserita nel mezzo di un vero e proprio terreno di confronto tra due modi di vivere il proprio tempo, ovvero tra una "religione del cuore", da intendersi come espressione dei sentimenti e delle credenze religiose collettive, e dunque come fenomeno di reazione ad un esteso processo di secolarizzazione caratterizzato dalla progressiva autonomizzazione delle istituzioni politico-sociali e della vita culturale dal controllo e dall'influenza della religione e della Chiesa, e una "politica della Ragione", istanza della cultura moderna dei Lumi che ha contribuito alla formazione della mentalità di una parte consistente della società europea, modellando anche la vita civile dei paesi attraversati dal discorso politico degli Stati. Questo volume, che ripercorre gli sviluppi storici del culto e della devozione al Sacro Cuore di Gesù, dai primi accenni ch'essa ha avuto con i grandi autori cristiani fino alle manifestazioni seicentesche di Paray-le-Monial, rappresenta il primo di una nuova collana pensata appositamente dalla Gangemi Editore per offrire ulteriori riflessioni e approfondimenti su questo tema, e intende rivolgersi ad un pubblico ampio, dai cultori di scienze storiche a quanti si interessano di spiritualità cristiana, specialmente a "tutti coloro che cercano il passato per (provare a) riorientare un confuso presente".
Gilberto Corretti, fiorentino classe 1941 è tra i fondatori del gruppo d'avanguardia Archizoom Associati ed è noto come architetto e designer che ha vissuto da protagonista tutta la stagione dell'Architettura e del Design Radicale. Corretti è stato anche per molti anni docente universitario e questo volume vuole sottolineare anche questo suo ruolo didattico in una disciplina mutevole e creativa come il design, che ha vissuto in prima persona attraverso l'esperienza dei corsi di progettazione negli ISIA (Istituti Superiori per le Industrie Artistiche) di Roma, Firenze e Faenza. Un professionista del design quindi, che ha sempre saputo portare all'interno dell'insegnamento la sua esperienza professionale contribuendo a forgiare il modello didattico e valoriale tipico degli ISIA. Un'esperienza didattica diretta e concreta la sua, arricchita e aumentata da spunti progettuali sempre improntati alla ricerca del senso archetipico del "progettare" visto come un guardare "oltre". Un approccio alla progettazione caratterizzato dal tentativo di riscoprire (e far riscoprire) agli studenti e studentesse la loro dimensione intima e originale, quasi un'interpretazione della poetica del "fanciullino" di pascoliana memoria applicata al Design. Corretti ha sempre costruito una didattica della progettazione che - sebbene dotata di regole definite - ha saputo coinvolgere nel processo progettuale l'immediatezza del testo e del segno grafico, capaci di portare la visualizzazione di un'emozione e la cristallizzazione di un'idea. Da questa metodologia sono nate varie attività didattiche, originate dal lavoro proposto agli studenti sul tema del "gioco" proposto ed utilizzato come un metodo di progettazione introspettiva per riportarli alla loro creatività infantile e per abituarli a lavorare con le proprie mani. Sono nate così la serie di mostre "Giochi al Guinzaglio" che presentavano ed esponevano gli elaborati originati dai corsi tenuti in ISIA. Tra le esperienze sviluppate in ISIA Firenze è da evidenziare anche "Care Toys", un laboratorio di ricerca e progettazione multidisciplinare di giochi e spazi ludici per le realtà pediatriche. Il laboratorio - patrocinato oltre che da ISIA, dalla Fondazione Anna Meyer, dall'Assessorato della Pubblica Istruzione di Pistoia e dalla Cooperativa Arca - ha realizzato negli anni diversi progetti, tra i quali l'arredo della ludoteca dell'Unità Pediatrica dell'ospedale Ramazzini di Carpi e delle sale giochi del Nuovo Meyer di Firenze.
