C'è una stanza che Emmeline ha sempre guardato con curiosità senza mai osare entrare: è lo studio del padre dove, su scaffali altissimi che sfiorano il soffitto, sono custodite tante boccette. Nessuno può avvicinarsi e toccarle. Perché non sono semplici bottigliette di profumo. Al loro interno racchiudono una piccola pergamena su cui sono impresse essenze rare: l'odore della pioggia in una mattina di temporale, il sentore del fumo nell'esatto istante in cui si libera dalla pipa, la dolcezza del miele. Emmeline ne è come ipnotizzata. Vorrebbe che il padre le raccontasse le storie legate a ciascuna preziosa ampolla e le insegnasse a catturare quei profumi speciali. Eppure, nonostante non perda occasione di riempirlo di domande, ogni volta è costretta a fare i conti con la reticenza del burbero genitore. Reticenza che gli impedisce di condividere i segreti del mestiere e, soprattutto, di aprirsi con la figlia riguardo a una madre di cui lei ignora persino l'esistenza. Finché la sua improvvisa scomparsa non cambia tutto. Per la prima volta, Emmeline sente che è arrivato il momento di scoprire se abbia altre radici. Per farlo deve trovare il modo di arrivare alle boccette che tanto la affascinano e dissipare il mistero che avvolge la creazione quelle essenze. Solo uno di quei profumi, ne è certa, potrà indicarle la strada giusta da percorrere per capire chi è davvero. Per trovare la madre che non ha mai conosciuto, ma che è sicura esistere da quale parte là, nel mondo fuori.
Sydney 1950. Sui manichini spiccano le gonne a balze e i corpetti arricchiti degli accessori più preziosi. Ma Goode's non sono solo i più grandi magazzini della città, dove trovare l'abito all'ultima moda. Per quattro donne che lavorano sono anche l'unica occasione di indipendenza. Mentre con le loro eleganti divise di colore nero consigliano le clienti su tessuti e modelli, nel loro intimo coltivano sogni di libertà, di un ruolo diverso da quello di figlia, moglie e madre. Lesley sogna di continuare a studiare, anche se il padre non ne vuole sentir parlare. Poi c'è Patty che solo sul lavoro sente di valere qualcosa, mentre a casa il marito la tratta come fosse trasparente. Anche per Fay andare al grande magazzino ogni mattina significa sentirsi meno sola. A sorvergliarle come una madre c'è Magda: le sprona a inseguire i loro desideri e a trovare il proprio stile nel vestire, a coltivare l'idea che una donna possa raggiungere qualsiasi obiettivo. Per tutte è in arrivo un tempo di grandi cambiamenti e opportunità inaspettate. Tra un party, un nuovo vestito e nuove consapevolezze, Lesley, Patty, Fay e Magda vivranno il momento magico in cui si decide chi si vuole essere davvero. Madeleine St. John è una delle più grandi autrici del Novecento. È stata la prima autrice australiana candidata al Man Booker Prize. Da questo libro è stato tratto un film di successo diretto da Bruce Beresford, regista di A spasso con Daisy. Il femminismo è il fil-rouge che attraversa tutti i suoi romanzi, precursori di un'epoca di cambiamento. Protagoniste delle sue storie sono le donne: donne forti che inseguono i loro sogni, donne che cercano il loro posto nel mondo, ieri come oggi.
"Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E all'improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie paure, non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene. Anzi: benissimo."
