Il linguaggio parla di noi più di quanto pensiamo: un termine o un'espressione, uno sguardo, un gesto, anche un silenzio, forniscono sempre informazioni sulla nostra personalità all'interlocutore che abbiamo di fronte.
Il testo si rivolge a tutti coloro che hanno a che fare con la comunicazione, per esperienza lavorativa, sociale o affettiva (dall'educatore, al docente, al genitore).
SOMMARIO
Respiri oltre il confine - Il linguaggio - Le parole della comunicazione - Chi comunica con chi - Relazioni educate - Conclusioni
L'esigenza di incontrare figure esemplari e credibili porta ad analizzare da vicino l'esperienza di Armando Rigobello che, con la sua vita, testimonia una continua volontà di ricerca, di incrocio e scambio fra impegno filosofico, fede religiosa e tensione educativa. Il dialogo, proiettato a risvegliare il coraggio di domande radicali, sviluppa un itinerario che cerca di tenere insieme il valore della testimonianza personale e biografica con le ragioni di un impegno intellettuale e speculativo sulla realtà che viviamo e sulla verità che cerchiamo.
Un'originale e attenta analisi del pensiero di Viktor E. Frankl, presentato nelle sue ricadute sull'impegno educativo e didattico. Nel volume vengono proposti i fondamenti della logoterapia come principi guida per affrontare le antinomie del rapporto tra apprendimento e insegnamento, l'azione didattica e la risposta alle sfide pedagogiche dell'epoca contemporanea.
Il libro ricostruisce la storia recente delle politiche giovanili nel nostro paese attraverso la recente e ambiziosa esperienza del Forum Nazionale Giovani, la piattaforma nazionale di rappresentanza permanente riconosciuta dall'Unione Europea. Un approfondimento per riflettere sul passato, presente e futuro dell'attività politica delle nuove generazioni.
Il libro analizza il frutto più significativo dell'incontro tra la Democrazia cristiana e il Partito socialista avvenuto tra il 1962 e il 1968: l'avvio di una politica sociale dell'istruzione. Nella convinzione che il potenziamento dell'istruzione potesse costituire il motore principale per lo sviluppo economico e il progresso civile, il progetto auspicava anche l'avvio del passaggio da democrazia formale a democrazia sostanziale ed il libro sottolinea i passaggi che nella storiografia scolastica spesso sono stati condizionati da pregiudizi ideologici.
"Sento parlare di emergenza educativa, di sfida educativa, di programmi pluriennali di formazione... Questo mi ricorda un momento particolare di “illuminazione” o “insight” che ebbi verso l’inizio del decennio degli anni ’80. Stavo recitando le Lodi mattutine… Mi colpì il primo cantico, che riproduceva una parte del grande inno con cui Mosè chiude il libro del Deuteronomio. Diceva a un certo punto così: ‘P orzione del Signore è il suo popolo, sua eredità è Giacobbe. Egli lo trovò in terra deserta... lo educò, ne ebbe cura…’. Mi colpì in particolare l’espressione lo educò… Fu quella per me una intuizione decisiva. Vidi come il tema dell’educare non consista tanto nel darsi da fare dell’uomo per tirar fuori qualcosa dai suoi simili, ma anzitutto nel darsi da fare di Dio per educare il suo popolo e per educare i singoli del suo popolo. Mi parve allora che tutto il nostro programma educativo futuro avrebbe dovuto ispirarsi a questa azione di Dio educatore". A scrivere queste righe è il cardinale Carlo Maria Martini che così apre una nuova antologia dai suoi scritti ora in libreria con i tipi dell’Editrice La Scuola e il titolo “Educare nella postmodernità” (a cura di Franco Monaco, pp. 160 , € 9,50). Il volume presenta il meglio del pensiero del “Martini educatore”, recuperando non solo la lettera “Dio educa il suo popolo” per il programma pastorale della diocesi ambrosiana del 1987-1989, o ampi stralci dalle lezioni tenute in occasione del conferimento al cardinale delle lauree “honoris causa” in Scienze dell’Educazione da parte dell’ Università Salesiana di Roma nel 1989 e da parte dell’Università Cattolica di Milano nel 2002 (“Un’educazione popolare e planetaria. Domande ai pedagogisti” e “La Bibbia, grande libro educativo dell’umanità”), ma valorizzando anche interessanti memorie autobiografiche sulla personale esperienza scolastica e formativa del cardinale: il suo noviziato, gli anni degli studi in filosofia e teologia, quelli di perfezionamento all’Istituto biblico e alla Gregoriana. E ci sono pure riletture di don Milani, lettere ai pedagogisti e agli educatori, testi omiletici e pastorali. In ogni caso - come spiega bene il curatore - quanto basta non per scoprire una teoria dell’educazione, quanto piuttosto una sapienza applicata all’azione educativa da parte di un maestro di vita. Una guida che accompagna il lettore nel labirinto della postmodernità. “Si ha l’impressione di una qualche sua perplessità su espressioni in voga di recente nella Chiesa italiana quali ‘emergenza’, ‘sfida’, ‘alleanza educativa’…” -scrive Franco Monaco nella densa introduzione. Aggiungendo: “Se abbiamo inteso bene, Martini è reattivo verso quel di più di volontarismo, di paternalismo e di ansia che spesso si celano al fondo di un pur apprezzabile proposito educativo. Di questi due elementi si rinviene traccia nella lettera pastorale Dio educa il suo popolo, centrata sull’educare, che ci è parso utile ricomprendere nella presente raccolta e che anzi ne rappresenta il corpo centrale”. Insomma, l’educatore deve ispirarsi alla pedagogia di Dio quale si dipana nella Scrittura e cooperare alla sua azione. Perché è la Bibbia il libro educativo dell’umanità.