[...] Alcune visioni che Liduina riporta ed i racconti dei propri trasporti nell’al di là assumono un contenuto capillare (per la precisione di alcuni dettagli, che attestano un’autenticità di fondo della propria esposizione) che pervade l’intelletto della fede di profonda luce e di comprensione, solo se, tuttavia, esso è purificato da precomprensioni e da vedute a sé stanti, come nel caso del parroco che più avanti accuserà la donna di possessione diabolica.
A dire il vero un primo segno rivelatore del carisma infuso in Liduina, già inferma, era derivato da una apparizione di un’ostia grande e luminosa sopra il suo “letto” , vista anche da alcuni presenti . Un fatto di certo molto evocativo, segno di una divina presenza “nascosta” dietro il susseguirsi di eventi dolorosi che in quel periodo attanagliavano la sua esistenza; tuttavia era ancora difficile, a suo modo prematuro, intendere quel segno come destinazione sacrificale della sua malattia per il bene delle anime vive e di quelle defunte, come invece più avanti la sua esperienza mistica testimonierà per lei [...]"
("Attirami, noi correremo (Ct 1,4).
"Non suscita alcuno scandalo l'idea che Gesù possa amare un suo discepolo in termini preferenziali, laddove tale termine non indichi affatto l'esclusività di un determinato discepolo, bensì una sua peculiare singolarità recettiva in ordine all'essere amato, di per sè prerogativa comune ad ogni discepolo. Gesù ama questo discepolo in una maniera singolare, nota anche agli altri discepoli, proprio per il carattere estremamente donale della sua risposta psicologico-affettiva all'acquisizione dell'essere-amato. L'amore diviene in lui uno spirituale movimento che produce nella soggettività del Maestro un costante reinvestimento moroso in quel suo discepolo così prono alla reattività donale rispetto all'amore ricevuto. L'amalgama del simbolismo ermeneutico è incapace di raggiungere la profondità di questa singolarità relazionale, poiché esso ottiene quale frutto della propria indagine unicamente una prospettiva comune a tutti i discepoli che seguono Gesù, compresi coloro che sono succeduti che ancora succedono alla storicità dell'evento della venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, cioè anche noi".