Con questo volume ha inizio la sezione dell’Opera Omnia di Julien Ries relativa all’ambito cui il grande storico delle religioni ha dedicato le maggiori energie: il ribollente mondo della spiritualità e delle religioni nel Mediterraneo nell’età ellenistica. Il volume riunisce gli studi pubblicati da Ries sul vasto fenomeno della gnosi, una raccolta ampia e approfondita da cui emerge un quadro completo della dottrina gnostica e dei suoi legami con le religioni e le correnti di pensiero che animavano il Mediterraneo nel tardo ellenismo: dall’ebraismo al cristianesimo, dall’orfismo alle religioni dualiste del vicino oriente. Conferenze, studi, saggi, sono stati riorganizzati e completati dall’autore strutturando un volume che costituisce una sintesi inedita per molti. Si delinea così un panorama completo e aggiornato, fondato su basi filologiche ineccepibili ma caratterizzato da una forma espositiva accessibile anche al pubblico dei non specialisti.
Accompagnato dal direttore dello Zoo africano di Entebbe, in Uganda, un ragazzo canadese inizia un appassionante viaggio attraverso il mondo animale. Partendo dai Mammiferi e dagli Uccelli, anche il lettore inizia questa avventura e questa esplorazione, attraverso splendide tavole a fumetti e una parte scientifica che illustra le diverse specie con precisione. Il volume ha una parte a fumetti ed una più piccola di documentazione.
Talvolta a un vecchio naturalista può capitare di chiedersi come sia iniziato il suo rapporto privilegiato con gli animali. La ragione è forse che le storie degli animali non sono tanto scientifiche quanto letterarie ed emotive, sono abbozzi di racconti o racconti veri e propri a partire dall'incipit fino al "vissero felici e contenti". Abbiamo voluto raccontare alcune di queste storie, certi che il loro svolgimento non avrebbero potuto lasciare indifferenti i lettori, quelli giovani soprattutto. Avendo a disposizione una tale ricchezza, non solo caratteriale ma anche fisica di protagonisti e comprimari, ne abbiamo voluto approfittare fino in fondo scegliendo una tecnica narrativa, quella dei fumetti, che possiamo certamente definire immediata. (Dall'Introduzione) Età di lettura: da 9 anni.
Per la prima volta in italiano la più completa opera, scritta a cavallo del 1920, di critica dell’aberrazione della dittatura bolscevica. Critica "dall’interno", da parte del socialista e grande storico Mel´gunov, che unisce alla qualità letteraria una testimonianza documentaria senza paragoni. Non un’opera anti-rivoluzionaria, ma un’opera che denuncia il totale tradimento della larga volontà popolare di una transizione politica in Russia verso socialismo e democrazia. Il terrore rosso in Russia è un libro che non solo comprende a fondo carattere e sostanza degli eventi storici a ridosso dei quali è stato scritto, ma li vive e li soffre in prima persona, in una strenua battaglia politica e sociale, offrendo al lettore una testimonianza dirompente e ineludibile di un’epoca feroce.
In questo libro l’antropologo Narby conduce il lettore in un viaggio attraverso le forme dell’intelligenza in natura, attingendo alla contemporanea ricerca scientifica così come ai dati raccolti in anni di studi sulle culture indigene dell’Amazzonia, suo campo di ricerca. Ne emerge un quadro affascinante, attraverso un racconto partecipato e ben scritto, in cui la più aggiornata ricerca scientifica, in qualche modo avvicinandosi alle forme tradizionali di conoscenza, si interroga sulle condizioni e le modalità con cui l’intelligenza si esprime in natura, dalle forme di vita più elementari fino agli esiti più raffinati dell’evoluzione biologica. Conoscere l’intelligenza in natura significa interrogarsi su come gli esseri animati conoscono il mondo e interagiscono con esso. Questa la sfida culturale, prima ancora che scientifica, che Narby lancia con questo suo libro coinvolgente.
Nicolas è in ritardo, la mamma lo chiama impaziente: "Nicolas!!! Sei pronto o no?" Ma la mamma non lo sa? Che lui sa prepararsi in un baleno, a tutta birra! Infatti eccolo: è già pronto e vestito, zaino in spalla, berretto in testa.. ma, non mancherà qualcosa?
Si tratta della prima pubblicazione di sintesi sull'intero complesso delle grandi Necropoli di Roma che erano site nel colle Vaticano.
L'opera riguarda una delle più vaste, ricche e meno conosciute realtà archeologiche Romane e testimonia un lavoro di musealizzazione sotterranea preso a modello internazionalmente per le tecniche di conservazione. Dal mondo sommerso delle necropoli emerge la funeraria "normalità" del mondo romano, dalle incinerazioni più povere in urne di legno, ai sarcofagi fastosi, fino ai sepolcri affrescati e mosaicati e si possono osservare i culti egizi mescolarsi alla professione della filosofia epicurea mentre, accanto ad esse, si intravedono le prime tracce di cristianesimo, compresa la presenza della tomba dell’apostolo Pietro.
Il presente volume ha il pregio di riunire due tra i più famosi scritti di von Balthasar, che l'autore stesso definiva programmatici. Il primo, "Abbattere i bastioni", venne pubblicato in tedesco nel 1952. A distanza di dieci anni seguì "Solo l'amore è credibile", pubblicato mentre era in pieno svolgimento il Vaticano II. Il concilio, dunque, è come lo spartiacque che separa le due parti di un'unica composizione. La prima vuole contribuire ad abbattere i bastioni, ogni artificiosa costruzione che impedisce la visione della fonte dell'amore. La seconda lascia intravedere le origine divine, remote e tuttavia possenti, che ancora possono estinguere la sete dell'uomo alla ricerca di Dio e di se stesso. Pur con accenti diversi, le due opere formano un unico proemio alla grande costruzione di Gloria, Teodrammatica, Teologica. Di qui la decisione di pub blicarle insieme come possibilità offerta al lettore di leggere in continuità i prodromi del grande affresco balthasariano.
Questo lavoro risponde a un'esigenza dei lettori degli scritti di Teilhard de Chardin. Le prima difficoltà che essi incontrano nel comprenderli derivano dall'utilizzo di un vocabolario originale, fatto di neologismi interamente inventati dall'autore, o semplicemente di termini tecnici o anche del linguaggio comune che egli riveste di un significato particolare. La seconda parte dell'opera è un dizionario dei nomi di persone che sono o corrispondenti di Teilhard o persone di cui egli parla, per la maggior parte poco conosciute o addirittura sconosciute ai nostri contemporanei. All'autore è parso importante dare tale complemento biografico, poiché la comprensione dell'opera di un pensatore non può prescindere dalla società nella quale è vissuto e dai personaggi che ha incontrato e che l'hanno in qualche modo segnato. L'insieme costituisce uno strumento prezioso - che non ha eguali - per penetrare nell'universo teilhardiano.
San Vincenzo de' Paoli non è entrato - immeritatamente - nella storia della letteratura, neanche religiosa, per le "conferenze" alle Figlie della Carità. È entrato però nella storia della Chiesa per quello che esse hanno sortito: la struttura spirituale delle Figlie della Carità e la diaconia della carità resa possibile anche al genio femminile. Difficile pensare a san Vincenzo come a un maestro di metodo o di comunicazione; eppure le sue "conferenze" corrispondono alle più moderne metodologie di comunicazione oggi attuate in ambiti diversi. Esse hanno radici lontane, rinvenibili in tradizioni patristiche o monastiche, ma del tutto originali nel loro genere per la concretezza e il coinvolgimento dei destinatari. A tali "conferenze" o incontri, che si svolgevano a Parigi presso la Casa Madre delle Figlie della Carità, le partecipanti venivano preparate, magari con appunti, conoscendo in anticipo il soggetto della conferenza stessa. Al termine veniva fatto un lavoro redazionale, sottoposto alla revisione dello stesso Vincenzo. Quanto ai contenuti, emergono i temi tipici della spiritualità vincenziana: l'incontro come dato provvidenziale; la vita come vocazione; l'amore di Dio e il conseguente amore del prossimo; l'amore affettivo e quello effettivo; il servizio spirituale e materiale; l'umiltà, la semplicità e la carità come virtù basilari; la vita di comunione e di consacrazione. (Prefazione di Richard Mc. Cullen)
Questa terza edizione italiana di uno dei libri più famosi dello storico e studioso del cristianesimo antico Henri-Irénée Marrou (1904-1977) esce, dopo oltre trent'anni dalla seconda, intercettando una svolta epocale quanto mai opportuna. Se la teologia della storia trova il suo brodo di coltura nel cristianesimo occidentale a partire dal mondo tardoantico, Marrou va alle origini e usa Agostino per parlare al cristiano moderno e tardo moderno. In teologia della storia, sembra dire Marrou, si deve sempre presupporre, benché non impregiudicatamente, che vi sia una commistione tra la città che si edifica nel bene e l'altra che si sgretola, forse inavvertitamente, nel male. Ciò nonostante, le città terrene tendono e tentano di diventare la città di Dio, almeno nella misura in cui si concepiscono come un ideale che incarni dei valori, partecipanti a quelli eterni, negli uomini e nelle cose. Secondo il nostro Autore, in conclusione, la città di Dio non apparirà in essere tutto a un tratto, creata in un istante dalla volontà di Dio. Al contrario, egli vuole che si costruisca lentamente, strato per strato, pietra (viva) su pietra per tutta la durata della storia umana. La svolta epocale che la riedizione di questa opera intercetta riguarda il fatto che la storia, mito costituito dall'Occidente secondo Raimon Panikkar, nel momento in cui se ne mette in ipotesi la fine, ha però fatto il giro del mondo divenendo parte di un linguaggio traducibile in molti idiomi.