Aperto e chiuso dal governo di due tecnici, Mario Monti e Mario Draghi, il secondo decennio del Duemila ha visto una svolta abbastanza imprevista nella politica italiana. Il quarto governo Berlusconi (2008-11) è stato l'ultimo a uscire dalle urne; dopo l'interludio del governo tecnico di Monti, il terremoto elettorale del 2013 con lo straordinario successo dei 5 stelle rende lo scenario politico sostanzialmente tripolare, con un'impasse nella creazione di un governo superata solo dall'azione del presidente della Repubblica. Anni di nuovi leader, di un confronto politico accanito ma povero, di governi instabili e improbabili. Questo è quanto raccontano con rigore gli autori, seguendo governo dopo governo, elezione dopo elezione, la cronaca politica di un periodo che consegna più interrogativi e più nodi da sciogliere di quanti ne abbia ereditati.
Il volume traccia la storia del nostro paese a partire dalla seconda guerra mondiale per giungere ai giorni nostri. Dalla caduta del fascismo alle elezioni del '48, dagli anni del centrismo a quelli del centro-sinistra, sino al terremoto politico del 1992 e, attraverso le vicende della Seconda Repubblica, alla crisi politica culminata nella caduta del governo Berlusconi nel novembre 2011. Pur privilegiando l'aspetto politico e istituzionale, l'autore non trascura i problemi economici e sociali, e il contesto internazionale.
Le imposte sono un tema di grande rilievo, nella vita dei cittadini così come nel dibattito politico, ma conoscere e comprendere i meccanismi dei tributi non è semplice. La normativa è complessa e in continua evoluzione. Il volume, aggiornato alle disposizioni più recenti, dopo un'ampia introduzione sull'evoluzione del sistema tributario italiano, fornisce una chiara esposizione delle imposte esistenti nel nostro paese, interpretate alla luce dei principi dell'efficienza e dell'equità.
Con l'insediamento del governo Monti è giunto al termine un ventennio nella storia d'Italia: aperto e chiuso da una crisi di sistema e dallo smottamento dei partiti. Il libro mette l'accento su quello che sembra essere un declino inarrestabile, conseguenza non solo della crisi internazionale ma anche del fallimento di due progetti politici. Il primo, identificabile con il centro-sinistra, mirava a fare dell'Italia un "paese normale", il secondo, incarnato da Silvio Berlusconi, prometteva una "rivoluzione liberale". Una deriva da cui si potrà uscire solo con una classe politica nuova e un nuovo modello di sviluppo.
Come ogni anno, un appuntamento importante, e che tanta eco ottiene nei media: il Rapporto Caritas-Zancan su povertà ed esclusione sociale in Italia. Volume diviso in due parti, la prima delle quali, a cura della Fondazione Zancan, si occupa dei diritti che ai poveri dovrebbero spettare in forza della Costituzione e delle carte internazionali, e delle possibilità e responsabilità di cittadinanza e partecipazione alla vita pubblica che alle persone povere, come ad ogni persona, dovrebbero competere. Ma non a caso stiamo usando dei condizionali. La seconda parte, curata da Caritas Italiana, riflette l'esperienza sul campo della Chiesa. I dati sono aggiornati all'oggi, e ne esce una realtà inquietante. Un esercito silenzioso eppure sempre più percepibile che va affollandosi. Otto milioni di poveri, in Italia, e fra essi tre milioni di assolutamente poveri. E una soglia che si sposta all'indietro, quella delle persone a rischio di caduta nella povertà: quindici milioni, secondo Istat 2011. Certo, la crisi globale. Ma anche una seria difficoltà nazionale a gestire ragionevolmente le risorse. Risorse su una cui possibile più razionale gestione il Rapporto offre spunti e suggerimenti.