Nel corso del 2011, grazie alla collaborazione tra il Ministero della Cultura Indiano e SOMA/VAIS, con i buoni uffici del Consolato Generale dell'India di Milano, è stato pensato e realizzato un volume per celebrare il 150° anniversario della nascita di Rabindranath Tagore (1861-1941), il più grande poeta indiano moderno, ben noto in tutto il mondo non solamente per le sue struggenti liriche, ma anche per essere stato insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 1913. Bengalese di nascita , cosmopolita nella formazione, Tagore raggiunse il punto più alto di quell'ispirazione poetica profondamente radicata nelle millenarie tradizioni dell'India, filtrate e reinterpretate alla luce d'una profonda conoscenza delle correnti letterarie predominanti in tutto il mondo, ch'egli poté approfondire di persona durante le sue peregrinazioni in Europa, nel Nuovo Mondo e in Giappone. Questo volume , opera collettiva di un gruppo di indianisti, intende celebrare il Poeta illustrando l'influenza delle suggestioni che la sua terra natia, il Bengala, impressero nella sua anima, la formazione che il suo circolo famigliare gli offerse, l'evoluzione della sensibilità tagoriana affinata dagli intensi contatti con gli uomini della cultura e della politica indiana dei suoi tempi, tra cui primo di tutti, il Mahatma Gandhi sullo sfondo dell'aspirazione indiana all'indipendenza. Il tutto si chiude con un florilegio di liriche tradotte.
Tra le diverse convinzioni errate che la cultura di massa diffonde, si ripetono le affermazioni per cui gli antichi avrebbero creduto che la terra fosse piatta e che si trovasse al centro dell'universo mondo. Questa convinzione erronea si sarebbe perpetuata a partire dalla notte dei tempi fino al Rinascimento. In realtà le grandi civiltà del passato , sia quelle scomparse sia quelle ancora viventi, da sempre hanno appoggiato la loro speculazione su una osservazione rigorosa dei fenomeni celesti, trovando in essi anche una crittografia dei misteri del cosmo e del metacosmo. Se da una parte le speculazioni sugli astri hanno sviluppato scienze quali l'astronomia e l'astrologia, la matematica, la cosmologia, la fisica, l'alchimia, la cronografia, dall'altra l'osservazione delle forme , dei rapporti numerici, dei movimenti e dei prodigi (comete, eclissi, meteoriti), hanno messo in moto numerose arti quali l'architettura, la musica , la dottrina ciclica del tempo, la mitologia e l'applicazione umana di quest'ultima, l'epica. Tutte queste arti e scienze, poi, sono state utilizzate come linguaggio simbolico per esprimere misteri ineffabili di natura metafisica.
Il mondo della festa e del folklore italiano ed europeo, analizzato con gli strumenti della storia e dell'antropologia e della storia delle religioni, rivela una lunga e ricca serie di riferimenti a una liturgia annuale in cui si mescolano festivita' cristiane ed eredita' arcaiche di culti di radice celtica, classica e germanica. Razionalismo, utilitarismo, progressismo convergono nello sparare a zero sulle feste tradizionali: alcuni le vorrebbero derubricate a occasioni per di più intense forme di shopping, altri cancellate nel malinconico e indistinto crespuscolo del "tempo libero", altri invece sopravivventi ma spogliate di ogni sacralità e ridotte a ricorrenza laica. L'Autore riassume le ragioni per le quali le feste tradizionali sono degne di essere conosciute, comprese tramandate. INDICE DEL LIBRO: Cap. I, L'ora e il sempre., Cap. II, Rito e gioco nella festa., Cap. III, L'acculturazione del tempo., Cap. IV, Il Circo e il Santuario., Cap. V, La festa combattuta., Cap. VI, Calendario e calendari., Cap. VII, Il Cristo-Sole., Cap VIII, La luna dell'Equinozio., Cap. IX, Ex Eva Ave., Cap. X, Le feste nella città., Cap. XI, Le stagioni e il lavoro., Cap. XII, I vecchi dèi, la povera gente., Cap. XIII, Il principio, la fine e poi ancora il principio., Cap. XIV, Fate festa ogni tanto., Appendice I, Calendario romano antico., Appendice II, Calendario romano generale., Bibliografia.
L'Autore iniziò a lavorare su queste poesie nel 1900con tre brevi pezzi, mentre era impegnato in IL LIBRO DELLE ORE; all'inizio del 1912, mentre RIlke soggiornava a Duino, l'amico pittore Heinrich Vögeler lo invitò a pubblicarle. Rilke esitò inizialmente, in quanto considerava i tre testi esistenti datati e lontani dai suoi attuali interessi, ma la convinzione che la sua opera fosse in qualche modo dettata "dall'alto" ebbe la meglio sui suoi dubbi; le quindici liriche che compongono il libretto si situano a uno snodo nevralgico della produzione e della poetica di Rilke e preludono alla seconda, grandiosa fase della sua opera, quella che sarebbe culminata, esattamente dieci anni dopo, con la stesura delle Elegie duinesi e dei Sonetti a Orfeo. Da queste poesie traspaiono evidenti la meraviglia e il mistero contenuti nella profonda convinzione di Rilke della presenza di una Saggezza transpersonale a cui ogni uomo ha accesso, e che media tra l' Io e il Sé Superiore. INDICE DEL LIBRO: - La "Vita di Maria"., Incontri e commiati sul crocevia di Duino - La vita di Maria di Rainer Maria Rilke - La nascita di Maria - La presentazione di Maria al Tempio - L'annuncio a Maria - La Visitazione - Sospetto di Giuseppe - Annuncio ai Pastori - Nascita di Cristo - Sosta nella fuga in Egitto - Sulle nozze di Cana - Prima della Passione - Pietà