Va bene tutto, ma no, il latino no! È questa la frase che spesso sente ripetere chi va ad assistere alla Messa in Rito Antico. Ma la differenza tra questa e quella riformata dal Concilio Vaticano II si riduce soltanto a una mera questione linguistica? La risposta non può che essere negativa. Ricostruendo la storia e analizzando l'ordinamento liturgico e il significato profondo del cosiddetto Vetus Ordo, Massimo Cicero dimostra come il suo contenuto teologico sia molto più aderente alla millenaria Tradizione cattolica rispetto alla nuova Messa, per molti versi snaturata dall'ansia di modernizzazione che ha contraddistinto la Chiesa negli ultimi decenni. Questo pamphlet, vibrante e documentato, è un atto d'amore per quella che è stata la Messa di san Francesco, di san Pio da Pietrelcina, di santa Teresa. Un atto d'amore per la Verità, per l'antica liturgia, per la profondità del silenzio, per l'universalità del latino e del canto gregoriano, per quel Santo Sacrificio che riesce a toccare le corde più profonde dell'animo umano.
Il cardinale Renato Corti (1936-2020) era un «pastore mite e saggio, che si è consumato per il Vangelo» (papa Francesco). Nel terzo anniversario della sua nascita al Cielo, con questo volume di saggi, attraverso i commenti alle sue lettere pastorali (che spaziano dal tema ecclesiologico, all'iniziazione della vita cristiana, alla testimonianza della carità), si vuole far emergere la trama della sua conduzione e i traguardi proposti in un cammino ecclesiale condiviso. Pagina dopo pagina emergono la disarmante attualità del suo pensiero e il suo desiderio di una Chiesa più comunione d'amore che istituzione, dell'eucarestia - memoria della croce - come sorgente dell'amore e sorgente della carità, di una fede pensata e testimoniata attraverso un cammino arricchente. Introduzione di Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara.
Il Giappone è una sofisticata civiltà millenaria da sempre divisa tra la tentazione di aprirsi al mondo e quella di rinchiudersi nella sua insularità ai confini del globo. Nel 1549 vi sbarcò il cristianesimo con Francesco Saverio ed ebbe inizio un'avventura avvincente, sconosciuta ai più, che segnò indelebilmente la traiettoria storica, culturale e spirituale del Paese. È una storia di santi, martiri e samurai. Questo saggio ripercorre le vicende dei missionari europei che in pochi decenni, pagando un prezzo altissimo, conquistarono alla fede cattolica signori feudali, guerrieri, monaci, in tutto oltre 600.000 persone. Seguirono due secoli e mezzo di atroci persecuzioni - che causarono la morte di oltre 5.000 credenti (450 sono oggi santi e beati) -, durante i quali si formò il popolo dei Cristiani Nascosti, custodi in clandestinità di una fede senza sacerdoti né chiese né sacramenti. Con la riapertura agli stranieri verso la metà del XIX secolo il cristianesimo tornò a rifiorire, e quando il Paese visse le tragiche vicende della seconda guerra mondiale e delle due bombe atomiche, ancora una volta non mancarono mirabili testimonianze di fede. Il sangue dei martiri è da sempre il seme della comunità cristiana e poche vicende storiche lo documentano come quelle che ebbero luogo in Giappone.
Sacerdoti e scienziati: chissà perché, all'orecchio dell'uomo contemporaneo, questa accoppiata suona male. Il punto è che i dogmi del positivismo, sposati sia da molti ambienti liberali sia dalle dittature novecentesche, detti e ripetuti infinite volte, hanno fatto breccia nell'immaginario collettivo, nutrito da una versione banale, zoppa e antistorica dell'affare Galilei. La realtà, però, è facilmente verificabile: all'origine della scienza sperimentale moderna vi sono essenzialmente uomini religiosi, profondamente religiosi; uomini per i quali studiare la natura altro non è che cercare di leggere il libro scritto dal Creatore, andare alla ricerca delle sue tracce, delle sue orme. Senza nessuna presunzione di possedere ogni verità, di ridurre la causa prima alle cause seconde, di trasformare la scienza sperimentale in una fede, di farne una metafisica onnicomprensiva... Così è stato per Keplero, Newton, Maxwell, Volta, Galvani, Planck, e per tantissimi altri giganti del pensiero scientifico. Così è stato anche per numerosi sacerdoti che hanno contribuito con il loro lavoro alla nascita della citologia, della biologia, della genetica, della cristallografia, della geologia, dell'astronomia... Nomi a tutti noti, come quello di Gregor Mendel, e meno noti, come quello di Georges Lemaître, padre del Big Bang, o del tutto dimenticati come quelli dell'Abbé Haüy, di padre Corti, padre Venturi, padre Bertelli, padre Secchi, padre Guglielmini.
Sono molte le storie che in duemila anni sono state raccontate intorno al destino del legno al quale fu inchiodato il Salvatore del mondo. Così come sono innumerevoli i prodigi che si ritiene abbia compiuto, dalle guarigioni operate attraverso il contatto con un suo pezzo alle visioni avute da uomini e donne di fede. La croce di Cristo e il culto che si è sviluppato intorno a essa da sempre affascinano e intrigano. Secondo alcuni storici moderni, lo strumento di supplizio al quale fu appeso il Figlio di Dio aveva una forma diversa da quella che tutti immaginiamo ed era simile a una T. Per altri si trattava invece di un semplice palo. Olmi ha preso spunto da queste teorie per indagare in profondità tutti i misteri che avvolgono il simbolo della fede cristiana, a cominciare dalla sua sparizione dopo la deposizione di Gesù nel sepolcro. Nell'impossibilità di ricostruire con certezza scientifica un evento ormai troppo distante, al quale soltanto la fede permette di avvicinarsi, questo saggio ha il merito di riproporcene la storia da un punto di vista nuovo.
I cattolici conoscono poco la storia della loro Chiesa. È un'ignoranza grave, che ha tra le sue conseguenze anche quella di pregiudicare la nascita di un confronto proficuo con quanti non credono, che spesso non trovano nei credenti degli interlocutori informati. Che cosa ha significato l'avvento del cristianesimo nella storia? Per comprenderlo, secondo Agnoli, è bene istituire un confronto tra il prima (il mondo pagano) e il poi (la cristianità). Ci si accorgerà così che l'Incarnazione di Cristo non è stato un evento straordinario solo per chi vi crede, ma ha avuto ripercussioni sulla vita dei popoli e degli individui in generale. Il cristianesimo, infatti, ha liberato l'uomo antico dalle superstizioni e dalle paure che lo immobilizzavano; ha introdotto l'idea di libertà e di eguaglianza; ha cambiato il modo di guardare gli schiavi, le donne, i bambini, i malati. La nuova religione ha favorito la nascita della scuola e dell'Università, la diffusione degli ospedali e l'affermarsi della scienza moderna, proponendo un umanesimo pieno e universale, fatto di solidarietà, compassione e dialogo. Quella cristiana è una rivoluzione sociale, politica e culturale senza precedenti e tutt'ora in corso, da (ri)scoprire e da valutare con giudizio equanime, per capire cosa ha dato (e può ancora dare) alla nostra civiltà.