Alice ha tre anni e domani andrà alla scuola dell'infanzia per la prima volta. Alice è emozionata ma anche un po' preoccupata. La mamma le consegna un regalo speciale che l'aiuterà ad affrontare il distacco da lei. Età di lettura: da 3 anni.
La pratica dell'allattamento si sta diffondendo grazie a iniziative e interventi per la sua promozione; sono quindi sempre di più le donne che allattano secondo le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero fino a due anni di vita del bambino e anche oltre. C'è una bella differenza fra allattare un neonato e allattare un bambino di uno, due o più anni ma non sempre si riesce a trovare su questo argomento specifico informazioni coerenti e aggiornate. Oltre a non trovare risposte soddisfacenti ai tanti, inevitabili dubbi, le madri che allattano un bambino di età intorno o superiore all'anno spesso si sentono isolate e non hanno occasione di scambiare opinioni ed esperienze sull'argomento. Spesso si scontrano con la disapprovazione e l'ignoranza di chi le circonda, fatta di luoghi comuni come quello secondo cui ad un certo punto "il latte diventa acqua". Chi ha il diritto di decidere sulla sua durata? Su quali basi? Cosa vuol dire, oggi, allattare fino all'anno e molto oltre, e cosa comporta per la madre, per il padre e per il bambino? È vero che un allattamento prolungato rende le madri succubi dei figli, e questi ultimi dipendenti, viziati e mammoni?
Uno psicologo e un medico uniscono le proprie forze per affrontare una delle tendenze più allarmanti e fraintese del nostro tempo: i coetanei che prendono il posto dei genitori nella vita dei figli. Il dottor Neufeld ha dato a questo fenomeno il nome di "orientamento ai coetanei", riferendosi con esso al fatto che bambini e ragazzi tendono a rivolgersi ai coetanei peravere indicazioni rispetto ai valori, al senso di ciò che è giusto osbagliato, all'identità e ai codici di comportamento. Ma questo orientarsi ai coetanei deteriora la coesione familiare, impedisce un sano sviluppo del bambino, avvelena l'atmosfera scolastica, e favorisce la crescita di una cultura giovanile aggressiva, ostile e sessualizzata. Questo libro aiuta i genitori - insieme con gli insegnanti e gli operatori sociali - a comprendere la natura inquietante del fenomeno e fornisce soluzioni per ristabilire la giusta preminenza del legame spontaneo che unisce genitori e figli. I concetti, i princìpi, e i consigli pratici in esso contenuti daranno ai genitori il potere e la forza di essere per i propri figli ciò che la natura ha inteso: la fonte vera di contatto, sicurezza e calore.