A partire dalle opere di Omero, Esiodo, Erodoto, Callimaco, il libro rintraccia nella cultura greca la costante di un'opposizione tra Altro e Identico, civiltà e selvatichezza, ideale apollineo e frenesia dionisiaca. Una eterna oscillazione a cui presiedono tre divinità: Dioniso, Artemide e Medusa. Dioniso, dio del teatro, porta nel quotidiano l'ebbrezza e il delirio; Artemide, dea della caccia e delle zone di confine tra umano e ferino, tra adolescenza ed età adulta, assolve una funzione di mediatrice nella sua veste di dea dell'ospitalità. Medusa infine, con la sua maschera orrida e grottesca, è figura del disordine cosmico, dell'indicibile. Un classico degli studi sulla mitologia greca, che viene qui introdotto dalle belle pagine di Silvia Romani.
Il nome di Spartaco è legato alla terza e più nota delle guerre cosiddette servili, ribellioni di schiavi e non solo, che afflissero lo Stato romano fra secondo e primo secolo a.C. Il libro mostra come quella guerra sia in realtà l'episodio ultimo di una serie di eventi a sfondo sociale e civile che coinvolsero una «seconda» Italia a lungo emarginata. All'indomani di conflitti che avevano lasciato strascichi spaventosi di rovine, lutti, odio, Spartaco fu colui che, ultimo, riuscì a coagulare attorno a sé lo scontento delle popolazioni meridionali, soprattutto appenniniche, non ancora integrate. Anche se Crasso mise fine alla guerra, Roma, provata, fu infine costretta a cedere pienamente alle richieste degli Italici.
"Sono Odisseo, figlio di Laerte, noto agli uomini per tutte le astuzie, la mia fama va fino al cielo": la figura che ha letteralmente afferrato l'immaginario occidentale sino a plasmarne le fondamenta culturali è inafferrabile. Ulisse, l'eroe dal multiforme ingegno, continua ad affascinarci proprio per questo. Nel suo lungo errare durante il viaggio di ritorno a Itaca va incontro ad avventure strabilianti, in parte subite in parte ricercate, ponendosi come il campione dell'intelligenza, della conoscenza, dell'esperienza, della virtù etica e della sopravvivenza. Ma la vera attrazione magnetica che ancora oggi il personaggio mitico continua a esercitare su di noi è quella delle sue metamorfosi nel tempo (una su tutte: il folle volo dantesco), delle sue "ombre" che si allungano nel cinema, nella poesia, nel romanzo, nell'arte, così come nella scienza e nella filosofia. Ulisse è ovunque, il suo vero viaggio è senza fine.
Il breve regno di Giuliano (venti mesi dal 361 al 363) fu in realtà una lunga campagna militare. Pronipote di Costantino, nipote di Costanzo II, Giuliano combatté i Franchi e gli Alamanni. Divenuto imperatore a sua volta, marciò verso i confini orientali dell'impero che erano minacciati dai Persiani: una spedizione catastrofica che si concluse, oltre che con la sua stessa morte, con la definitiva perdita della Mesopotamia. La sua parabola consente di ripercorrere la struttura organizzativa e militare dell'impero romano tardoantico.
Fra il IV e il VI secolo la società antica subisce grandi cambiamenti, legati all'affermazione del cristianesimo, alla divisione definitiva dell'impero in due parti, con l'emergere della nuova città di Costantinopoli nella metà orientale, e infine alla caduta dell'impero romano d'Occidente, travolto dalle invasioni barbariche. Com'era la vita quotidiana in quella turbolenta epoca di transizione? Il libro ce la restituisce in tutta la sua ricchezza e in rapporto ai diversi strati sociali.
È dall'epoca delle pitture rupestri del Paleolitico che l'umanità convive con riti, parole e pratiche magiche. I personaggi e i fenomeni che popolano il mondo della magia sono così diversi che essa appare come una camera delle meraviglie in cui trovano posto le illusioni e le paure millenarie della specie umana. E la magia accompagna persino l'illuministica cultura greca, dove affianca le origini della filosofia e della scienza, e le forme più alte della poesia e del pensiero, da Omero, ai tragici, ai medici e a Platone. Raffinato studioso e raccontatore della cultura antica, Guidorizzi guida il lettore alla scoperta di questo versante occulto dell'antichità, partendo dalle forme universali del pensiero magico, per arrivare a una sorta di antropologia della magia nel mondo antico: legamenti, incantesimi, magie d'amore, necromanzia, ma anche modi di intendere e controllare il reale.
