Un secolo può essere raccontato in molti modi, soprattutto se si tratta di un secolo controverso e per nulla "breve" come il Novecento. Bertoni ha scelto un punto di vista inedito e affascinante: quello dei giovani, talvolta protagonisti, talvolta vittime dei diluvi e delle rinascite che hanno scandito gli ultimi cento anni. Dai ragazzi del '99 di ieri, chiamati a rischiare, e spesso a perdere, la vita nel contesto tragico della Prima guerra mondiale, ai ragazzi del '99 di oggi, messi in ginocchio da una crisi che è sociale prim'ancora che economica, ma comunque liberi di votare, di esprimersi e di battersi per costruire un avvenire migliore in tutto l'Occidente e non solo. Senza dimenticare il nichilismo straziante dei martiri jihadisti, i ragazzi descritti da Sergio Leone in «C'era una volta in America», costretti a sbarcare il lunario negli Stati Uniti dei ruggenti anni Venti, del proibizionismo e della grande depressione, i giovani fascisti e nazisti, i combattenti nella Guerra civile spagnola, i partigiani e i repubblichini di Salò, i giovani padri della Repubblica e i ragazzi del boom, la generazione contestatrice a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta e i sommersi e i salvati del decennio successivo, fino ad arrivare agli yuppies degli anni Ottanta e alle nuove generazioni, i cosiddetti "Millennials", nati sotto il segno dell'Europa e della speranza di un mondo senza confini e costretti, crescendo, a fare i conti con il progressivo riaffiorare di muri, barriere e discorsi xenofobi e pericolosi che ci eravamo illusi di aver consegnato ormai ai libri di storia. Cento anni e innumerevoli destini, mentre ci addentriamo in un nuovo secolo ancora tutto da decifrare e da scoprire.
Se l'incubatrice della Guerra fredda fu la Conferenza di Yalta, la Sicilia, dal luglio 1943, rappresentò uno dei primi terreni in cui si iniziò a combatterla. Al centro di questo scenario Salvatore Giuliano, protagonista di una delle stagioni più oscure della storia del Paese e della Repubblica: strumento di intrighi internazionali e di un tentativo di colpo di Stato che doveva scattare immediatamente dopo la strage di Portella della Ginestra del primo maggio 1947 con l'appoggio e l'ispirazione dei servizi statunitensi. Il libro racconta - attraverso l'analisi di documenti, in parte anche inediti, e la rilettura della cronaca giudiziaria e politica dell'epoca - chi fosse il sanguinario bandito di Montelepre: fascista dopo il 25 luglio 1943, mafioso affiliato alle cosche più potenti del palermitano, separatista per fede anticomunista e, infine, strumento delle trame della nuova politica nazionale.
Tra le pagine di Tinì affiorano avvenimenti personali, fatti storici e di costume, moda, arte, mondanità. Il suo racconto si snoda attraverso molteplici viaggi, in Italia e all'estero, ma al centro c'è sempre Milano, con gli artisti, la "bella gente", i salotti e le conversazioni; i paesaggi, i vecchi negozi, le strade silenziose dimenticate tra i grattacieli. Dalla charlestonmania al concerto di Toscanini che riaprì la Scala dopo la guerra, al "ballo del secolo" offerto dal miliardario Charles de Beistegui in un palazzo veneziano, questa personale "ricerca del tempo perduto" costituisce un documento per quanti ricordano con nostalgia quegli anni e per quanti, non conoscendoli, avranno l'emozione di scoprirli come in un film d'epoca.
Nel luglio 1914 una trentina di calciatori italiani per la prima volta salpa verso il Sud America: vanno a difendere i colori del Torino e della Pro Vercelli in due tournée concomitanti e rivali. Capeggia la comitiva granata Vittorio Pozzo, poi destinato a condurre la nazionale azzurra al titolo di campione del mondo nel '34 e nel '38 e all'oro olimpionico nel '36. La traversata è scossa dalle notizie dei primi combattimenti seguiti all'attentato di Sarajevo, ma lo sbarco è emozionante: migliaia di connazionali acclamano le squadre. La Pro Vercelli, forse impegnata da avversari più forti, rimedia molte sconfitte e presto rimpatria. Per i ragazzi del Toro è una marcia trionfale. Frequentano l'élite coloniale e conoscono stelle della lirica, del teatro, del cinema: dal tenore Tito Schipa al soprano Rosina Storchio, alle attrici Maria Melato e Lyda Borelli. Ma la guerra prolunga forzatamente la spedizione. Per cercare nuovi ingaggi, la squadra è costretta - attraverso un viaggio rocambolesco - ad approdare a Buenos Aires, dove tenta altre sfide sportive. Il rimpatrio fortunoso catapulterà questi ragazzi nel dramma: li attende la trincea. Attingendo all'archivio di Pozzo, ai diari inediti dei protagonisti, ai giornali italiani e sudamericani del tempo, quest'opera svela retroscena e conflitti di una storia emblematica, raccontata sullo sfondo della grande migrazione di massa a cavallo del Novecento.