«Negli scritti di Moioli la “questione del prete” si propone nella sua identità di questione teologica, propriamente secondo la prospettiva della teologia spirituale, mirata intenzionalmente a rilevare la figura cristiana del prete. […]
Su questa linea, la ricerca di Moioli si muove con fermezza e disinvoltura. Propriamente non è più una ricerca, ma piuttosto una lezione lucida, convinta e persuasiva, che merita di essere appresa, anche perché è maturata non nel rifugio ovattato e senza tempo delle biblioteche, ma nel fermento vivace e a tratti convulso del post-concilio. […]
La vicenda postconciliare del prete non è conclusa e l’accompagnamento di Moioli mantiene la sua attualità. Lucidi e illuminanti, i suoi scritti consentono di prolungare l’accompagnamento, oltre la morte, anche oggi. Sarebbe stata insipienza non raccoglierli; rischiavano di smarrirsi senza poter essere utilizzati, in un momento in cui il prete non è ancora uscito dal suo disagio e la letteratura sul prete non è ancora uscita dalla deriva dell’improvvisazione e dell’insignificanza. L’averli raccolti significa avere prodotto un testo imprescindibile per il prete e per la letteratura sul prete» (dalla Prefazione di Giuseppe Colombo)
«Essere, fino al dono della vita, “liturgo” del culto spirituale che è la comunità cristiana e l’uomo,
a cui fraternamente si mantiene legato; e quindi essere deputato a svolgere
presso i fratelli il compito del “pastore”, mettendo sempre più in risalto
e vivendo per sé e per gli altri un radicale riferimento a Cristo,
unico Signore e Salvatore e Sposo della Chiesa: ecco il senso spirituale sintetico
dell’essere presbitero (e vescovo) secondo il Concilio».
(Giovanni Moioli)
Don Giovanni Moioli (Vimercate 1931-1984) è stato uno dei grandi teologi e maestri spirituali del XX secolo. I suoi scritti non cessano di essere letti e pubblicati. Presso l'editrice "Centro Ambrosiano" sta giungendo al termine la pubblicazione della sua Opera omnia.
In questo volume abbiamo pensato di raccogliere alcuni passaggi "chiave" dei suoi scritti per consentire ai lettori di conoscerlo meglio ed essere aiutati a mettere a fuoco la prospettiva fondamentale della vita cristiana - divenire discepoli di Gesù - ed essere accompagnati nella riflessione su alcuni nodi fondamentali di quel cammino: la croce, l'eucaristia, la chiesa, la preghiera, la fede, la santità e la vocazione. Ne è nata un'introduzione alla vita cristiana, utile per tutti.
Giovanni Moioli scrisse questo volume - sino ad ora pubblicato solo come "pro manuscripto" - come "momento storico" e "lettura delle fonti" bibliche e patristiche relative alla figura di Gesù di Nazaret. Questo perché in una prospettiva più "dinamica", desiderava mettere in luce la "logica interna" dei momenti chiave della storia della fede cristiana. Riuscì, così, a documentare con attenzione e profondità che nella sua Pasqua realizza definitivamente le modalità con le quali Gesù viene presentato come «il Cristo e il Signore l suo rapporto con la Salvezza- Alleanza». Un rapporto che «è di manifestazione - creazione - mediazione: concretato nel dono dello Spirito». In Gesù e «attraverso lui appare il volto "trinitario" e "condiscendente" di Dio» e «per lui ed in lui il mondo e l'uomo storico trovano il proprio senso e la propria verità: così che soltanto cristicamente può essere pronunciata l'ultima concreta parola su Dio e sull'uomo».
Il volume raccoglie i contributi che Giovanni Moioli scrisse, oltre ai manuali, tra il 1964 e il 1983 su alcuni grandi temi della teologia cristiana: l’Eucaristia, il Quarto sacramento, l’Unzione dei malati e l’Escatologico cristiano. Essi documentano come nei vent’anni dell’immediato post concilio don Moioli svolse la propria riflessione con il rigore e la passione che, anche grazie alla pubblicazione dell’Opera omnia, stiamo riscoprendo e imparando ad apprezzare. Una riflessione che non perde mai di vista la stretta relazione tra l’esperienza e la teologia, tra un’intelligente ricerca dell’autenticità umana e un altrettanto intelligente ascolto di ciò che Gesù rivela di sé e del suo singolare rapporto con il Padre. È uno dei motivi per i quali anche questi contributi meritano di non essere dimenticati, ma raccolti e, con la stessa sensibilità e intelligenza con la quale furono scritti, riletti.
«L'uomo "spirituale" è colui che, nella fede, vive di ciò che crede: vive, cerca di assimilare, cerca di personalizzare, secondo certi criteri, l'oggettività cristiana. Così, una storia della spiritualità cristiana è la storia di questa personalizzazione, e di come si è espressa; è anche la storia delle tensioni e delle crisi a cui questa personalizzazione si è trovata o si va trovando esposta; è anche la storia delle assimilazioni parziali e di quelle non riuscite o dei rifiuti di personalizzare l'oggettivo della fede cristiana» (Giovanni Moioli).
