Il fenomeno della pandemia ha contribuito tragicamente ad evidenziare anche alla coscienza comune che l'interdipendenza è un dato reale. Non è retorico parlare di destini comuni e della necessità di superare la miopia dei particolarismi. Si tratta di una responsabilità che non è legata soltanto a una ragione di convenienza, perché scaturisce da un'esigenza più profonda di verità e di giustizia. La categoria antropologica capace di intercettare la radice di questo compito è la fratellanza. Il volume raccoglie gli atti del convegno della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale del febbraio 2021, con il contributo di giuristi, filosofi e teologi.
Da come si guarda il mondo tutto dipende! Un cambio d'epoca impone un nuovo sguardo. Di cui tutti gli uomini di buona volontà sono capaci. Che adotti la carità come via di trasformazione dell'attuale modello di società e abbia come obiettivo la fraternità. La riflessione teologica deve mostrare come fede e società siamo legate da un'unica logica quella della prossimità e della solidarietà. Questo volume invita a vederci come comunità di destino e di condivisione, capaci di mettere in gioco nelle relazioni sociali il buon samaritano che ci abita.
La nozione di "legge della gradualità" è tornata ad assumere un rilievo primario nel dibattito teologico-morale a seguito della pubblicazione di Amoris Laetitia, pur rimanendo ancora indeterminata sotto un profilo teorico. Il presente studio si propone come un dittico nel quale analizzare i testi magisteriali e contributi teologici riguardanti questa nozione (prima parte) e offrire un'ermeneutica (seconda parte) che consenta l'assunzione radicale dell'istanza che questo principio suggerisce, ovvero l'imprescindibile ruolo della storia soggettiva nella costituzione dell'identità singolare del soggetto agente.
Questo volume è un tributo di riconoscenza a un docente, uno studioso di teologia e un intellettuale, che appartiene al (ristretto) novero dei maestri di vita. La riflessione di Giuseppe Angelini è caratterizzata da una epoché critica, rispetto ai luoghi comuni, non solo del sapere filosofico e teologico tradizionale e "scolastico", ma anche - e soprattutto - rispetto alle forme diffuse della cultura moderna: una sospensione critica tesa a riscoprire l'evidenza morale che sta all'origine del soggetto, a partire dalle mediazioni culturali nelle quali si attesta quella verità, sempre religiosa, della quale soltanto egli può vivere.
La coscienza morale è stata per secoli la voce indiscussa di Dio che parla dentro. È stata poi, nella stagione moderna, il presidio sicuro dell'autonomia individuale. Oggi è diventata un brusio indistinto, che provoca molti fastidi; esso è affidato alla cura degli psicologi. I filosofi (e anche i teologi) se ne occupano poco. Per capire il destino della coscienza in questo saggio è interrogata la Bibbia. Essa illustra come la voce prenda forma di parola soltanto attraverso un processo disteso nel tempo, che coinvolge la biografia individuale e insieme la cultura tutta del villaggio intorno.
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrio-nale di Milano nel febbraio 2017. L'esperienza del male è una leva che scardina l'esistenza, perché ne mette radicalmente in questione il senso. Anche i tentativi razionalistici di ricondurre ad un ordine superiore l'ineluttabilità del male falliscono nell'obiettivo di comprenderlo come il non-dovuto per l'uomo. Tenere aperta la domanda è anzitutto una questione di fedeltà alla condizione umana, da indagare con rispetto e disincanto nei meandri del suo desiderio, fin nell'abisso dei fallimenti deliberati e subiti. La testimonianza della fede cristiana non offre una su-perficiale consolazione. Anzi, per certi versi significa una radicalizzazione del tratto scandaloso del male, perché lo mette sulla scena di un dramma che coinvolge Dio stesso. L'attestazione biblica genera una storia delle dottrine che l'intelligenza teologica è chiamata a ripensare in ordine al mistero della libertà, pericolosamente sospesa alla possibilità del suo scacco, e inauditamente esposta alla sovrabbondanza della grazia.
Il presente volume inaugura una nuova collana dell'editore dedicata ad offrire strumenti per la scuola, il dibattito e l'aggiornamento culturale. A cominciare dal tema del male che è l'oggetto del primo numero. Ogni commento alle tragedie moderne è misurato dall'orrore di Auschwitz, vero spartiacque della nostra storia, evento che sembra rifiutarsi ad ogni spiegazione, destinata ad apparire una consolazione a poco prezzo e dunque un'ulteriore ingiustizia nei confronti delle vittime. L'impossibilità di spiegare il male ha tuttavia condotto ad atteggiamenti di rassegnazione, assuefazione, finanche di complicità, che l'autore si incarica di analizzare per contrapporli alla domanda di Giobbe, il personaggio biblico vittima delle peggiori disgrazie che pure non rinuncia ad invocare giustizia per l'uomo. La sua è una protesta contro il silenzio di Dio di fronte alle vittime, ma proprio percorrendo quel silenzio l'autore vi troverà un appello alla libertà dell'uomo affinché diventi responsabile verso l'altro uomo. Appello che conduce l'uomo ad un più intimo e sofferto colloquio con Dio. La protesta di Giobbe ci consegna così una nuova immagine di Dio, disponibile ad accogliere le domande e i dubbi più inquietanti dell'uomo moderno.
Il volume intende presentare al lettore la ricostruzione storica del problema della coscienza erronea a partire dai Padri della Chiesa e la ripresa sistematica in rapporto al tema della verità.
Anche tra i cristiani la morale non gode di una "buona fama". Vari sono i motivi: alcuni di carattere storico e culturale, altri, forse, più congeniti e strutturali (G. Angelini) Si deve, inoltre, rilevare che un certo disagio nei confronti dell'impegno morale ha spinto - e spinge tuttora - a cercare "rifugi" e "fughe" nell'esperienza mistica e spirituale (C. Vaiani). L'illusione è che essa possa essere una via "breve" o "alternativa" rispetto al faticoso ed esigente esercizio della libertà (B. Maggioni). L'obiettivo finale è che questa "presa di coscienza" aiuti a elaborare criteri e a individuare suggerimenti per una migliore educazione all'esperienza morale (E. Combi).
Atti della giornata di studio che si é tenuta il 9 gennaio 2003 presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale.