Gli immigrati che lavorano nel nostro paese svolgono, in maniera per noi conveniente, quei lavori di cui le economie ricche e sviluppate hanno disperatamente bisogno. Tuttavia, la distanza tra chi riceve i benefici e i costi percepiti dalla comunità locale è ancora troppo grande: per questo essi sono vissuti come un fardello e un fattore di disagio. Il volume fornisce un attento resoconto del mercato del lavoro immigrato, mettendo in luce in particolare il ruolo svolto dalle reti etniche nei processi di chiamata, insediamento e inserimento nel mondo del lavoro, per concludere con alcune proposte per una politica più attiva ed efficace (per noi e per loro) nei confronti degli immigrati.
La paura è la più antica delle emozioni, una sorta di pilota automatico che mette in atto una risposta istintiva che ha funzionato per millenni. Anche se non dobbiamo più sfuggire ai predatori, bensì affrontare minacce più sofisticate, reati o immaginarie che siano, saper fiutare il pericolo è una risorsa preziosa per sopravvivere non solo nel mondo fisico, ma soprattutto in quello dei rapporti sociati. Il coraggio uno non se lo può dare, diceva Don Abbondio, ma, come ci insegna questo libro, aver paura è una reazione salutare che ci prepara all'azione. E la risposta più intelligente può essere, a seconda dei casi, la lotta, la fuga, l'astuto aggiramento dell'ostacolo o una bella risata che seppellisce l'avversario. Il libro tocca anche molte altre corde: dai diversi atteggiamenti culturali nei confronti della paura agli aspetti esistenziali più dolorosi della condizione umana, dal piacere di assistere a un film horror al gusto dell'avventura.
Il volume inaugurale della serie è dedicato al millennio di vita culturale compresa fra il 400 e il 1400. L'opzione forte dell'autrice è che le radici intellettuali dell'Occidente stanno nella cultura medievale e non nella tradizione giudaico-cristiana e nella tradizione classica. In una prima parte la Colish esamina la cultura latina cristiana basso-medievale e le culture volgari, e mette a raffronto le diverse culture dell'Europa occidentale, di Bisanzio e dell'Islam. Una seconda parte prende le mosse dalla rinascita del dodicesimo secolo per passare in rassegna la letteratura, la cultura religiosa, la filosofia, la teologia e l'influenza della scolastica su scienza, diritto, economia, politica.
L'Europa ha inventato lo stato moderno, ma a tutt'oggi manca uno studio che metta in luce i fondamenti storici comuni dello stato moderno sulla base di una storia comparata dei paesi d'Europa. Il risultato dello studio di Reinhard è un'antropolgia storica della politica europea, una grande ricostruzione che fa dialogare la storia istituzionale con la storia economica, sociale e culturale.
Il corpo che cambia, la scoperta della sessualità, il distacco dai genitori, la difesa della propria autonomia di giudizio, ma anche il mimetismo del gruppo dei coetani, nessun'altra età della vita va incontro a cambiamenti così radicali e a compiti di sviluppo così impegnativi come l'adolescenza. Sfrontati e fragili, idealisti e cinici, ostili e desiderosi di affetto, gli adolescenti sono una sfida per gli adulti, ma soprattutto per loro stessi, alle prese come sono con la costruzione del proprio io e del proprio ruolo sociale. Ogni generalizzazione, come insegna questo libro, produce soltanto pregiudizi.
Il 1. aprile 1934 Pio XI proclama solennemente santo il prete piemontese fondatore dei salesiani. I suoi figli spirituali vedevano realizzato il sogno accarezzato per oltre un quarantennio: l'apoteosi del padre fondatore, la sanzione dell'impegno educativo e pedagogico. E' il momento in cui Don Bosco diviene il più italiano dei santi, colui che, sensibile al Risorgimento, aveva preparato uomini non solo per la chiesa ma anche per il mondo nuovo, colui che aveva, in sostanza, divinato la Conciliazione.
La prima edizione francese di questo libro apparve nel 1949. Invece di costruire un panorama storico, Chevallier ha voluto offrire al lettore una sorta di galleria di ritratti. Sono sedici i testi prescelti da Chevallier per coprire l'arco temporale che va dalla stagione dell'assolutismo (Machiavelli, Bodin, Hobbes, Bossuet) al pensiero che vi si oppone e prepara la rivoluzione (Locke, Montesquieu, Rousseau, Sieye's), all'età postrivoluzionaria (Burke, Fichte, Tocqueville), per chiudere con le due opposte vie che hanno segnato la vicenda politica dell'ultimo secolo, il socialismo e il nazionalismo (Marx Engels, Maurras, Sorel, Lenin, Hitler).
Anche se l'Italia è il paese europeo con la minor percentuale di immigrati, il fenomeno è in continua crescita e costituisce una sfida forte e nuova. Bisogna prepararsi a vivere in una società multietnica come quella americana o, comunque, a convivere con consistenti minoranze (come già accade in alcune città italiane) rinchiuse nei loro "ghetti culturali"? Cosa si nasconde dietro il tanto abusato termine di multiculturalismo?