L'intervento conservativo dell'Aedes Vestae nel Foro Romano, a quasi cent'anni dalla sua anastilosi, ha rappresentato un'occasione di ricerca, tutela e valorizzazione del monumento in un'ottica multidisciplinare. Il coinvolgimento di differenti specialisti - archeologi, architetti, restauratori, rilevatori, ingegneri, strutturisti e archivisti - ha permesso l'acquisizione di una base di dati imprescindibile sia per la progettazione e l'esecuzione dell'intervento sia per un nuovo esame del bene.
Catalogo della mostra aperta a Roma presso il Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo dal 24 maggio all'11 settembre 2022 L'Evento Giubilare o Anno Santo per la Chiesa Cattolica è un irripetibile Appuntamento religioso che dal 1300 richiama a Roma fedeli da tutte le parti del mondo. La Mostra, oltre a celebrare questo straordinario appuntamento, sarà anche una occasione irripetibile per focalizzare lo stretto rapporto esistente tra la Città Eterna, luogo in cui si è fondata e costruita nei secoli la Chiesa Cattolica e che ha avuto come protagonisti Pontefici che ne hanno caratterizzato il volto con evoluzioni e trasformazioni. La particolare attualità dell'esposizione è fondamentale soprattutto in questo momento storico, che oltre alla grande difficoltà post-pandemica, il conflitto russo-ucraino sta generando nell'opinione pubblica mondiale un grandissimo senso di disagio nel vivere la quotidianità. Oggi più che mai il mondo ha bisogno di speranza. L'emergenza sanitaria internazionale e gli echi di conflitti turbano le nostre coscienze sempre più segnate e smarrite. Ecco perché è importante dare un segno concreto di ripartenza e di speranza di pace. La scelta di Castel Sant'Angelo come luogo della mostra non è casuale. Esso rappresenta un luogo importante e simbolico per la storia di Roma, dal periodo romano a quello moderno e contemporaneo, e per i cittadini e pellegrini che hanno affollato ed affolleranno la capitale della cristianità. Lo stesso Castello è un luogo chiave ed emblematico nella storia della Chiesa cattolica e dei diversi Pontefici che lo hanno vissuto, arricchendo e trasformando il famoso "passetto", lungo solo 800 metri che ancora oggi è l'unico collegamento tra lo Stato della Città del Vaticano e il territorio italiano. Esso quindi è un simbolo di unione e di continuità collaborativa storica.
Le fotografie di Giulio Ielardi, in cammino sulla via Appia da Roma a Brindisi, documentano e interpretano con lo sguardo della fotografia autoriale i paesaggi attraversati. La sua ricerca del rapporto tra le tracce del passato e le forme del presente, è un invito a percorrere quei luoghi autentici e carichi di suggestioni. Il percorso artistico è preceduto da una ricca sezione di contributi multidisciplinari che sintetizza l'analisi del paesaggio della Regina Viarum e delinea le prospettive di sviluppo che il Parco Archeologico dell'Appia Antica intende perseguire nel suo ruolo istituzionale di coordinamento della valorizzazione della consolare da Roma a Brindisi. A supporto di queste linee di indirizzo, sono presentate alcune significative esperienze locali in corso. Completa il volume il diario di viaggio "social" del fotografo, introdotto da un saggio sul valore e sulle tendenze delle strategie di comunicazione per la promozione dei paesaggi e dei cammini.
Un nucleo consistente dei marmi Torlonia, la più importante raccolta privata di scultura classica al mondo, proviene da scavi sistematici condotti nell'Ottocento nelle tenute suburbane di proprietà. Qual è il contesto archeologico di provenienza di queste opere d'arte? Quali i protagonisti di queste scoperte? Il volume intende ricostruire il legame tra le opere della collezione e la loro provenienza attraverso l'analisi sistematica di ogni fonte documentaria di natura testuale, grafica e cartografica, interrogandosi al contempo sui processi di trasformazione del territorio dell'Appia Antica in relazione alle modifiche apportate dalle attività di scavo. La storia degli scavi Torlonia, indagata nel più ampio panorama storico che giustifica scelte e ambizioni della famiglia, getta così nuova luce sul rapporto dei principi con l'archeologia, in un periodo in cui la disciplina assume un rilevante carattere scientifico ma anche politico, in relazione alla creazione del nuovo Stato italiano.
