“Un approccio innovativo aiuta i ragazzi a comprendere le cause di un malessere che misteriosamente compare e che pensano di controllare attraverso l’uso di sostanze.
Alterando il loro sentire, per non vivere il dolore derivante da rapporti umani deludenti, ricercano il benessere in paradisi effimeri a volte mortali.
Analizzare la causa di questo malessere, indicare la strada per curarlo e per recuperare la capacità di affrontare i rapporti umani con affettività e fantasia, sono i nostri intenti.
Dieci anni sono ormai trascorsi dal G8 di Genova. Un evento che tuttavia resta impresso nell'immaginario. Difficile lasciare dietro di sé quei drammatici eventi, immortalati da una moltitudine di fotografie e video. Immagini di scontri di piazza, con la morte di Carlo Giuliani, e di manifestanti picchiati a sangue nella scuola Diaz. Poi le notizie sulla violenza di Bolzaneto. Infine sono venuti i processi e le sentenze. Che cosa resta di Genova, oggi? Gli autori, muovendosi per i sentieri di un senso di cittadinanza profondamente ferito e di un diffuso trauma psicopolitico, prendono le distanze da quel pensiero illusorio che si affida passivamente al tempo. Nella speranza che si faccia guaritore. Quasi che a far decantare l'afflizione, essa svanisca. E che l'indignazione covata dall'ingiustizia patita possa essere erosa dall'oblio. Sapendo però che tutto si può dire del passato, tranne che sia passato, gli autori analizzano scientificamente la natura della sofferenza, individuale e collettiva, generata dal G8 di Genova. Interrogano le pratiche sociali della memoria, affrontano il problema del vivere comune "offeso" - la frattura tra istituzioni dello Stato e parte di cittadini - con le reciproche barriere emozionali che continuano a frapporsi a livello interpersonale e intergruppi. I diritti d'autore del libro sono devoluti al Comitato Verità e Giustizia per Genova. Prefazione di Nando Dalla Chiesa.
I traumi, le ferite - del corpo o dell'anima che siano - nella vita non possono non accadere. Questo libro permette di avere una conoscenza colta, approfondita, attraverso una lettura piacevole ed agile, del trauma psicologico nell'adulto e nell'infanzia: sia di quello personale, sia di quello derivante da eventi catastrofici, portando a una conoscenza utile per aiutare il superamento naturale dei traumi più lievi, ma anche per riconoscere e indirizzare al trattamento clinico di eccellenza dei traumi maggiori. Gli autori dedicano il contrappunto finale al "Trauma nell'arte pittorica", una breve e interessante panoramica di come alcuni celebri artisti hanno trattato/ritratto il trauma.
Nella concezione corrente, purtroppo anche in ambito sanitario, la sessualità viene considerata inerente a un funzionamento fisiologico, così come si considera il funzionamento di altri organi corporei. Si ha così del sesso una visione meccanicistica e medievistica. La sessualità non dà emozioni, ma è un'emozione, neurale, con più visibili effetti somatici. Come tale è regolata da come il cervello di un individuo ha imparato a funzionare nelle relazioni dei primi suoi anni di vita con gli adulti che si occuparono di lui: è pertanto un'organizzazione neurale individuale, acquisita in modo diffìcilmente modificabile. Da un'adeguata considerazione scientifica discende una valutazione di ogni forma di sessualità assai differente da quella oggi prevalente con le relative ricadute sul piano sociale, giuridico, morale, pedagogico.
I giovani sono un problema. Ormoni fuori controllo, irresponsabili, indifferenti, bamboccioni. Inutile negarlo, questi ritratti di negatività spaventano e preoccupano. Alimentando la diffusa immagine di una “gioventù sregolata”, e quindi bisognosa di controllo. Soprattutto per quanto attiene alla salute. Inoltre, grazie alla logica del rischio e della responsabilità individuale, si è ormai affermata l’idea di un “dovere di benessere”. Un simile scenario induce a misurare l’ignoranza di chi vive male, applicando punizioni nei confronti dei trasgressori, e ovviamente ricompensando gli obbedienti. L’autore, interrogando la psicologia e le politiche della salute, mette in crisi questo modo abituale di guardare ai giovani. Per poi soffermarsi accanto a loro, dentro situazioni dilemmatiche. Dove l’impegno esistenziale per sentirsi bene sovverte alcune norme sociali – nel caso di giovani lesbiche diventate madri –, si espone allo stigma collettivo – parlando di ragazze che si rifanno il seno –, e si scontra con una cultura respingente – a proposito di giovani migranti che vogliono farcela. Di tutti emergono paure e gioie, credenze e pregiudizi, slanci e ritirate, aspirazioni e delusioni, agio e disagio. Dimostrando un modo di esistere creativamente versatile, e ben distante dalle tinte fosche con cui vengono solitamente dipinti.
Prima di partire per un viaggio, lungo o breve che sia, sentiamo il bisogno di salutare, cioè di conservare per il nostro bene il pensiero delle cose o delle persone dalle quali stiamo allontanandoci o ci stiamo separando: un pensiero che deve "fare salute", deve far star bene sia noi sia la persona a cui lo rivolgiamo. In fondo, il desiderio di poter andar via senza la "colpa di separazione", senza il ricatto del dolore subito o provocato, è una molla potente che influisce su nostri stati d'animo "dopo" una separazione, un distacco, un addio.
Il desiderio è costituito da una serie di tendenze opposte ciascuna delle quali può soddisfarsi solo a discapito dell'altra. E insieme desiderio di qualcosa e desiderio di desiderare, sicché tende contemporaneamente ad appagarsi e a restare inappagato. Analogamente, mira insieme a qualcosa di determinato e indeterminato, di reale e irreale, di posto nel passato più remoto e nel futuro più assoluto. Il desiderio appare cioè qualcosa di intimamente contraddittorio e - a questo titolo - qualcosa che costituisce nella vita psichica un problema insostituibile. Ma non resta che prenderne atto? L'unico rapporto autentico con il desiderio è la considerazione della sua impossibilità?
Una panoramica sullo sviluppo di questa "sindrome multiforme", sia dal punto di vista clinico che da quello psicodinamico, a partire dal periodo post-freudiano fino agli anni Novanta. Per la maggior parte inediti in Italia, e appartenenti a diverse aree geografiche e culturali, i saggi sono suddivisi secondo un ordine cronologico e tematico.