«Gli Studi di cristologia raccolti in questo volume dell'Opera omnia di Giovanni Moioli ci presentano la "cristologia della 'singolarità' di Gesù" in statu nascenti. [...] Si configurano [...] come il ritorno al momento sorgivo con cui il grande teologo della Scuola di Milano ha elaborato il cuore della sua teologia, con il senso vivo della "centralità" di Cristo come "forma" della vita cristiana. La cristologia, tra teologia e antropologia, è il discorso in cui Dio e l'uomo s'incontrano nel fuoco incandescente in cui la differenza cristiana si dice dentro l'universale umano. Essa mette in comunione con il volto "cristiano" di Dio e dà "forma" all'umano nella storia. [...] Nell'arco temporale di appena quindici anni, [Giovanni Moioli] ha realizzato un'impresa gigantesca: dare volto "cristocentrico" al sapere teologico. Senza facili riduzioni né a un cristomonismo teologico, né a un antropocentrismo esistenziale. Egli ha saputo tenere nel crocevia dinamico della storia di Gesù la rivelazione trinitaria e la figura spirituale del credente, punto di sintesi dell'agire morale e della missione pastorale» (dalla Prefazione di Franco Giulio Brambilla).
"Cos'è la "profondità di Dio"? San Giovanni ci ha risposto: la profondità di Dio si chiama l'amore di Dio. E che cosa è la "profondità di Cristo"? E' l'amore di Dio che si fa visibile, è dentro a un pensiero umano, è dentro a una coscienza umana, è dentro a una libertà umana, in una sofferenza, in una gioia umana. Gesù non tiene proprio niente er sé. Gesù si dona completamente per noi. E' venuto per noi, è nostro, è a nostra disposizione; il nostro bene è il suo desiderio"
Giovanni Moioli
Due le aree tematiche di questo sesto volume dell’Opera omnia di Giovanni Moioli: la santità cristiana, con un’attenzione particolare alle sue caratteristiche e al percorso educativo che può favorirne la crescita, e lo studio di alcune delle forme concrete che la vita cristiana ha conosciuto nel corso dei secoli, con una considerazione più attenta dell’esperienza e della teologia degli Istituti Secolari.
I due temi facilmente si intrecciano, perchè la santità cristiana non è mai un percorso individualistico. Il cammino della santità non può non coinvolgere personalmente e in profondità, ma ciò che lo suscita e lo fa maturare è il dono dello Spirito di Gesù che rende «possibile rivivere la vicenda di Cristo, essere la “memoria” di lui, della sua morte e della sua risurrezione» e «la prova che si ha nel cuore la partecipazione alla carità di Cristo sta nell’amore per la Chiesa, non del rifiuto della Chiesa». Perciò «non c’è santità cristiana che non abbia una reale dimensione ecclesiale». Si può diventare santi solo «per strade diverse, con fisionomie diverse: non prima di tutto in base alle “cose che si fanno”, ma alla fede ed all’amore con cui si vive ciò che si fa», quindi con forme di vita necessariamente diversificate, ma tutte riconducibili alla carità di Cristo e al dono del suo Spirito.
«La verità è Gesù Cristo e il termine correlativo adeguato alla verità che è Gesù Cristo non è la pura intelligenza. È “anche” l’intelligenza, ma più completamente è la libertà, che è là dove non c’è più separazione tra l’intelligenza e la volontà e l’amore, cioè dove l’amore, l’intelligenza e la conoscenza hanno ritrovato l’unità, quando l’uomo non è più diviso tra ciò che sa e ciò che fa, quando il suo amore non cammina più lentamente della sua intelligenza». (Giovanni Moioli)
GIOVANNI MOIOLI, nato a Vimercate (MB) il 4 maggio 1931, viene ordinato sacerdote il 27 giugno 1954 dal cardinale Ildefonso Schuster. Nel 1958 si laurea in teologia, presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma), con una tesi su La devozione berulliana al Verbo Incarnato. Nel 1961 inizia a insegnare teologia spirituale e, l’anno successivo, teologia sistematica presso il Seminario di Venegono Inferiore (VA). A partire dal 1969 assume i due insegnamenti anche presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (Milano) dove, nel 1974, viene nominato docente ordinario. Muore a Vimercate il 6 ottobre 1984.
Sono raccolti nel volume i contributi – relazioni, articoli e voci di dizionari – dedicati al tema della vocazione all’amore nella forma del matrimonio, a cui don Giovanni Moioli ha dedicato grande attenzione, interrogandosi sul rapporto con la verginità. Due temi decisivi per la spiritualità cristiana.
Pochi mesi prima della morte, don Giovanni Moioli tenne un ciclo di conferenze in una parrocchia per introdurre e preparare alla festa del Santo Crocifisso. Alla luce della propria sofferenza, rilegge le tappe fondamentali dell'interpretazione teologica della croce di Gesù. Vi trova non l'esaltazione del dolore di Dio, non l'imposizione della sofferenza all'uomo, ma la ricerca -da parte di Dio- di un dialogo d'amore con gli uomini e la proposta del dono reciproco della vita. La croce, allora, appare non come precetto, ma come grazia: il dono gratuito dell'amore di Cristo e della vita in Lui.