Il "De opificio Dei" scritto da Lattanzio nel 303 d.C é un trattato di fisiologia umana ma in esso prevale lo scopo apologetico e religioso, in quanto il fine a cui tende l'autore é la dimostrazione della provvidenza divina contro le concezioni materialiste ed evoluzioniste dell'epicureismo.
Malata di leucemia senza speranza, Emma fugge dalla ricca casa del marito e da Città del Messico, senza una meta. Il caso, nella persona di un indio che incontra alla fermata d'autobus, la porta a rifugiarsi in un povero villaggio abbarbicato sui fianchi della Sierra Madre, dove sarà semplicemente "la Maestra" per i pochi abitanti. La comunità, rimasta senza guida dopo la morte del "Padre missionario", la accetta e la rifiuta, la giudica e la sostiene quando la malattia torna ad aggredirla. Due volte "straniera" (è di origine canadese), la Maestra entra lentamente a far parte di un mondo per lei assurdo, dal quale tuttavia trae la forza per sopravvivere e il calore di nuovi affetti.
Hemingway fa venire in mente le corride, la guerra, le bevute epiche,l'avventura. Certo non cene a lume di candela e cucine accoglienti. Invece, a Hemingway il cibo piaceva; gli piaceva semplice. E una bottiglia di vino o un cocktail non mancavano mai. Scopriamo così che il cibo, anche se non venisse menzionato spesso nei suoi romanzi e racconti, ebbe un ruolo importante nella sua vita. Questa è una biografia particolare di Hemingway: i viaggi, gli amori, ma soprattutto i suoi gusti nel mangiare e nel bere. Le ricette di alcuni dei piatti deliziosi che l'accompagnarono porteranno la sua memoria di nuovo in vita e dentro le nostre cucine. E non poteva certo mancare un capitolo dedicato ai suoi cocktail preferiti.
La storia di Pinocchio é anche la storia di una fame inestinguibile, di pasti inseguiti e pietanze vagheggiate. Ma nelle avventure del più celebre burattino del mondo il cibo non manca: ci sono i pasti sontuosi del gatto e la volpe all'osteria del gambero rosso, quelli pantagruelici del Pescatore Verde e di Mangiafuoco, e soprattutto i sogni gastronomici di Pinocchio, irrealizzati ma sempre grandiosi. Il viaggio collodiano non poteva non avvalersi del libro di Pellegrino Artusi che trasforma le pietanze del Pinocchio in ricette rigorose e perfette.
Un viaggio onirico attraverso il mistero dell'esistenza che l'autore compie con la fantasia e con un simbolismo di matrice alchemica. Un viaggio dove si alternano luoghi reali - primo fra tutti la città di Venezia - e luoghi dell'immaginazione.
Se la Verità immutabile può essere conosciuta cogliendo il riflesso del raggio divino nello specchio perfettamente levigato del cuore, la purificazione interiore gioca in vista di questo scopo un ruolo primario. Il Principio eterno può, infatti, essere colto solo nel momento in cui la coscienza cessa di essere frastornata dal rumore della concupiscenza e della passione. La vigilanza e l'esame di coscienza sono due delle più efficaci tecniche spirituali che permettono al cercatore d'ogni tempo di progredire sulla Via della realizzazione. Al termine del processo catartico, finalmente purificata per mezzo di una rigorosa disciplina, l'anima si dischiuderà all'amore celeste, privilegiata porta d'accesso ai segreti gelosamente custoditi al cospetto di Dio.