Un saggio che per la prima volta affronta la crisi che attanaglia la citta` eterna con metodologie innovative per la politica romana in grado di svegliare il gigante che dorme da oltre un decennio. Scrive Innocenzo Cipolletta nella prefazione: “Cipollini avanza diverse critiche a quello che oggi è Roma, ma sa che questa città non ha solo una grande storia ma anche un grande futuro che aspetta solo di essere avviato. Come? Cipollini risponde con un approccio che coniughi la politica con il management. Lascio volentieri al lettore di scoprire cosa si intende per un mix tra politica e management, ricordando che Cipollini è un esperto di management e, con generosità, ha riversato questa esperienza nelle problematiche di gestione di una città”. L'autore nel libro esplora e approfondisce la conoscenza della situazione attuale, propone tecniche per affrontare la complessità della città e individua le priorità da cui ripartire per fare di Roma una capitale moderna. Un nuovo sistema di governo per superare i vecchi approcci che non sono piu` in grado di cambiare il volto della citta` e le sue varie realtà sociali ed economiche. Con il coraggio e la responsabilità del cambiamento e l'obiettivo del bene comune.
Claudio Cipollini è un manager esperto nelle tematiche dell'innovazione dello sviluppo locale maturate in Italia e all'estero in grandi gruppi imprenditoriali pubblici e nel privato. Dopo la laurea in architettura con lode e il diploma in gestione e amministrazione aziendale è stato tra l'altro responsabile ambiente e direttore per l'innovazione a Bonifica (Iri-Italstat), direttore della valorizzazione del patrimonio a Ferrovie dello Stato Italiane, direttore generale di Metropolis (FS Italiane), di MediaCamere e ReteCamere (Camere di Commercio) e di Amam (Comune di Messina) e direttore dell'European Business Promotion Center (Shanghai, Cina). Attualmente sta gestendo l'avvio di alcune start up d'imprese e di volontariato. È stato professore a contratto sulle tematiche del non profit e della responsabilità sociale d'impresa alla Sapienza, Università di Roma. Ha pubblicato, oltre vari articoli e contributi, La Mano Complessa - Condivisione e collaborazione per la gestione dei territori (2011 ETS); L'innovazione integrata - Imprese e amministrazione pubblica: nuovi paradigmi digitali per un progresso sostenibile (2012 Maggioli). Ha ideato e diretto la prima rivista italiana sulla progettazione ambientale VIA progettare nell'ambiente.
Per costruire uno spazio sacro oggi, che adeguatamente riesca ad esprimere il senso del Sacro, bisogna riandare alla serata del 27 marzo 2020, in una irreale e deserta piazza San Pietro, battuta da pioggia e vento, e meditare sulle parole pronunciate da Papa Francesco, nelle quali ci raffigurava una situazione senza precedenti: "Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca... ci siamo tutti". Aggiungendo però, subito dopo, che proprio questo tempo, di dolore e crisi, è "...un tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci". Solo con questo spirito di solidarietà e di speranza, uniti tutti insieme dal centro alla periferia, intendendo con quest'ultima non solo quella urbana, ma nel più vasto scenario del mondo globalizzato, possiamo realizzare quegli spazi sacri, capaci di confrontarsi con la sfida provocatoria della contemporaneità, tali da provare a curare e lenire le profonde ferite dell'umanità.
