Guidata da David Canter e dai suoi collaboratori, la nuova disciplina della Psicologia Investigativa è emersa da un quarto di secolo di ricerca e di coinvolgimento in molti casi reali. Questo testo innovativo è il primo a fornire una panoramica dettagliata del settore, dai lavori seminali fino agli studi più recenti, includendo anche la descrizione di inediti rapporti interni. Fornisce dunque al lettore un quadro di riferimento per esplorare questo entusiasmante terreno, combinando teoria e azione. Gli oggetti di studio e le caratteristiche della Psicologia Investigativa sono: l'intera gamma dei crimini, dalla frode al terrorismo, compresi i furti con scasso, omicidi seriali, incendi dolosi, stupri e criminalità organizzata; l'utilizzo di metodologie importanti, incluse, scale multidimensionali, l'approccio Radex e la Social Network Analysis; la profilazione geografica degli autori di reato, supportata da un'analisi dettagliata dei processi psicologici sottostanti che ne fanno un considerevole strumento di supporto alle decisioni investigative; l'intera gamma di attività investigative, tra cui l'efficace raccolta di informazioni, l'individuazione dell'inganno e lo sviluppo di sistemi di supporto decisionale. Questo testo introduce un nuovo ed entusiasmante paradigma per un'ampia gamma di contributi psicologici a tutte le forme di indagine all'interno e al di fuori delle forze dell'ordine. Ogni capitolo presenta casi reali e citazioni di autori di reato e si conclude con domande per la discussione e la ricerca. Un libro per i corsi di laurea e post-laurea di psicologia applicata e forense, criminologia, studi socio-legali e discipline affini.
La diagnosi psichiatrica sta vivendo una crisi di fiducia. Gli approcci attuali sono obsoleti e una riforma è assolutamente necessaria. La stadiazione clinica è una soluzione a questa crisi. La stadiazione clinica affronta i limiti degli attuali sistemi diagnostici riconoscendo l'intero continuum o traiettoria della malattia mentale, dall'asintomatico alla malattia cronica. Riconosce la sovrapposizione dei sintomi della salute mentale nelle prime fasi e collega direttamente ogni fase al trattamento e ai cambiamenti cognitivi, neurologici e biologici sottostanti. Questo approccio aumenta le possibilità di identificazione precoce, promuove l'implementazione di trattamenti più sicuri e aumenta le opportunità di modificare l'evoluzione negativa dei disturbi mentali. Questo libro descrive in modo esauriente le basi concettuali della stadiazione clinica in psichiatria, illustra i progressi attuali nell'identificazione di biomarcatori per ogni stadio ed esplora le implicazioni della stadiazione sul trattamento e sui sistemi sanitari. Questo libro fornisce le basi per una riforma trasformativa della diagnosi psichiatrica.
Questo manuale è al passo con lo scenario in continua evoluzione degli aspetti psichiatrici delle dipendenze e si offre come punto di riferimento per quanto riguarda le possibilità di trattamento. Le dipendenze da sostanze costituiscono uno dei principali problemi che la medicina odierna è chiamata ad affrontare e fonti autorevoli non esitano a metterla in relazione con l'inversione dell'aspettativa di vita che fa capolino dopo tanti anni di aumento nelle società occidentali.
Due dei termini più usati in medicina sono placebo ed effetto placebo, anche se non è sempre chiaro cosa significhino esattamente. I recenti progressi della ricerca biomedica hanno permesso di chiarire meglio l'effetto placebo. Ora sappiamo che si tratta di un fenomeno psicobiologico attivo che ha luogo nel cervello del paziente e che è capace di influenzare sia il corso di una malattia che la risposta a una terapia. Una nuova edizione significativamente aggiornata e ampliata di un libro sui placebo di grande successo e acclamato dalla critica. Incorpora ampio materiale dal testo complementare dell'autore, Il cervello del paziente. Ogni capitolo contiene un riassunto e punti chiave di apprendimento, inclusi suggerimenti per ulteriori discussioni, che rendono il libro molto utile per l'insegnamento. Evidenzia come ci siano molti effetti placebo e li rivede criticamente in diverse condizioni mediche, come i disturbi neurologici e psichiatrici, le malattie cardiovascolari e respiratorie, le risposte immunitarie e ormonali, così come nell'oncologia, nella chirurgia, nella medicina sportiva e nell'agopuntura. Inoltre, esamina il contesto psicosociale, considerato cruciale per l'effetto placebo.
