Khadija e Malika, cugine, si ritrovano nella casa della loro infanzia in occasione delle nozze di un familiare. L'incontro e i preparativi della cerimonia sono occasioni di ricordi, rimpianti, rivisitazioni del passato con lo sguardo del presente. La storia della grande famiglia e insieme delle due protagoniste scorre così attraverso il flusso dei loro pensieri e colloqui da cui traspaiono le sofferenze e le ribellioni. Ritrovando le emozioni dell'infanzia e della giovinezza, le due giovani donne si rispecchiano malinconicamente nel passato amato/odiato della grande casa, all'ombra di un nespolo.
Gli otto racconti di Nahid Tabatabai spaziano dal frammento alla narrazione ampia che esplora in tre storie di donne un unico evento. Comune a tutti è la capacità di cogliere la soggettività dei sentimenti all'interno di un quadro sociale di cui non si ignorano le violente contraddizioni. L'immagine metaforica della "veste strappata" suggerisce dolorosamente la nuda realtà che affiora attraverso lo squarcio aperto da un momento, un evento che disvela una verità nascosta, spesso ignorata dagli stessi protagonisti. L'autrice intreccia il quotidiano e l'immaginario con suggestive provocazioni spesso affidando all'intuizione del lettore una conclusione che è sempre "altrove" rispetto al momento narrato.
Dopo un esilio volontario di sette anni, l'autore rientra a Beirut, dove ritrova la famiglia e gli amici. Si rivede bambino, poi adolescente, durante una guerra che ha devastato il suo paese. Con uno stile tanto serio quanto ironico e delicato si rammenta di fatti tragici e comici, atroci e commoventi: l'estetica della bomba, i franchi tiratori, l'amore a distanza, la coppa del mondo di calcio, gli ostaggi, la radio...
Carlo Emilio Gadda è uno dei massimi scrittori del Novecento anche per quanto riguarda il coté mangereccio. Nei suoi romanzi e nei suoi racconti, infatti, da 'La cognizione del dolore' a 'Quer pasticciaccio brutto de via Merulana', fino alle storie milanesi de 'L'Adalgisa', il cibo è una presenza costante. La cupidigia di parole e di vita che caratterizza la letteratura dell'Ingegnere, insomma, va di pari passo con la sua cupidigia gastronomica. Ne deriva una barocca e ingorda messe di ricette di tutta Italia, ma con particolare affezione per Milano e Roma, in cui piatti poveri o poverissimi s alternano ad altri più elaborati, sempre tuttavia nel solco delle tradizioni regionali e, in ogni caso, di non troppo difficile preparazione.
Cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita, al loro benessere. Guarnire i piatti che si consumeranno insieme aggiunge un tocco di arte al momento conviviale per eccellenza. È l'idea di fondo dei romanzi 'Kitchen', 'Honeymoon' e 'Amrita' di Banana Yoshimoto, che intravede nel cibo condiviso una ricetta di felicità. Mangiare bene significa vivere bene. Nutrirsi in compagnia consolida i legami sociali e favorisce il buon umore. Nella cucina di Banana Yoshimoto vi è un menù per ogni occasione: ecco 38 ricette per tornare ad amare la vita e gli altri.
Il testo introduce sinteticamente i temi fondamentali dell'aspetto gnostico del Sufismo. È diviso in tre parti di tre sezioni ciascuna: la prima tratta dell'Essenza divina, degli Attributi e degli Atti, in seguito vengono esaminati i temi della Profezia e della Santità; infine quello della funzione califfale dell'Uomo universale, con una sezione conclusiva sul "Sigillo dei santi", ossia Gesù quando ridiscenderà alla Fine dei tempi.
Dalle cailles ai blinis, al consommè di tartaruga, attraverso l'Amontillado, il Veuve Cliquot e il Clos Vougeot, ecco l'accurato menù messo a punto dalla Babette del famoso testo di Karen Blixen per far venire l'acquolina in bocca a lettori e cultori del gusto. Allegra Alacevich ci conduce in un percorso tra cucina e letteratura e offre le ricette per ricreare uno tra i pranzi più famosi della narrativa e del cinema.
Il Paese di Cuccagna: città passionale e solare dove, più che altrove, si avverte nell'aria che la cucina s'innesta nella vita, non solo in quanto necessità materiale, ma come la più immediata e schietta espressione di una fantasia esuberante, intensa ed estrosa. Matilde Serao, nel ruolo d'impeccabile anfitrione, ci accompagna in queste passeggiate gastronomiche illustrandoci le abitudini e le tradizioni che ella ha minutamente osservato e rappresentato nei suoi affreschi descrittivi.
Gilles Munier ha vissuto per anni in Algeria e Marocco. Segretario generale delle Amitiés Franco-Irakiennes, nonché vice presidente dell'Association Franco-Irakienne de la Coopération Economique (AFICE), è considerato uno dei migliori esperti e conoscitori francesi dell'Iraq e degli iracheni. In questo volume, "viaggio al cuore dell'Iraq", guida il lettore alle radici della civiltà occidentale e dell'età d'oro di quella araba, invitandolo a riscoprire una terra ricchissima di memorie, leggende e passioni. Vero crogiolo di popoli che si sono succeduti nei millenni (Sumeri, Ittiti, Assiri, Medi, Arabi...), l'Iraq di oggi offre oltre 10.000 siti archeologici identificati e alcune tra le città più antiche del mondo.