La storia dell'arte può essere raccontata da tanti punti di vista: attraverso le tecniche, i movimenti, le committenze, i linguaggi o gli stili. Questo libro sceglie un'altra strada. Ci invita a compiere un viaggio nel tempo, dall'antichità ad oggi, per scoprire come gli artisti hanno rappresentato le emozioni, quelle che si annidano nei nostri stati d'animo più ineffabili e affascinanti. Lo storico dell'arte Costantino D'Orazio ci guida tra capolavori famosi e opere meno note per accompagnarci alla scoperta del desiderio, del delirio, del tormento, dello stupore, del dubbio e dell'allegria. Sentimenti che l'umanità ha avvertito e considerato in maniera sempre diversa nel corso dei secoli. Dai reperti dell'antica Grecia ai capolavori del Rinascimento, dalle invenzioni del Barocco alle rivoluzioni del Romanticismo, fino alle provocazioni del Novecento, l'arte ha attinto alle emozioni delle donne e degli uomini creando simboli e personaggi per raccontarle. Eros per il desiderio, Prometeo per il tormento, Medusa per il delirio, Maddalena per lo stupore, Polimnia per il dubbio e i putti per l'allegria, sono solo alcune delle figure che svelano il tumulto di emozioni contenuto in queste pagine.
Il genio di Leonardo è universalmente noto. Il suo mito, tuttavia, ha spesso messo in ombra la vita di un uomo tormentato, dotato di un acuto spirito di osservazione, in conflitto con il sapere istituzionale e dedito a indagare ogni fenomeno naturale. Pittore, scultore, architetto, scienziato, musico, ingegnere: le tante vite di Leonardo sono raccontate da Antonio Forcellino con passione. Una biografia ricca, documenti d’archivio e scritti scientifici arricchiscono il volume: un testo di critica attuale e uno studio approfondito.
Leonardo. Genio senza paceè dedicato a tutti coloro che desiderano avvicinarsi a una delle più misteriose figure europee del passato. Carlotta Venegoni, “Il Giornale dell’Arte”
Il mito, l’uomo, che nelle premesse ai suoi scritti si definì provocatoriamente «omo sanza lettere», può essere oggi decifrato dal restauro dei suoi grandi capolavori. L’analisi dell’opera pittorica, la comprensione del dettaglio della sua tecnica compositiva, sono infatti una chiave fondamentale per comprendere la personalità del genio.
La classica, originalissima opera in cui un grande artista italiano, noto in tutto il mondo per l'estrosità e la leggerezza delle sue creazioni, ha demolito una volta per sempre il mito dell'artista-divo per sostituirlo con la figura del 'designer'. Attraverso un'analisi di opere e di temi, condotta con disegni e immagini chiare e godibili, Munari fornisce una presentazione estremamente esauriente del design e delle sue diverse specializzazioni: visual design - industrial design -graphic design - design di ricerca.
Un tema di grande attualità, quello della separazione sempre maggiore tra l'arte pura e la produzione d'arte legata all'esigenza della grande industria e dei consumi di massa, affrontato con intelligenza e leggerezza nelle pagine vivacissime di Bruno Munari.
Tra i grandi libri di Munari, questo è quello che forse maggiormente rende felici i lettori per la leggerezza incantata con cui li porta a scoprire che saper progettare non è dote esclusiva e innata di pochi. C'è in ognuno di noi una creatività che Munari in queste pagine aiuta a sviluppare e a mettere in luce. Bruno Munari (Milano, 1907-1998), pittore, designer e sperimentatore di nuove forme d'arte, ha segnato una svolta fondamentale nella storia del design in Italia e nel mondo.
Fantasia, invenzione, creatività e immaginazione nelle comunicazioni visive. È possibile capire come funzionano queste facoltà umane? Che relazione hanno con l'intelligenza e la memoria? Munari spiega tutto ciò con argomenti chiari e moltissimi esempi visivi noti e ignoti. E anche come si stimola la creatività e come si può allenare la mente a essere più elastica e più pronta.
Nato da un amore tra una contadina e un giovane notaio, Leonardo crebbe senza ricevere un'educazione regolare. Il padre infatti si rifiutò di legittimarlo. Se questa condizione di libertà dai doveri di un apprendimento rigido e codificato fu certo ragione di grande stimolo alla sua naturale creatività, è innegabile che fu per lui anche motivo di perenne sofferenza. Un'irrefrenabile volontà di riscatto lo portò a intraprendere imprese straordinarie e talvolta troppo ambiziose. Furono il desiderio di gloria e la passione ossessiva per la conoscenza a fargli cercare protezione presso i potenti: da Lorenzo il Magnifico a Ludovico Sforza, dai governatori francesi ai potenti della Signoria veneziana, dalla litigiosa Repubblica di Firenze a Roma, al cospetto di Michelangelo e Raffaello, fino ad arrivare in Francia presso Francesco I. Il mito, l'uomo, che nelle premesse ai suoi scritti si definì provocatoriamente "omo sanza lettere", può essere oggi decifrato dal restauro dei suoi grandi capolavori. L'analisi dell'opera pittorica, la comprensione del dettaglio della sua tecnica compositiva, sono infatti una chiave fondamentale per comprendere la personalità del genio. Insieme agli scritti 'scientifici' e a una ricca documentazione d'archivio, Antonio Forcellino riannoda la storia di Leonardo, di cui il mito ha talvolta messo in ombra la realtà spesso sofferente dell'uomo e del pittore.