Il nostro rapporto con la verità è quello della ricerca. Seguendo la folgorante metafora di George Steiner, ci sentiamo costretti ad aprire, una dopo l'altra, tutte le porte del Castello di Barbablù: lo facciamo perché ce le troviamo di fronte, e perché ognuna di esse conduce alla successiva. Lasciare chiusa una di quelle porte significherebbe tradire l'atteggiamento indagatore, avido di sapere, che contraddistingue la nostra specie. Questa convinzione è profondamente radicata nel carattere occidentale, almeno dai tempi di Atene: la mente umana deve procedere incessantemente nella sua ricerca, lungo un progresso in sé naturale e meritorio. Tuttavia questo atteggiamento, che sta al cuore della nostra idea di cultura e della nostra civiltà, attraversa da tempo una crisi profonda, segnato dal tramonto dell'ottimismo illuminista (malgrado i successi innegabili di scienza e tecnologia), dai genocidi dell'ultimo secolo di storia, ma anche dalle minacce dell'inquinamento. "Nel castello di Barbablù" coglie con profetica lucidità le ragioni di questa crisi, e ci aiuta a capire le nostre prospettive nell'epoca della "post-cultura".
«Verrà il giorno in cui una sola voce, quella di tutto il popolo e di tutte le chiese, si leverà così forte da spazzare via le forze del male. Solo allora potremo finalmente voltare pagina.»
Da giovane medico congolese, Denis Mukwege è testimone delle difficoltà che hanno le donne incinte del suo paese ad accedere a cure adeguate. Le loro gravidanze terminano spesso in tragedie. Nasce così la sua vocazione: si trasferisce in Francia per specializzarsi in ginecologia e ostetricia e sceglie poi di far ritorno a Lemera, tra le montagne del Congo orientale. Dieci anni dopo, in piena guerra civile, fonda l’ospedale Panzi per offrire cure alle donne vittime di violenze sessuali. In quella regione infatti stupri e mutilazioni sono armi strategiche delle milizie armate: colpiscono le donne per distruggere le famiglie e quindi le strutture sociali ed economiche del luogo. Sfidando le minacce di morte ricevute, Denis Mukwege decide di portare il fenomeno all’attenzione prima del suo governo – che a lungo si ostina a negarlo – e poi della comunità internazionale, e nel 2018, per il suo straordinario impegno in difesa dei più deboli e dei diritti delle donne, riceve il premio Nobel per la Pace.
E se i bambini più fragili fossero in realtà quelli destinati al futuro più radioso?
Essere genitori è il mestiere più difficile del mondo e talvolta il compito può risultare persino più arduo, perché non tutti i bambini sono forti, resistenti, capaci come i denti di leone di fiorire e adattarsi a ogni ambiente. Alcuni sono più fragili, e come orchidee hanno bisogno di maggiori cure e attenzioni per sbocciare in tutta la loro bellezza. Ma perché fanno più fatica? E perché alcune vite saranno poi ricche di soddisfazione e felicità, e altre invece piomberanno nella frustrazione? Oggi, grazie alle ricerche svolte da W. Thomas Boyce, sappiamo che i geni alla base di queste difficoltà possono rappresentare non più una debolezza da curare o con cui si è costretti a convivere, ma un reale vantaggio nelle opportune condizioni famigliari e ambientali. In un libro che fonde l’esperienza di scienziato con quella di padre e fratello, W. Thomas Boyce offre consigli pratici e ridà speranza a tutti coloro che nella vita affrontano i maggiori ostacoli, ricordando che la sensibilità non è una colpa e che può trasformarsi nella risorsa più potente.
