Molti passi della Bibbia vengono utilizzati per condannare in maniera inappellabile vari comportamenti sessuali (etero ed omo-affettivi) e per fissare, irrevocabilmente, le relazioni fra i generi. L'autore, con notevole padronanza esegetica, esamina questi brani biblici; mostra come la tradizione cristiana (sia cattolica che protestante) ne ha, deliberatamente o involontariamente, proposto interpretazioni infondate; offre traduzioni corrette dal punto di vista filologico e liberatrici dal punto di vista della teologia morale.
Inaugurando il clima culturale in cui ancora oggi ci muoviamo quando parliamo di sentimenti, Jean-Jacques Rousseau ha scritto che l'immagine dell'amore spento spaventa più di quella dell'amore infelice, e che il disgusto di quanto si possiede è cento volte peggiore del rimpianto di quanto s'è perduto. Meglio dunque la sofferenza di un amore mai appagato - ma proprio per questo vivo e bruciante - che la pacata routine di un possesso soddisfatto. Insomma, come insegna l'eterna vicenda di Romeo e Giulietta, meglio morti che sposati. Ma è davvero così? Quale inganno si nasconde dietro l'idea che il matrimonio sia solo un inganno? E se il matrimonio, più che la tomba dell'amore, fosse la sua culla? Un elogio dell'amore per sempre, che non si nasconde i suoi drammi e le sue fatiche, misterioso contraltare delle sue più esaltanti gioie.
Non è un semplice libro da leggere. Non è una raccolta di notizie. Non è un commento ad una news che ha scosso un pezzo di estate. Non è un pianto da far tacere. Non è un bimbo da rivestire. È una vita da custodire e da amare. È una persona a cui dar vita. È una vita che in-vita a non rimanere nell'indifferenza. È una vita a cui dar vita sempre, perché i bimbi non fanno sbagli quando vengono al mondo. È un in-vito anche per te a mettere in vita. Ad allargare lo sguardo sulla vita e soprattutto a credere che quel bambino ci è stato donato per dirci che ogni giorno c'è vita se anche tu vorrai essergli vicino. Anche per te c'è una vita a cui dar vita.
«Il dibattito in Italia intorno a questo tema (per meglio dire: intorno a questa "parola") negli ultimi tempi sembra essersi esaurito come esausto dalle troppe polemiche, come sfinito dall'apparente inutilità di un dialogo tra sordi, come schiacciato dagli usi a volte pretestuosi o ideologici che lo hanno ampliato a dismisura, ma anche apparentemente svuotato di ogni possibilità reale di progresso nel confronto reciproco. Allora perché riattivare braci ormai apparentemente limitate a gruppi particolarmente coinvolti con una traduzione degli atti di un seminario di studi tenutosi in Francia in due tappe, nel 2012 e nel 2014? Serve, sì.... Ne siamo profondamente convinti. Serve per riportare il dibattito al suo luogo originario e proficuo, quello della riflessione pacata e plurale, che si confronta per cercare di capire meglio il mondo in cui viviamo e la sua complessità. Ma a una condizione: che il libro sia come quello che avete per le mani, un testo articolato, serio, complesso anche, ma di interesse indubbio per fare un "punto della situazione" intorno a questa categoria, prendendo in considerazione molti e diversi elementi, senza passionalità né pregiudizi ideologici.» (dalla Prefazione all'edizione Italiana di Stella Morra)
La malattia è sempre un'esperienza sconvolgente; degrada, o raffina, l'animo del paziente, ma non lo lascia mai inalterato. Specie se si tratta di una patologia invasiva come il cancro. L'autore, invece di chiudersi a riccio, ha preferito confrontarsi a viso aperto con questa esperienza devastante e raccontarla da un duplice punto di vista: di medico e di credente. In quanto medico egli ritiene di aver imparato a mettersi nella pelle dei pazienti che incontra ogni giorno e, conseguentemente, a rendere più empatica la relazione terapeutica. In quanto credente, poi, ritiene di avere imparato ad accettare la vita con le sue valenze opposte, ora esaltanti ora avvilenti, nella speranza che anche ciò che appare assurdo possa rivelare un giorno il suo senso nascosto.
La confusione diffusa fra etica, normativa giuridica e deontologia professionale coinvolge l'ambito sanitario a tutto campo. In particolare il tema del consenso informato è divenuto uno degli aspetti più critici e controversi del rapporto tra medico e paziente. Soprattutto in conseguenza del dibattito mediatico suscitato da casi riguardanti l'accanimento terapeutico, il testamento biologico e l'eutanasia, la discussione si è trasferita su un piano esclusivamente giuridico. Al tradizionale prevalere del ruolo del medico nella gestione del malato, oggi si oppone una sempre maggiore rivendicazione della priorità e della volontà del paziente. E, se tale diritto è innanzitutto rivendicato su base medico-legale viene poi, ambiguamente, identificato con principi etici. L'assoluta priorità del diritto-dovere morale (e non legale) del medico e del paziente nella gestione centrale per ricollocare nel giusto ambito il dibattito su temi tanto delicati ed affrontare da una prospettiva cristiana l'etica dell'informazione per il medico e quella del consenso/dissenso per il malato.