Il doppio cd di "Ester il Musical" contenente brani e basi musicali.
La finalità di ogni musical di Cettina Marraffa, autrice di diverse opere sacre, è stato sempre quella di aiutare i giovani a riconoscere Cristo come verità della loro generazione, fondamento del loro futuro, pienezza dell’umanità a cui aspirano, dono da estendere nel loro mondo, offrendo al pubblico una vivace e sentita proposta di fede, con le forme attraenti dell’arte scenica.
Il Beato Giuliano Nakaura (1568-1633), patrizio giapponese divenuto sacerdote della Compagnia di Gesù e membro dell'Ambasciata Tensho, fu il primo pellegrino giunto in Italia da quelle terre lontane. Nel Luglio del 1585 fece visita a Cremona dove ricevette calorosa accoglienza e, in Duomo, dal loro Vescovo Niccolò Sfrondati (divenuto poi Papa Gregorio XIV). Tornato in Giappone portò con sè strumenti e musiche occidentali, forse anche cremonesi, con i quali, insieme ai suoi tre compagni di viaggio, suonò di fronte alle massime cariche politiche del Giappone che ascoltarono per la prima volta musica italiana, apprezzandola molto e richiedendo numerosi bis.
Questi fatti storici e l'incontro tra Emi Aikawa, soprano giapponese che vive a Cremona, con La Rossignol, sono all'origine del percorso musicale proposto in questa incisione, ovvero partiture proprie del grande repertorio paraliturgico di quel tempo, naturalmente eseguite con stili e strumenti d’epoca, esempi concreti che documentano il felice itinerario della fede e della musica verso la nuova epoca.
Fondato nel 1991, l’Ensemble Calixtinus si ispira all’omonimo codice e da esso trae spunto per una ricerca sulle pratiche vocali e strumentali dall’ XI al XV secolo. Alla passione per la musica unisce rigorosi studi storici, linguistici ed iconografici, necessari per ricostruire le viventi tradizioni musicali dell’Europa medievale, e in particolare della regione mediterranea.
Una costellazione di immagini sfumate meditative, sognante poesia nuziale dell’amore tra Dio e l’umanità: così ho voluto raffigurare nella policromia di questo recital così ricco eppur essenziale, il mistero dei miracoli del Signore. Segni del Regno che viene, carezza del Dio vicino, ne ho voluto offrire una lettura vivace, coraggiosa, partecipata.
Il punto di vista è quello di uno spettatore del tempo: di quel “tempo intermedio” che è in fondo anche il nostro stesso stato “esodale”, il nostro essere in cammino verso un’eredità promessa e donata, attesa e già vissuta; un “tempo” di ieri e insieme di oggi, che solca i millenni e congiunge “sacramentalmente” l’esperienza dei testimoni oculari a quella dei nostri giorni affaticati e incerti. L’inno incastonato a mo’ di inclusione tra inizio e fine della rappresentazione traduce questo respiro che dissolve e riannoda spazio e tempo: “Venite con noi… è passato l’inverno!”. Un invito, dunque, a condividere la gioia messianica, ma anche un messaggio di ardente speranza: nel cuore della notte, è ancora possibile cercare le note silenziose della lode a Colui che ha abbracciato la nostra infamia per avvolgerla nel suo manto regale: “Alla tua ombra, Signore…”. È così che l’immagine si fa
icona, la poesia si fa preghiera, il canto si fa lode: la sequenza cinematica si arresta, le “pose fotografiche” bloccano il flusso narrativo e vi iniettano il respiro plastico di uno spazio simbolico. Ho deciso di commentare in questo modo le scene dei miracoli: attraverso un intreccio di mimica, meditazione poetica ed evocazione simbolica che
esalta sinergicamente i vari registri espressivi e li fa interagire. Al centro, il “miracolo-icona” di una conversione possibile: quello testimoniato dalla peccatrice, in un gioco chiaroscurale che avvolge il lucore opaco di un falso amore e lo trasforma, ai piedi del Principe del cielo, in ombra luminosa di un Amore vero. Qui che si arresta – ma solo
per innestare un circolo infinito di nuovo e sempre più “vero” amore – la parabola meditativa del recital: ai piedi del Signore, all’ombra del sepolcro che il suo Giorno ha inondato di luce. “Alla tua luce fugge la nostra paura; alla tua ombra, un canto si innalza nella notte. Non siamo più soli: Tu sei vicino. Alla tua ombra, Signore…”. Ringraziare
chi mi è stato accanto in questo lavoro è il più doveroso, ma anche il più ingrato dei compiti, soprattutto se a collaborare – come in questo caso – sono stati veramente in tanti. Volti amici, persone la cui opera si è spesa nel silenzio, con la discrezione e l’umiltà di chi sa servire ed amare senza chiedere nulla in cambio. È così che mi piace pensare a mia madre, fondatrice ed ispiratrice del Movimento Apostolico, testimone dell’amore del Crocifisso risorto, esempio di dedizione e di sacrificio; è così che penso alla mia famiglia, e particolarmente a mia figlia Bernadette, perla preziosa e cuore delle mie attenzioni quotidiane; è così, ancora, che penso a monsignor Costantino Di Bruno, Assistente ecclesiastico centrale del Movimento, guida e orientamento luminoso del nostro cammino di fede. Un grazie vivissimo a tutti… Un ricordo va anche a tutti i sacerdoti che mi sono stati vicini, a tutti gli aderenti che si sono prodigati per rendere possibile questa rappresentazione, a tutti i giovani che sono stati coinvolti – molti dei quali per la prima volta – e con il loro impegno hanno dato prova di amore grande per il Signore.
Il fatto di averli visti lavorare gomito a gomito, immedesimati nelle loro parti, rapiti dal mistero che sapevano di poter testimoniare con la recitazione, la danza, il canto o – assai spesso – con il lavoro silenzioso svolto “dietro le quinte”; è questa la più edificante
dichiarazione di fede, un dono che ci ha arricchiti tutti, senza eccezioni. Con loro, ho ripetuto entusiasta il sì di ogni giorno: il sì alla missione di annunziare e ricordare al mondo la parola del Vangelo, con coraggio e freschezza. . . con la gioia di chi ha scoperto, all’ombra dell’Altissimo, il tepore di un sole che non tramonterà mai
sulla storia degli uomini.
Sacra rappresentazione.
Il Prologo del Vangelo secondo Giovanni così presenta il mistero di Cristo Gesù: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta" (Gv 1, 1-5). Cristo Gesù è la luce del mondo, il sole che sorge (Lc 1,78). Egli è venuto tra noi per illuminare le genti (Lc 1,32) con la sua verità eterna, per chiamare ogni uomo ad entrare in questa conoscenza del mistero di Dio e dell’uomo. Egli vuole che ogni suo discepolo "sia luce del mondo e sale della terra", come Lui è il Sole di Giustizia e la Sapienza della Verità. Il Movimento Apostolico da molti anni è impegnato a dare voce e forma alla Parola di Dio, attuando quella Nuova Evangelizzazione, auspicata dal Santo Padre Giovanni Paolo II, che raggiunga ogni uomo e lo immetta nella conoscenza del mistero di Gesù Salvatore e Redentore dell’uomo.