Sarah è solo una quindicenne quando, in una manciata di istanti, la sua esistenza viene capovolta. Degli uomini in divisa le portano via tutto ciò a cui tiene di più. E a lei non resta che la voce della madre a ricordarle che è ancora viva e che deve impegnarsi a sopravvivere in un mondo ogni giorno più ostile. È il 28 agosto 1939. Mancano pochi giorni allo scoppio della guerra e i nazisti pattugliano ogni angolo del Paese per impedire anche a un singolo ebreo di lasciare la Germania. Per loro, come per Sarah, non c'è via di scampo. Eppure, in un deserto di umanità, talora si può trovare una mano pronta a tendersi e a offrire un aiuto insperato. Per Sarah, questo aiuto viene dalla spia britannica Jeremy Floyd, che si accorge subito di quella ragazzina in grado di resistere e di non piegarsi alla meschinità umana. In lei rivede se stesso e nei suoi occhi blu legge determinazione e desiderio di riscatto. Le propone allora uno scambio: se accetterà di trasformarsi in una giovane hitleriana e di rubare più informazioni possibili al nemico, lui le farà attraversare indenne il confine. Di fronte a un'offerta tanto allettante che le garantirebbe forse l'unica possibilità di salvezza, Sarah non può davvero tirarsi indietro. Così, complice una chioma biondissima nonché un posto in una delle scuole nazionalsocialiste più prestigiose, a poco a poco si cala nei panni di una perfetta bambina di Hitler, trafugando per Jeremy dati e informazioni riservate e facendosi amica la figlia di una potente famiglia tedesca, che ha contatti diretti con il Führer. Anche se, più si insinua in questa oscura realtà, più si rende conto del male di cui gli uomini sono capaci. Finché, quasi per caso, non si imbatte in un segreto troppo grande per lei. Un segreto che le rende ancora più faticoso fingersi quello che non è e che fa vacillare le sue speranze in un futuro migliore. Ma deve trovare il coraggio di andare fino in fondo, perché la posta in gioco è troppo alta e spesso la libertà si paga a caro prezzo.
C'è un'età della vita in cui sono gli altri a scegliere, perché noi non siamo ancora in grado di farlo da soli. È la magia dell'essere bambini, il segreto che si nasconde dietro l'innocenza di quegli anni. Così è per Beatrice durante le vacanze estive dei suoi dieci anni, in compagnia del mare della Costa Brava che brilla di mille puntini all'orizzonte e della sua famiglia un po' fuori dagli schemi: donne tenaci, indipendenti e a volte nevrotiche, che non si sono mai rassegnate al ruolo di mogli e madri. Sua mamma non ha peli sulla lingua ed è in cerca di protezione, più che offrirne. Olga, la zia preferita, colta e sofisticata, è come avvolta in un'aura di luce e la trascina in un mondo fatto di abiti di seta e balli. In loro Beatrice vede la donna che vuole diventare. In loro intravede, senza capirlo appieno, l'equilibrio sottile delle relazioni con gli uomini, fatto di amore e, talvolta, dolore. E mentre suo padre sembra non interessarsi di nulla, ridotto a pura presenza fisica, lo zio Albert le chiede il vero motivo per cui da grande vorrebbe fare la scrittrice, ed è l'unico a dirle che la vita non è come appare: né migliore né peggiore, ma diversa. Beatrice è solo una bambina ma, in quell'estate, qualcosa comincia a cambiare. Una crepa scheggia la sua innocenza portandola lontano dall'infanzia. Il ricordo delle onde e della sabbia sui piedi resterà per sempre nel suo cuore, insieme al sapore di un'età in cui tutto è possibile, ma al contempo si fa strada in lei la consapevolezza che crescere vuol dire cambiare mille volte corpo, voce e volto.
Immagina di poter cancellare per sempre un ricordo, una colpa, un segreto. È esistito un tempo in cui era possibile. È questa l'arte di antichi rilegatori che nelle loro polverose botteghe, oltre a modellare la pelle e incollare fogli, aiutano le persone a dimenticare. Seduti con un libro in mano ascoltano le esperienze del passato che vengono raccontate loro. Parola dopo parola, le cuciono tra le pagine, le intrappolano tra i fili dei risguardi. Così il ricordo sparisce per sempre dalla memoria. Catturato sulla carta non c'è ne più traccia. Per anni l'anziana Seredith ha portato avanti questo affascinante mestiere, ma è arrivato il momento di trovare un apprendista. Qualcuno che rappresenti il futuro. La sua scelta cade su Emmet. Sarà lui il nuovo rilegatore. Lui per cui i libri sono sempre stati proibiti. Ne ha paura anche se non sa cosa c'è di sbagliato in quello che nascondono. Eppure giorno dopo giorno quella diventa la sua vita e il suo compito quello di raccogliere segreti, colpe e confessioni. E il luogo in cui quel mistero ogni volta si compie è ormai la sua casa. Casa che crede di conoscere in ogni suo angolo fino al giorno in cui scopre una stanza di cui nessuno gli aveva parlato. Una libreria immensa la riempie. Tra quelli scaffali Emmet trova un libro con scritto il suo nome. Al suo interno è celato un ricordo che gli appartiene. Non c'è nessun dubbio. Ma il ragazzo non sa di cosa si tratta. Non può saperlo. Ed è ora di scoprirlo. Perché per sapere chi è veramente ha bisogno di conoscere ogni cosa, anche quello che ha voluto o dovuto dimenticare.
