"Ogni anno, quando si avvicina il solstizio d'inverno e comincia l'attesa natalizia, mi assale il ricordo di quando, circa vent'anni fa, mi trovavo a vagare per le montagne a nord di Tajrish, sulle soglie del Mazanderàn, all'estremo nord della Persia. Erano ore ed ore, così almeno mi sembrava, che marciavo nel bianco senza fine con la neve sino ai polpacci. 'Abbàs, un curdo alto e robusto come tutti quelli della sua gente, e Javànshir, un caucasiano chiarissimo e sottile, mi precedevano sulla pista invisibile. La nostra meta era un santuario, un cosiddetto "Imam-zadeh", sepoltura di un presunto discendente di 'Ali, il cugino di Maometto, più probabilmente un antico sacello zoroastriano del Fuoco riconsacrato all'Islam." Prefazione di Seyyed Hossein Nasr.
Contrariamente a quanto si crede, Napoleone non mori a Sant'Elena: una cospirazione ingegnosa, i cui dettagli sono rivelati in questo libro per la primissima volta, gli permise di evadere e di raggiungere l' Europa. L'itinerario dei suoi ultimi anni fu, per certi versi, ancora più drammatico e romanzesco dell'epopea scritta sui manuali di Storia. Un concatenarsi di circostanze lo riportò a Waterloo. Il tempo, stavolta era bello; ma la prova che vi subì fu nettamente più terrificante del semplice crollo d'un impero. Proprio la sua grandezza gli permise di decidere di vivere l'avventura più prodigiosa: il grande salto, effettuato con l'abilità di un giocoliere e, che lo fece diventare finalmente un uomo. Da questo libro è stato tratto nel 2001 il film di Alan Taylor "I vestiti nuovi dell'Imperatore".