Il declino delle religioni nelle società occidentali non equivale alla scomparsa della vita religiosa. L'uomo moderno possiede una spiritualità che non è più regolata dalle istituzioni religiose ma dal desiderio personale. Ma è possibile raggiungere il Mistero del mondo, abbandonando i sentieri tracciati dalle grandi tradizioni religiose? Senza conoscere la grammatica del sacro non si rischia di trasformare il dialogo con l'Altro in un narcisistico monologo dell'ego? Uno strumento per comprendere l'«esperienza religiosa» in un contesto segnato dal pluralismo etnico e culturale.
La duplice fedeltà alla terra e al cielo nell'unica persona dell'uomo responsabile che crede e che pratica la giustizia: in dialogo con Italo Mancini la cifra ermeneutica della responsabilità viene qui proposta come chiave di volta per una ripresa religiosa e culturale dell'Occidente, la cui storia e identità sono intrecciate alla verità del Cristianesimo. Questo orientamento fondamentale, che rilancia la questione veritativa in prospettiva storico-dinamica, consente un'efficace incursione nei territori della salvezza teologica, riconoscendone la strutturale correlazione con la storia.
L'attuale complessità del vissuto (umano ed ecclesiale) impone con urgenza di ripensare l'alterità. L'analisi sociologica caratterizza la nostra epoca, da un lato con i tratti di un esasperato individualismo e di una generalizzata frammentazione sociale, dall'altra lo sguardo ad alcuni fenomeni contemporanei (moda, istinto di imitazione, pulsioni gregarie, affollamenti sportivi, musicali e religiosi) sembra convincere del contrario. La profondità di questi mutamenti sollecita in tal senso a ripensare l'alterità, non solo come l'altro da me, che mi sta di fronte, ma anche come l'altro di me, che è parte costitutiva della mia identità e mi pone inesorabilmente di fronte alla mia radicale incompiutezza. Perché la relazione interpersonale è non solo la dimensione più profonda del mistero di Dio, ma anche dell'uomo creato a sua immagine. A questo tema il Centro studi di spiritualità di Milano ha dedicato la sua annuale Giornata di studio nel gennaio 2015 e ne pubblica ora gli Atti.
Il volume pubblica gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano nel febbraio del 2010. I saggi qui raccolti si propongono di esplicitare e approfondire le possibilità di applicazione dell'approccio tra teologia ed estetica, concentrando la riflessione intorno a due tematiche di particolare attualità. La prima è quella che riguarda il peso della dimensione sensibile-affettiva nell'esperienza della realtà e, dunque, anche di Dio. La seconda è quella dell'importanza che deve essere riconosciuta alla dimensione sociale-mondana nella costituzione dell'interiorità umana. Dal punto di vista teologico, il filo rosso che unisce i due temi, è in ultima analisi il senso del primato teologale di agape, come luogo di verità per l'origine e il compimento dell'uomo. La sensibilità umana è radicalmente recettiva, nei confronti della qualità spirituale che si apre mediante la fede. E il legame instaurato dall'incarnazione di Dio con la storia dell'uomo si oppone alla perdita della bellezza dei suoi legami affettivi e mondani.