L'alessitimia ha suscitato interesse in tutto il mondo, come dimostrano i paesi d'origine degli autori di questo libro. Buona parte della ricerca sull'alessitimia è ricerca di base, cioè tenta di capire meglio che cosa sia l'alessitimia e come può influenzare il funzionamento. Il testo contiene una notevole copertura di come l'alessitimia possa essere valutata e collegata ai processi cognitivo-affettivi di base (p. es. regolazione delle emozioni, memoria, funzionamento esecutivo e linguaggio), alle neuroscienze, alla fisiologia (p. es. genetica, attività immunitaria ed endocrina, psicofisiologia), alla consapevolezza del corpo, all'attaccamento, all'empatia, alla moralità, al comportamento sociale, alla cultura e ai disturbi psicologici e somatici. Il testo indica anche che cosa è necessario fare nella ricerca sull'alessitimia. È interessante notare che solo uno dei capitoli è prevalentemente orientato alla clinica e buona parte di esso è dedicato all'alessitimia come predittore dell'esito del trattamento e non a cosa fare rispetto all'alessitimia. La prima parte del libro è una rassegna della storia del costrutto dell'alessitimia, dei metodi che sono stati elaborati per valutarla e del ruolo dei fattori culturali che la modellano. La seconda parte del libro si concentra sulle emozioni e sui processi cognitivi, tra cui la regolazione delle emozioni, la memoria, il funzionamento esecutivo e l'elaborazione del linguaggio nell'alessitimia. La terza parte del libro si concentra sui temi clinici e sulle patologie somatiche e psichiatriche. La quarta parte del libro è dedicata ai fattori biologici associati all'alessitimia. La quinta parte tratta alcune ampie conclusioni generali concentrate su tre argomenti principali: i progressi nella ricerca, i progressi nella teoria e i progressi nella pratica clinica.
Dare un placebo significa consegnare un involucro senza contenuto, ma la scatola vuota agisce sulla mente del paziente, proprio come farebbe un farmaco, attivando o inibendo sinapsi, alterando le quantità di neurotrasmettitore in specifiche aree del cervello e modificando l’attività cerebrale in modi oggi facilmente accessibili all’indagine scientifica.
I placebo non sono soltanto pillole di zucchero ma possono essere qualcosa con il potere di agire sulle aspettative del paziente. I placebo sono fatti di parole, simboli, rituali, significati, la cosa importante non è il mezzo usato ma i cambiamenti che induce nell’attività neurale e come questi cambiamenti si ripercuotono sulle funzioni psicologiche e corporee.
I placebo modulano le stesse vie biochimiche sulle quali agiscono i farmaci della pratica medica routinaria. Ma questa considerazione dovrebbe essere capovolta. Infatti sarebbe più appropriato dire che i farmaci utilizzano le stesse vie biochimiche di parole, simboli, rituali e significati dato che questi sono molto più antichi dei farmaci.
Richiesta importante di tutti coloro che si occupano di pazienti nella pratica psichiatrico-psicoterapeutica è di poter descrivere i disturbi psichici in modo chiaro e comprensibile, di poterli inserire in un'adeguata cornice di orientamento e di potersi riferire ad approcci utili per la loro comprensione. Questo libro tratta di una psicopatologia elementare e orientata alla pratica. Ordina i fenomeni descrivibili, insegna la precisione indispensabile nel descrivere e nell'utilizzare i concetti e consente sguardi nel retroscena dell'insorgenza del disturbo psichico.
In questo libro l'autore fornisce i dati scientifici delle scoperte e dei progressi più recenti delle neuroscienze, utili a spiegare sia i sistemi biologici coinvolti nell'interazione medico-paziente, sia il loro significato evoluzionistico. L'affrontare il rapporto medico-paziente da una prospettiva neuro-scientifica può presentare qualche vantaggio? Io credo di sì, per parecchie ragioni. La prima è ovvia: le neuroscienze sono interessate alla comprensione del funzionamento del cervello, e questo particolare incontro sociale può svelare i meccanismi delle funzioni cerebrali superiori, quali la fiducia e la speranza. La seconda ragione è che i medici, gli psicologi e il personale sanitario possono comprendere meglio le alterazioni da essi indotte nel cervello dei loro pazienti. Con questa conoscenza neuroscientifica in mano, il personale sanitario "vede" in maniera diretta come parole, attitudini e comportamenti attivino e inattivino molecole, aree corticali e sistemi sensoriali nel cervello dei pazienti. Io credo che questa "visione diretta" del cervello del paziente possa contribuire a incoraggiare un comportamento empatico e compassionevole da parte del personale sanitario. La terza ragione è legata alla seconda: sono convinto che i medici, gli infermieri e il resto del personale medico possano trarre beneficio dall'insegnamento delle Neuroscienze della Relazione Medico-Paziente nelle Facoltà di Medicina e nei Corsi di laurea in Infermieristica, come pure nei corsi di Psicologia.
"Cosa hanno a che fare i ravers sballati di droghe sintetiche al rombo martellante della techno music, perduti nell'ultima alba del mondo, con Christiane F. e i ragazzi dello Zoo di Berlino? Cosa fanno i SerT per questi psiconauti senza insight di tossicomania, che sdegnano oppiacei e comunità terapeutiche? Che fa lo psichiatra di guardia in pronto soccorso di fronte a uno scatenato adepto delle piante di Dio? Quanti di questi ragazzi rimangono per sempre prigionieri del viaggio? Sulle tracce lasciate nella seconda metà del Novecento dai grandi Maestri della psicopatologia italiana due psichiatri di frontiera esplorano e descrivono l'emergenza della follia chimica, lontana sia dalla follia classica che dalla dipendenza classica. Se ogni epoca sceglie le sue malattie mentali e la sua psichiatria, la post-modernità ci sfida dunque con le psicosi sintetiche. Siamo noi in grado di comprenderle e di curarle? O preferiamo soccombere nell'asfissia metodologica, omologante e disumana dell'attuale psichiatria di superficie?" (dall'Introduzione).