Il volume documenta gli esordi politici del giovane De Gasperi. Attivo nelle associazioni studentesche e nel movimento cattolico, alle prime esperienze giornalistiche, ma anche leader politico (eletto nella Dieta di Innsbruck, nel Parlamento di Vienna, nel Consiglio comunale di Wento), De Gasperi, cittadino italiano nell'impero asburgico, è un lucido osservatore e attore in una realtà che gli appare ormai in pieno declino. Consapevole di ciò che sta accadendo, sempre lucido nelle sue diagnosi, vuol agire politicamente e difendere, nel marasma della politica imperiale, alcune peculiarità della parte italiana e più specificatamente della parte trentina, che gli sta particolarmente a cuore. In in questa fase che scopre la sua natura di "cattolico, italiano, democratico".
Il concilio Vaticano II, l'evento che ha plasmato la fisionomia del cattolicesimo di questo secolo e segnato l'intero ambito cristiano del pianeta, prima di questa opera non era affrontabile sulla base di una ricostruzione storica organica. La "Storia del concilio Vaticano II", promossa dalla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna e coordinata da Giuseppe Alberigo, costituisce la sintesi di un progetto internazionale che si avvale di una ricchissima base documentaria inedita e dell'apporto di autori di diversi ambienti, lingue e ambiti culturali. L'opera - pubblicata in sette lingue - si articola in cinque volumi e intende ricostruire la dialettica che ha animato l'assemblea nelle varie fasi. Se ne ripropone ora la riedizione italiana, arricchita da una nuova introduzione di Alberto Melloni, già curatore della precedente edizione (1995-2001), e da un apparato iconografico a cura di Federico Ruozzi. Attraverso la lunga fase preparatoria del Vaticano II, apertasi il 25 gennaio 1959 con l'annuncio di Giovanni XXIII e durata sino all'ottobre del 1962, si palesarono con chiarezza le difficoltà e le tensioni che avevano percorso il cattolicesimo del Novecento. L'intenzione ecumenica di Giovanni XXIII aveva sollevato entusiasmi, talora ingenui, mobilitando comunque energie sconosciute nel corpo delle chiese e sollecitando un confronto con i ritmi incalzanti della storia e i suoi profondi mutamenti.
Il diritto penale di impresa è stato tradizionalmente un'arma del potere punitivo dello Stato destinata in gran parte a rimanere lettera morta, o a colpire esclusivamente i "pesci piccoli". Complice anche la crisi finanziaria globale oggi non è più così. La grande impresa è chiamata sempre più spesso a fare i conti con la giustizia penale, tanto in chiave repressiva quanto in chiave preventiva. Attraverso l'analisi di una serie di casi esemplari (Parmalat, Cirio, Antonveneta, Bnl-Unipol) il volume, cui contribuiscono alcuni fra i migliori studiosi della materia, fa il punto sulla portata e sul mutamento di ruolo della giurisprudenza nella materia penale economica in Italia, senza tralasciare puntuali riferimenti alla dimensione europea del fenomeno.
Il manuale è strutturato su due livelli: un primo, prettamente istituzionale, di esposizione ragionata del sistema del codice civile; il secondo di esposizione e revisione critica delle categorie concettuali. Distinti in due corpi diversi i due livelli danno a vita ad uno strumento utilizzabile sia per i corsi di base, sia per corsi più avanzati o per la preparazione dei concorsi (magistratura e avvocatura).