L'ambizione che accompagna l'indagine condotta nel saggio è raccogliere il "non detto" dell'originale lettura del cristianesimo, elaborata da Michel Henry (1922-2002). Il riferimento centrale alla realtà della Vita - con le dimensioni ad essa collegate della carne, dell'affettività e dell'identità come "luogo" originario del legame tra Dio e l'uomo, interpella la teologia credente a ripensare in una luce nuova l'"essenza" stessa del cristianesimo. La sfida è quella di ricercare - con e oltre Henry - un modello di rapporto tra fede cristiana e attuazione dell'umano, coerente con la presa di coscienza fondamentale che "il popolo di Dio e l'umanità, entro la quale esso è inserito, si rendono reciproco servizio" (Gaudium et Spes, n°11). Si tratta in definitiva di contribuire a liberare l'attuale cultura europea dalle sue contraddizioni, in forza del rimando all'incessante inedito dell'evento di Gesù Cristo, in quanto capace di ispirare - nella fede del figlio - idee e pratiche più degne per l'uomo.
Il volume presenta gli Atti del XI corso residenziale del Centro Studi di Spiritualità di Milano, tenutosi nel luglio 2012 a Bienno (BS). Esso punta l'attenzione su ciò che, dai racconti evangelici, da Paolo e da altri ancora, costituisce l'aspetto cruciale del cristianesimo: la croce, la fede nel Crocifisso e la sequela del Crocifisso. Ora, sebbene questa verità non venga espressamente messa in dubbio, si avverte oggi il forte rischio di ridurre la croce a puro simbolo culturale, a mero repertorio e reliquia del passato della quale fare uso archivistico e museale o semplicemente espressivo. Qual è allora il valore della croce come simbolo e quale legame esiste fra questo simbolo esteriore e l'identità cri-stiana? Come riprendere e rivedere seriamente il valore della croce nell'esistenza cristiana? Rispondono a queste domande i saggi raccolti nel volume: per l'aspetto filosofico A. Fabris, per quello biblico R. Vignolo (vangelo di Giovanni) e F. Bargellini (letteratura paolina), per quello iconografico/artistico A. Montanari, per quello sistematico A. Cozzi e per quello spirituale (con riferimento all'e-sperienza di E. Stein) L.E. Bolis.
La tradizione cristiana ha a lungo riflettuto sui sensi spirituali che, come oggi appare chiaro, non vanno intesi in alternativa ai sensi corporei, ma co-stituiscono l'affinamento dei quegli stessi sensi, illuminati dalla luce dello Spirito. È noto che la tradizione cristiana occidentale e filosofica ha gradualmente manifestato anche una diffidenza nei confronti del sensibile, che ha portato all'inaridimento e all'estenuazione che l'egemonia della ragione ha imposto all'elemento sentimentale, affettivo ed emotivo dell'esperienza umana. Il volume presenta il risultato di una ricerca promossa dal Centro Studi di Spiritualità della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale (Milano), che ha inteso sviluppare un confronto interdisciplinare a tutto campo, con l'intento di offrire una percezione più completa dell'uomo concreto e della qualità spirituale della sua esperienza.
Jean-Baptiste Saint-Jure (1588-1657), gesuita, tra i più significativi maestri spirituali del Seicento francese, fu direttore e scrittore a lungo apprezzato. Il presente studio, a lui dedicato, si propone di riscoprire un autore oggi quasi dimenticato attraverso l'analisi delle sue numerose opere, colmando così una lacuna nel campo degli studi di storia della spiritualità. Erede della tradizione ignaziana più consolidata, Saint-Jure ha saputo comporre in un insegnamento profondo ed equilibrato i riferimenti biblici, patristici e teologici più tradizionali con le istanze di rinnovamento proprie del suo tempo, accogliendole con prudenza e misura. La sua dottrina spirituale sottolinea costantemente la centralità dell'amore e dell'unione con Cristo, quale elemento caratterizzante l'esistenza di ogni cristiano, in qualunque condizione viva.
Raccogliere le ultime parole di un maestro è come custodire un messaggio, una raccomandazione, un importante insegnamento. Le riflessioni si snodano attorno al tema della "secolarità cristiana", cioè del modo credente di assumere la realtà, nel divenire della storia. Così l'autore definisce la "secolarità secondo lo spirito" come l'esperienza di chi, nella prospettiva della fede, legge e interpreta le diverse situazioni della vita e della storia secondo il discernimento della sapienza e della scienza.
Il presente saggio è frutto della ricerca dottorale dell'A. Il tema indagato è quello della spiritualità laicale. La ricerca si muove quindi a partire dalla questione della spiritualità, ritenuta fondamentale per favorire nei laici una piena consapevolezza della propria vocazione e per formare ultimamente laici non solo generosamente impegnati, ma anche cristianamente maturi. A fronte delle numerose, e a volte contrastanti, pubblicazioni al riguardo si è ritenuto opportuno affrontare le domande di fondo: "cos'è spiritualità?"; "quale spiritualità riguarda i fedeli laici?". L'indagine si svolge interpellando il Vaticano II, il concilio che per primo ha dedicato attenzione alla figura laicale, che di essa si è interessato soprattutto per stimolare una maggior vita spirituale, che ha costituito contemporaneamente una sintesi della teologia precedente e suggerito sviluppi nuovi per la riflessione successiva.
Tra i massimi esponenti della teologia evangelica contemporanea, W. Pannenberg si è dedicato allo studio dei temi essenziali della fede, in cui ricerca filosofica e intelligenza teologica si intrecciano con equilibrio senza mai prevaricare l'una sull'altra. Negli anni '50, con altri colleghi, fonda il Circolo di Heidelberg e vi ispira il programma La rivelazione come storia, alla cui tematica, sviluppata negli studi successivi di Pannenberg, il presente saggio critico si dedica.La storia nel pensiero di Pannenberg diventa il luogo nel quale non solo vive l'esperienza religiosa dei singoli uomini, ma anche la realtà personale di Dio che si rivela indirettamente proprio nel suo agire storico. In particolare, Dio non è tanto 'oggetto' della coscienza, ma 'soggetto' che si fa incontro alla coscienza e a cui la stessa coscienza può corrispondere.