Nella varietà delle formule, dei generi e delle estetiche in cui si rende disponibile alla fruizione dei pubblici - dallo sceneggiato degli anni cinquanta alle web-series degli anni duemila - il racconto televisivo continua a intrigare, appassionare, a far vibrare corde emotive. È sempre tempo di fiction. Il segreto di questa continuità è nella capacità metamorfica delle forme narrative, nella plastica mutevolezza con cui linguaggi e immaginari seriali si rimodellano interagendo con le tendenze di cambiamento proprie di ogni fase evolutiva della televisione e del più vasto ambiente mediale. Oggi, nel tempo della convergenza digitale, trasformazioni significative attraversano il campo della fiction tv, aprendo la strada a nuove forme di creatività e nuove modalità di offerta e di consumo. I saggi contenuti nel volume si propongono di cogliere e di restituire analiticamente, riflessivamente, questa doppia articolazione del racconto televisivo: sempre presente e sempre in divenire.
"Un lavoro che è insieme una novità e una eccezione. È nuovo perché per trovare una stessa profonda interrogazione sul senso del piccolo schermo, bisogna risalire alle prime riflessioni compiute da chi in Italia si pose per primo la domanda su quale fossero gli orizzonti espressivi che l'avvento della televisione stava aprendo al di là dell'arte, del teatro e del cinema. In questo senso il lavoro di Papetti, nel suo tornare a interrogarsi su questioni fondative compensa un vuoto di riflessione e ci dice cose che avremmo dovuto capire da tempo. È un'eccezione perché nel panorama di studi sui linguaggi televisivi e sulla loro egemonia mediática e sociale tardo-novecentesca sono andati prevalendo stili, metodi e sensibilità che poco o nulla hanno a che vedere con la scelta qui compiuta dall'autore." (dalla presentazione di Alberto Abruzzese)
L'heritage, il patrimonio della cultura, è sempre più digitai heritage: un archivio immenso, più o meno accessibile, interrogabile, preservabile che contiene la nostra memoria del passato; ma soprattutto un ambiente vivente, dove compiere esperienze e ricreare conoscenze e identità. I saggi di questo volume esplorano il cantiere aperto e in pieno sviluppo della memoria digitale; da una articolata teoria dell'heritage (la tradizione, la convergenza tra mente e tecnologia, la virtualizzazione delle istituzioni culturali, i conflitti, gli attori e la possibile evoluzione) a una approfondita inchiesta sulle strategie e le migliori pratiche dei musei e degli altri soggetti nello scenario internazionale attuale; da una messa a punto sui temi emergenti dello storytelling e del crowdsourcing alle questioni dell'accessibilità e dei diritti sui "contenuti". Completa il volume il rapporto di sintesi dell'Osservatorio sulla comunicazione on line delle istituzioni italiane dell'heritage (2009-2010), una estesa ricerca sui siti web di musei, fondazioni e aree di scavo.
Il libro indaga il rapporto tra giovani (nativi digitali) e memoria storica. Fino a che punto i nuovi mezzi di comunicazione hanno influito negli ultimi dieci anni nella formazione di una nuova percezione del passato? Se c'è stato un appiattimento sul presente "senza tempo" (Castells) che fine ha fatto la prospettiva storica? È vero che di fronte ad una simile trasformazione i mass media (soprattutto la tv) e i media più tradizionali (la letteratura scritta) hanno riacquistato un'importanza strategica? Dall'angolatura prevalente del rapporto dei giovani con la storia e la memoria, l'indagine si concentra innanzitutto sulla ricostruzione del panorama del rapporto storia-televisione a partire dalla paleotelevisione e del riutilizzo dei vecchi modelli nella televisione attuale. Si dedica quindi alla mappatura dell'insieme complesso dei format neotelevisivi indirizzati alla divulgazione della storia, per poi arrivare a definire i confini, spesso incerti, tra fiction e documentario storico. Approda infine al rapporto tra storia e new media. La ricerca si avvale di strumenti di indagine di carattere quantitativo-qualitativo, basati su un questionario somministrato ad un campione di diverse centinaia di studenti universitari della Sapienza e di una serie di focus group organizzati nello stesso ambito.
Dopo decenni di subalternità culturale agli altri linguaggi audiovisivi, la serialità televisiva ha conquistato l’attenzione di spettatori, professionisti e studiosi della comunicazione proponendo universi immaginari estremamente innovativi nei contenuti e nelle forme. Operando in profondità sul tempo del consumo e sulla stessa struttura dei processi di affabulazione, le nuove tv-series (da E.R. a C.S.I., da Dr. House a Lost, da Sex and the City a Prison Break) superano il cinema nella capacità di aderire ai profili identitari del pubblico, restituendone aspettative e inquietudini. I saggi contenuti in questo volume indagano le trasformazioni della fiction televisiva nell’epoca del web e nel crepuscolo dei tradizionali modelli di serialità.
Transazioni economiche, flussi informativi, scambi culturali e connessioni emotive: lungo le autostrade del cyberspazio scorrono fiumi ininterrotti di byte che sono la matematizzazione del nostro ritmo vitale. Le tecnologie digitali stanno cambiando l’organizzazione della società e l’immagine che l’uomo ha di sé e della realtà. Se tutto avverrà secondo le attuali prospezioni si aprirà un’epoca di radicali novità nel nostro modo di essere al mondo e di relazionarci. Ne risulteranno potenziate non solo le modalità del comunicare, ma anche quelle dell’agire personale e sociale. Identità, informazione, privacy, virtualità: con un approccio transdisciplinare che non rinuncia al rigore metodologico gli autori tratteggiano i contesti odierni e prefigurano gli scenari futuri della postumanità.
Tecnologie come internet, il cellulare e la tv digitale non si limitano ad arredare il mondo in cui siamo ma esprimono e danno corpo al mondo che siamo. Non ci offrono, cioè, solo la possibilità di svolgere in modo più efficiente le nostre tradizionali attività su scala globale, ma ridefiniscono i territori e gli spazi di interazione simbolica in cui si producono le nostre pratiche, il nostro modo di dare senso al mondo, la nostra stessa soggettività. Piattaforme di integrazione o di conflitto fra vecchi e nuovi comportamenti culturali e comunicativi, fra vecchie e nuove identità, fra tradizione ed innovazione, i media digitali delineano un nuovo e più versatile volto del mondo che siamo. Il libro contiene un saggio di Mihaela Gavrila.
Un breve saggio e una riflessione sull'ultimo medium: la televisione digitale terrestre. Uno studio scientifico-filosofico che prende le mosse dagli approcci ai mass media di Marshalll McLuhan, ripercorrendo le linee guida del guru delle scienze della comunicazione ed applicandole, prospetticamente, a quel medium che non ha potuto conoscere ma che, in qualche modo, immaginava già. Un libro al tempo stesso scientifico e divulgativo, per appassionati, studiosi o semplici curiosi, con riflessioni ed approfondimenti che spaziano dalla psicologia alla sociologia, alla comunicazione politica, oltre che, naturalmente, dalla storia dei mass media alle scienze della comunicazione.