Adriano Olivetti (1901-1960) ereditò dal geniale padre la fabbrica di macchine per scrivere e calcolatrici che ne porta il nome. Fu un imprenditore di successo, il più rivoluzionario industriale della storia italiana, un raffinato intellettuale, un grande editore, uno sfortunato uomo politico. Con la sua impresa creò un vero e proprio mito, oggi tanto celebrato quanto tradito. Nell'utopia olivettiana si tenevano uniti individuo e comunità, materia e spirito, giustizia sociale e iniziativa imprenditoriale, concretezza e cultura, meccanica e creatività. Giulio Sapelli, uno dei maggiori economisti italiani, ripropone in tutta la sua "scandalosa" inattualità la lezione umana e civile di Olivetti. Nel volume anche un agile profilo biografico del grande imprenditore di Ivrea, curato da Davide Cadeddu, che consente al lettore di oggi di ripercorrere la vicenda di Olivetti dentro il contesto economico, politico e culturale dell'epoca.
San Francesco ha fatto rivivere l'essenza del Vangelo. In questo volumetto don Dante Clauser, prete dei poveri, ci fa riscoprire l'essenza di san Francesco. Il risultato è che le parole del messaggio cristiano tornano ad essere poche, semplici, di una bellezza e di una forza sconvolgenti.
L'Alto Adige/Südtirol è l'autonomia più speciale che esista in Italia. La convivenza di tre gruppi linguistici - tedeschi, italiani, ladini - con parità di diritti è figlia della conferenza di pace seguita alla seconda guerra mondiale e di un faticoso cammino. È una splendida terra, per i sudtirolesi una "Heimat" (terra madre, patria del cuore), che ha conquistato una grande ricchezza, ma che è ancora segnata da profonde ferite storiche: dall'annessione all'Italia alla brutale italianizzazione compiuta dal fascismo, dal dramma delle opzioni e delle emigrazioni nel Reich nazista alle bombe dei patrioti-terroristi negli anni Sessanta, fino al "complesso di minoranza" della popolazione di lingua italiana oggi. Questo libro, raccontando storie, cronache e personaggi del Sudtirolo dal punto di osservazione di un giornalista amico e studioso di Alex Langer, a suo agio in tutti i gruppi linguistici, offre una utile chiave di lettura per capire questo "profondo Nord" che molti italiani hanno imparato ad amare come turisti, ma che pochi conoscono veramente. Tracciata con una appassionante e potente tensione di scrittura, questa galleria di volti e vicende è così singolare e "spiazzante" da sembrare letteratura: e invece è tutto vero.
Il socialismo riformista ha lasciato un forte segno nella storia del Trentino - dominata dalla presenza del movimento cattolico - che non può essere dimenticato. Walter Micheli, che del Partito socialista trentino è stato uno dei maggiori leader, ripercorre con passione e rigore, chiarezza e ricchezza di documentazione cento anni di lotte socialiste in questa terra periferica ma vicina al cuore dell'Europa. Rivivono così pagine intense, talvolta ancora vive e brucianti di storia, lette alla luce delle grandi vicende nazionali e internazionali: le origini austriache e le battaglie per gli emigranti; i rapporti privilegiati con i circoli di Vienna, Firenze e Trieste; l'irredentismo e la tragedia della guerra che spacca i socialisti; l'annessione al Regno d'Italia e la dittatura fascista; l'occupazione nazista e il sacrificio dei pochi resistenti; le speranze e le delusioni del dopoguerra; le battaglie per l'autonomia trentina e i diritti del Sudtirolo; i tentativi di unificazione e le ricorrenti divisioni; la prova del governo e la traumatica fine. Emergono le grandi figure di Cesare ed Ernesta Battisti, ma anche le storie di tanti altri personaggi, tutti ricordati in un "dizionario" finale.
Questa è la storia di una piccola-grande follia evangelica. È la storia del Punto d'incontro, la "casa dei barboni" fondata nel 1977 nel cuore di Trento da don Dante Clauser, il prete dei poveri (il Margine ha pubblicato la sua autobiografia La mia strada), e da un gruppo di amici animati da un inguaribile desiderio di giustizia sociale e di fraterna accoglienza degli ultimi. Tra difficoltà e delusioni il miracolo riesce. Il "Punto" diventa un'oasi per chi non ha più un tetto, un pasto, affetti, appoggi, nemmeno più la fede in se stesso. Piergiorgio Bortolotti ci dà un racconto vivissimo e sereno, profondo e scanzonato di questa "pazza famiglia" eternamente in subbuglio dove lo scandalo della povertà, coi suoi drammi e i suoi sorrisi, le sue schiavitù e le sue liberazioni, diventa una straordinaria scuola di vita.