«Quanto a me, penso che, almeno nella storia contemporanea, le idee contino assai più degli uomini», scriveva Augusto Del Noce nel 1978. Questo volume presenta, per la prima volta riuniti insieme, tutti i suoi articoli pubblicati sul quotidiano "Il Tempo", dal 1975 al 1990. Il lettore potrà ripercorrere un pensiero, che, se si sviluppa a stretto contatto con l'evolversi della realtà storica, è però sempre animato da una ragione filosofica, capace di scorgere le linee ideali nella filigrana dei meri fatti storici. Pur nella ricchezza dei temi qui trattati, si può forse riconoscere il vero avversario di Del Noce in ogni concezione che riassorbe l'uomo nella sola mondanità: prima il marxismo, che riassorbe l'uomo nella sfera politica; poi la società tecnocratica, che riassorbe l'uomo nella dimensione economica, peggiore questa del marxismo, perché, nella piatta accettazione dell'esistente, vede la scomparsa di qualsiasi idealità. Sempre nel 1978 egli asseriva: «Quel che invece Platone afferma è la critica di una società che si modelli sul valore economico come primario, o risolvente in sé gli altri, come si direbbe oggi; in cui dominino coloro che hanno indirizzato le loro anime alla soddisfazione e alla creazione artificiale di bisogni sensibili, e alla ricerca del compenso che può venire da tale soddisfazione. In una parola, quel che in Platone è straordinariamente attuale è una critica ante litteram della società consumistica, a cui non c'è nulla di sostanziale da aggiungere, benché sia stata scritta più di ventitré secoli fa».
"Questo secondo libro di Marcello de Iorio ha sempre il merito di attirare l'interesse del lettore, perché parla di molte cose, alcune banali, altre interessanti, tenendo viva la tensione. Le poesie riescono a tenere un'intesa, un accordo sotterraneo, un patto con chi legge, per dirgli che sono cose sue, o che può far proprie, cose che ha pensato anche se non ha scritto. Fatti di vita, d'amore, di odio, e di rancore, tra uomini, animali e la natura, fatti che accadono, che sono veri. Poesie non scritte con la metrica classica, ma armoniose, molto piacevoli, tanto da definirle classiche. L'autore si è divertito con il lettore, poesie scritte a due mani, si intravede un colloquio diretto con il lettore. Credo che le poesie da sole riescono a spiegarsi meglio, a parlare, perciò bisogna prima leggerle e poi se ne può parlare."
Il Codex Purpureus Rossanensis, conservato presso il Museo Diocesano e del Codex di Rossano Calabro, è stato riconosciuto nel 2015 dall'UNESCO Patrimonio universale dell'umanità nella categoria "Memory of the world". Il manoscritto, un evangeliario greco miniato, conserva il Vangelo di Matteo, quasi tutto il Vangelo di Marco e una parte della lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei Vangeli. Perduti sono oggi i Vangeli di Luca e di Giovanni. I suoi 188 fogli membranacei purpurei, in scrittura maiuscola biblica, sono vergati con caratteri in oro e argento e, occasionalmente, in inchiostri neri. L'opera è impreziosita da 12 miniature che raffigurano eventi della vita di Gesù, e dalla raffigurazione a piena pagina dell'evangelista Marco con la Sophia. A queste si aggiungono le tavole dei canoni con i ritratti dei quattro evangelisti e una decorazione aurea che fa da cornice alla lettera di Eusebio a Carpiano. A partire dal 2012, presso i laboratori scientifici dell'ICRCPAL (oggi Istituto centrale per la patologia degli archivi e del libro), sono state svolte analisi e diagnostiche non distruttive al fine di verificare l'effettivo stato di conservazione del manoscritto, di caratterizzarne il supporto scrittorio membranaceo, di studiare la natura dei pigmenti delle decorazioni miniate e la natura dei materiali dei precedenti restauri attraverso l'impiego delle più moderne tecnologie. Il risultato di questo lungo percorso ha permesso una "rilettura" importante del codice stesso, fornendo alla comunità scientifica significative risposte sulla storia e sull'esecuzione del manoscritto, importanti indicazioni generali sulla fattura e lettura dei codici di analoga provenienza e periodo storico. Premesse di Giuseppe Satriano, Francesco Scoppola, Maria Cristina e introduzione di Nando Ciliberto.