Imperatore fra il 117 e il 138 d.C, Adriano, grazie al suo grande talento politico e amministrativo, conseguì notevoli successi sulla scena sia interna sia esterna. Uomo pieno di contraddizioni, letterato, fervido ammiratore della cultura greca, ha lasciato traccia della sua grandezza nella Villa Adriana di Tivoli. Il volume ne ricostruisce la figura e ne racconta le imprese, collocandole sullo sfondo di Roma all'epoca del suo massimo splendore.
Da sempre il suo nome è sinonimo di lotta per la libertà. Alla sua figura si sono ispirati film, serie televisive e perfino un balletto. Spartaco è il gladiatore che a capo di un esercito di schiavi ribelli nel I secolo a.C. tenne ripetutamente in scacco Roma, la più grande potenza militare del mondo antico. Fra storia e mito, le gesta e il ritratto affascinante di uno schiavo diventato icona della rivoluzione.
Colpevole di amore incestuoso con il padre, la bellissima Mirra viene mutata in albero. Le lacrime che stillano dalla corteccia odorosa sono il profumo che conserva il nome della donna, la mirra. È solo uno dei miti fioriti intorno ai profumi nell'antichità. Destinate agli scopi più diversi, a onorare gli dei o a soddisfare l'olfatto dei re, nel mondo antico le sostanze aromatiche costituivano un aspetto importante della vita quotidiana di sovrani illuminati, imperatori eccentrici, uomini e donne altolocate, ma anche di figure bizzarre, prostitute e parvenu. Tutti erano accomunati dall'uso e dalla passione per gli "aromata", nella forma pura di spezie, o in quella derivata di oli, polveri fragranti e vini aromatici. Sulla scorta delle fonti archeologiche, letterarie ed epigrafiche, il libro ricostruisce l'antica cultura dei profumi, raccontandone la mitologia e le leggende, tracciandone la geografia, studiandone le ricette e le tecniche di produzione.
Nel mondo greco-romano la società era basata su una presenza massiccia di schiavi, che in determinati luoghi poterono raggiungere e forse superare il cinquanta per cento della popolazione. Il volume offre un panorama completo della questione: che cosa significava essere schiavi e come lo si diventava; la funzione e il peso degli schiavi nei diversi settori della vita economica; la loro presenza nell'organizzazione famigliare e cittadina; come si poteva uscire dallo stato di schiavitù; le trasformazioni che la fine dell'impero romano e il primo diffondersi del cristianesimo produssero nel sistema schiavistico antico.
Con stile piano e scorrevole il libro rievoca la vita e le imprese leggendarie di Annibale, il condottiero cartaginese che nel corso della seconda guerra punica (218-201 a.C.) inflisse ai romani una serie di spaventose disfatte (la più devastante nella battaglia di Canne, 216 a.C). Annibale venne infine sconfitto a Zama, sul suolo africano, ad opera di Scipione, che della lezione del Barcide aveva sagacemente fatto tesoro, e che, in questo modo, avviò Roma verso il predominio sul Mediterraneo. Ne emerge la figura di un generale tra i più grandi di ogni tempo, genio militare innovativo dalle insuperate doti di condottiero, dotato di sicura padronanza delle concezioni tattiche più raffinate.
Si levano voci che chiedono di emarginare gli antichi, per esempio a scuola. Sarebbe una amputazione sciocca. Lo studio degli antichi costituisce invece una potente risorsa per comprendere quel che ci accade intorno: il rapporto libertà-dipendenza, la lotta per la cittadinanza, la competenza come requisito della politica. Problemi oggi cruciali che già percorrevano le società antiche. Esse seppero affrontarli, talvolta scegliendo risposte non consolatorie.