Non è vero che l'arte contemporanea non richieda più alcuna competenza tecnica e che si fondi sul principio provocatorio del ready-made. Al contrario, "mai come oggi non soltanto a un artista, ma a chiunque svolga un'attività inventiva, è concesso, anzi decisamente richiesto, di slittare tra competenze diverse: si dà forma a un pensiero con il continuo sovrapporsi di fattori. Il contraltare a questa libertà, tuttavia, è che si disponga di competenze varie e che si agisca in maniera precisa, progettata, realizzando le ipotesi di lavoro più varie con abilità specifiche". Anche per fare una crepa nel pavimento, un sole finto che abbronza davvero, una scatola nera nella quale il nostro corpo si disperde come nel vuoto (per citare tre opere gigantesche presentate alla Tate Modem di Londra, nell'ordine, di Doris Salcedo, Olafur Eliasson, Miroslaw Balka) occorre avere una coscienza e una dimestichezza dei propri mezzi che non è possibile improvvisare. Le nuove tecniche sembrano però avere almeno un aspetto in comune, quello del bricolage, che mette insieme materie e approcci differenti e che non mira alla durevolezza dell'opera. In ciò si rispecchia un'epoca in cui declina l'idea di storia come insieme sensato e in cui tendiamo a percepire il tempo come un flusso elastico, dominato dal frammento e dal caso. A partire da questi presupposti, Angela Vettese riflette su come sono cambiati i materiali e i linguaggi dell'arte contemporanea.
Da Van Gogh a Picasso, da David a Boccioni, da De Pisis a Clemente: Alberto Boatto ripercorre la storia dell'autoritratto dall'inizio del moderno fino al suo tramonto. Il volume, qui proposto in una nuova edizione arricchita di nuovi profili e nuove immagini, è suddiviso in due parti: nella prima l'autore risponde alla domanda "che cos'è un autoritratto?"; nella seconda presenta circa novanta autoritratti, commentandoli e interpretandoli.
Un percorso che attraversa più di un secolo di storia dell'arte, dall'Astrattismo all'Espressionismo astratto, dal Dadaismo alla Pop Art, dal Cubismo alle tendenze più significative degli ultimi decenni. Giuseppe Di Giacomo individua i temi e i problemi teorici fondamentali della produzione artistica moderno-contemporanea: il rapporto tra arte e realtà, il ruolo del mercato e quella connessione di etica ed estetica, di memoria e testimonianza che caratterizza alcuni fenomeni artistici dagli anni Ottanta in poi.
"Scultura è un termine oggi abitualmente utilizzato nell'ambito dell'arte contemporanea non solo per le opere tradizionali ma anche per ogni tipo di lavoro con caratteristiche tridimensionali effettive, dalle costruzioni e assemblaggi agli oggetti, dalle installazioni spaziali agli ambienti e agli interventi in contesti esterni. Perché si è arrivati a estendere, forzandola all'estremo, una categoria che per secoli ha avuto un'identità precisa, tale da non dare mai adito ad ambiguità interpretative di fondo? Di fatto oggi ci troviamo in una situazione culturale in cui si registra una compresenza delle più diverse forme operative, tutte legittimate al livello della produzione artistica più avanzata." Dalle sculture plastiche di Rodin e Medardo Rosso ai rilievi cubisti di Picasso, da Boccioni ai ready made di Duchamp, agli artisti pop, dai concetti spaziali di Fontana alle realizzazioni tridimensionali che incorporano nell'opera lo spazio dell'installazione o il corpo dell'artista, la parabola straordinaria e vitale della scultura del Novecento, nelle sue eclettiche modalità creative.
Sulla fine degli anni Cinquanta, i tubi di dentifricio di Oldenburg, i cartelloni pubblicitari di Rosenquist, i fumetti di Lichtenstein, le Coca-Cola di Warhol fanno irrompere sulla scena dell'arte figure e cose della vita quotidiana che raccontano in maniera completamente inedita la civiltà dei consumi. Come nessun altro artista del moderno, l'artista pop si lascia coinvolgere volutamente dall'universo metropolitano dominato dai prodotti fabbricati in serie e dai mezzi di comunicazione di massa. Alberto Boatto, uno tra i maggiori critici italiani, racconta la Pop Art attraverso gli incontri con i suoi più grandi esponenti e con le loro opere, negli anni in cui ancora conservavano la fragranza dell'eresia.