Se Simmel fosse stato un consumatore di mass media e Weber avesse potuto conoscere lo star system hollywoodiano? Se Benjamin avesse avuto la possibilità di navigare in internet e Mead di partecipare a una chat online? Se Foucault avesse assistito a una puntata del Grande Fratello e Luhmann all’espansione dei mondi virtuali? Che cosa ne avrebbero potuto scrivere e quali riflessioni ne avrebbero tratto questi grandi maestri delle scienze sociali? «Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire», ha scritto Italo Calvino. Così i classici della sociologia possono dire ancora molto e fornire spunti di riflessione preziosi per interpretare l’universo dei media, anche nelle sue più recenti articolazioni. Questo libro approfondisce le ragioni della loro attualità alla luce delle scienze della comunicazione. Da un lato, intende mostrare come la comunicazione mediata sia il cuore pulsante dei processi di modernizzazione sociale; dall’altro, mira a sottrarre il controllo dei fenomeni comunicativi al senso comune, per restituirlo alla più ampia e autorevole tradizione delle scienze sociali.
Tecnologie come internet, il cellulare e la tv digitale non si limitano ad arredare il mondo in cui siamo ma esprimono e danno corpo al mondo che siamo. Non ci offrono, cioè, solo la possibilità di svolgere in modo più efficiente le nostre tradizionali attività su scala globale, ma ridefiniscono i territori e gli spazi di interazione simbolica in cui si producono le nostre pratiche, il nostro modo di dare senso al mondo, la nostra stessa soggettività. Piattaforme di integrazione o di conflitto fra vecchi e nuovi comportamenti culturali e comunicativi, fra vecchie e nuove identità, fra tradizione ed innovazione, i media digitali delineano un nuovo e più versatile volto del mondo che siamo. Il libro contiene un saggio di Mihaela Gavrila.