In Medio Oriente non è in atto uno scontro di civiltà, quanto piuttosto una guerra interna all'islam per la supremazia politica sulla regione mediorientale. Le minoranze cristiane, che lì vivono da duemila anni, con le pratiche di vita che le identificano e le opere sociali, caritatevoli ed educative che le contraddistinguono, rappresentano un intralcio per ogni progetto egemonico e totalitario. La presenza di comunità cristiane, infatti, costituisce un elemento di stabilizzazione nei conflitti e di costruzione di luoghi di convivenza. Con parole e fatti esse testimoniano che la pace è possibile. Questa è la ragione profonda di un urgente impegno della Comunità Internazionale a favore di tale presenza, immenso capitale "nella costruzione di un mondo pacificato e pacifico" (san Giovanni Paolo II), e di reali spazi di libertà per tutti. Ne va del futuro non solo del Medio Oriente, ma dell'intero Occidente.
Le storie che popolano queste pagine ci aiutano a capire le radici storiche della complessa realtà mediorientale e a guardare il dolore di uomini che vivono dall'altra parte del globo. Per sentirli fratelli. Per abbracciarli là dove sono e qui, ora che toccano le nostre vite sbarcando in Europa da "migranti". Sono storie che raccontano soprattutto la "forza disarmata della fede": là dove il male sembra trionfare e spegnere la voglia di vivere, tanti cristiani continuano a condividere i bisogni della gente, a sostenerne la speranza, a costruire luoghi di accoglienza, di educazione, di carità aperti a tutti. Come un fiore nel deserto, questa vita attrae, seme di un mondo riconciliato. Pazientemente sofferto e atteso. L'ora prima del miracolo. Già presente.