Si dice che ciascuno di noi, nel corso della propria vita, accumuli in media tredici segreti. Di questi, solo cinque sono davvero inconfessabili. Lena ne ha soltanto uno, ma si fa sentire dentro come se ne valesse mille. E per quanto si sforzi di dimenticarlo, è inevitabile per lei ripensarci mentre dal traghetto scorge l'isola di Levura, meta del suo viaggio. Levura, frastagliata e selvaggia, dove ha passato le estati indimenticabili della sua giovinezza. Dove non ha più rimesso piede da quando aveva quindici anni. Da quando ogni cosa è cambiata. Ora suo padre le ha regalato la casa di famiglia e lei ha deciso di affittarla per dare una svolta alla sua esistenza. Perché si sente alla deriva, come una barca persa tra le onde. Perché il suo lavoro di illustratrice, che ama, è ad un vicolo cieco. Lena non sarebbe mai voluta tornare a Levura, non sarebbe mai voluta tornare tra quelle mura. Ma è l'unica possibilità che ha. Mentre apre le finestre arrugginite e il vento che sa di mare fa muovere le tende, i momenti trascorsi dell'ultima vacanza lì riaffiorano piano piano: le chiacchierate, gli schizzi d'acqua sul viso, le passeggiate sulla spiaggia. E insieme il ricordo di quel giorno impresso a fuoco nella sua mente. II suo progetto è quello di stare sull'isola solo qualche giorno, trovare degli affittuari e ricominciare altrove tutto quello che c'è da ricominciare. Eppure nulla va come aveva immaginato. Lena non sa che quei giorni che abbronzano il suo viso chiaro e delicato saranno per lei molto di più. Ancora non sa che ci si può proteggere dalle emozioni con una corazza, ma c'è sempre qualcuno pronto a scalfirla, come Tommaso l'affascinante ragazzo che giorno dopo giorno la aiuterà a capire chi vuole essere davvero. Non sa che la verità ha mille sfumature. Che nulla è davvero inconfessabile perché la colpa spesso non è dove credevamo che fosse.
Ci salveremo? O l'Italia rischia di precipitare in una nuova crisi finanziaria, nel baratro della recessione? Rispondendo a queste domande, Ferruccio de Bortoli ci parla dei costi della folle deriva populista che stiamo vivendo e mette in luce le colpe e le ambiguità delle élite, della classe dirigente, dei media. Eppure il Paese è migliore dell'immagine che proietta il suo governo: ha un grande capitale sociale, un volontariato diffuso, tantissime eccellenze. Questo libro è anche un viaggio nelle virtù, spesso nascoste, dell'Italia, perché una riscossa è possibile, ma dipende da ognuno di noi. Per riuscirci bisogna riscoprire un nuovo senso della legalità e avere un maggior rispetto dei beni comuni; ci vuole più educazione civica, da riportare nelle scuole, e più cultura scientifica; è necessario combattere per una vera parità di genere e per dare più spazio ai giovani in una società troppo vecchia e ripiegata su se stessa. Il futuro va conquistato, non temuto, e non dobbiamo mai perdere la memoria degli anni in cui eravamo più poveri e senza democrazia. Solo così ci salveremo. Nonostante tutto.