Di fronte al risveglio degli studi di genere, il tema talvolta è di che genere sia Dio padre. Ma Dio non ha sesso. La sua immagine va identificata piuttosto nella relazione. Nella persona umana l'energia affettiva (eros) è primaria. E Dio è Amore. Questo libro nasce dalla consapevolezza che quando l'Italia un giorno sgomenta svegliandosi ha scoperto che tutti parlavano del Gender, la Chiesa e la teologia si sono ritrovate spesso appiattite o ricondotte a posizioni di gruppi fondamentalisti. Il bisogno che ha generato queste pagine, seguite a confronti e dibattiti pubblici, è che la chiarezza dommatica, la spiegazione dei testi biblici, il rendere chiara la dottrina della Chiesa sia un servizio necessario per evitare che l'ignoranza, il non sapere cioè di questioni importanti che attingono all'umano come immagine del divino che è in ognuno, degeneri al punto da proclamare verità ciò che è invece solo confusamente ci viene dato di conoscere. Le questioni principali degli studi di genere a cui la teologia può offrire un contributo prezioso, sono in questo volume affrontate con un linguaggio semplice perché chiaro, supportato da studi sedimentati nell'autrice che ha il coraggio di sostare quando le risposte indicano il bisogno di una ricerca ancora aperta. Pagine che lette fino alla fine ci apriranno il cuore e la mente a una più corretta interpretazione di quell'essere, come creature, immagine del Creatore che sì ci fece maschi e femmine, ma soprattutto ci fece a sua immagine.
La domanda di papa Francesco: "Chi sono io per giudicare un gay?" ha aperto uno spiraglio nella riflessione all'interno della Chiesa e nel dialogo con il mondo. È caduto un tabù pesante: il silenzio e l'omertà su un tema invece che, come le pagine di questo libro dicono, non è mai stato estraneo al Vangelo. Tutto dipende da cosa vogliamo dire quando pronunciamo la parola "amore". L'esistenza gay e lesbica non può non interrogare la sostanza del Vangelo riguardo al farsi prossimo nei confronti degli altri. Se l'amore è legge suprema dell'essere, se la relazione come benedizione e il dono di se stessi a chi è diverso da sé si concretizza innanzitutto nei confronti di chi è vittima di ostracismo sociale, allora i credenti sono chiamati in causa dal rischio di essere attori o complici di oppressione, concorrendo a determinare la violenza peculiare contro questa forma di amore. Il Vangelo di Gesù, infatti, scopre, assume, celebra il senso di ogni persona diversa, anche laddove il potere dominante - clericale o statale o sociale che sia - vede e impone abominio, perdizione, scandalo. Perché, altrimenti, cosa vuol dire annuncio di salvezza? Perché, altrimenti, qual è se non questa la scandalosa buona novella? Essa annuncia e opera la rottura di ogni ordine sociale basato sull'esclusione, di ogni opinione pubblica coercitiva e di ogni senso comune che nega dignità integrale a qualunque essere umano.
Di fronte alla sofferenza dei divorziati risposati, che vivono sulla loro pelle l'esclusione dell'eucarestia, non bastano parole di conforto. Spesso si tratta di persone che hanno alle spalle una forte esperienza di fede, una convinta pratica religiosa, una consapevole testimonianza cristiana nella vita sociale. Avvertono il bisogno di vivere pienamente la celebrazione eucaristica insieme con i fratelli di fede. Ma non possono. Devono rimanere sul fondo della chiesa. Si sentono giudicati, anche dai figli. Siamo ancora lontani da un approccio fraterno, che non generi un discriminazione di fatto. Si fa finta di nulla. Si lascia che ciascuno si arrangi per proprio conto, scaricando le scelte sulla coscienza della persona oppure costringendo a soluzioni di contrabbando (come andare a ricevere l'eucarestia in un luogo dove non si è conosciuti). Le testimonianze riportate nelle pagine di questo libro ne sono la prova. L'esclusione dei divorziati risposati dall'eucarestia si fonda su una interpretazione contrattualistica del matrimonio, poco attenta alla dimensione dell'amore come rapporto interpersonale. Ma l'amore di Cristo non è rivolto proprio alle persone, chiamate a realizzarsi in un rapporto di mutua donazione? È questo l'interrogativo al quale i contributi di questo volume provano a dare risposta, integrando, in modo agile ma qualificato, le acquisizione della ricerca teologica, le esperienze pastorali più innovative, la sperimentazione in ambito ecumenico.