Chiara ha fatto un sogno. E ha avuto tantissima paura. Canta e conta, si diceva nel sogno, ma il buio non voleva andarsene. Così, Chiara si è affidata alla luce invisibile della notte per muovere i propri passi nel bosco. Ma quello che ha trovato scavando alle radici dell'albero l'ha sconvolta. Perché forse non era davvero un sogno. Forse era una spaventosa realtà. Manca poco a Natale, il giorno in cui Chiara compirà nove anni. Anzi, la notte: perché la bambina non vede la luce del sole da non sa più quanto tempo. Ci vuole un cuore grande per aiutare il suo piccolo cuore a smettere di tremare. È per questo che, a pochi giorni dalla chiusura di un faticosissimo e pericoloso caso e dalla scoperta di qualcosa che dovrà tenere per sé, Teresa Battaglia non esita a mettersi in gioco. Forse perché, nonostante tutto, in lei batte ancora un cuore bambino. Lo stesso che palpita, suo malgrado, nel giovane ispettore Marini, dato che pur tra mille dubbi e perplessità decide di unirsi al commissario Battaglia in quella che sembra un'indagine folle e insensata. Già, perché come si può anche solo pensare di indagare su un sogno? Però Teresa sa, anzi, sente dentro di sé che quella fragile, spaurita e coraggiosissima bambina ha affondato le mani in qualcosa di vero, di autentico... E di terribile.
«Tutto il mondo affrontava la stessa prova. Qualcuno ne approfittò per cambiare». Cosa racconteremo di noi e della nostra vita ai nostri nipoti? Mattia decide di iniziare dalla primavera dei suoi nove anni, nel 2020, quando, mentre il mondo da un giorno all'altro si rinchiude in casa, si ritrova costretto nel microcosmo di un condominio di ringhiera a fronteggiare il suo più grande nemico: quel padre che l'aveva abbandonato quando aveva solo tre anni. Mentre tutto si stravolge, l'ansia e la paura prendono il sopravvento, la scuola viene racchiusa in un computer, i vicini cantano dai balconi e gli amori vivono storie impossibili, il piccolo Mattia, grazie all'aiuto di una nonna che dai libri e dalle stelle ha appreso la tenera saggezza della vita, e di una sorella ribelle e affettuosa, comincerà a capire qualcosa di nuovo e importante: diventare grandi significa anche provare a scommettere sugli altri e imparare a fidarsi. Persino dei più acerrimi nemici. Massimo Gramellini, con la sua empatia, ci racconta in una storia di sentimenti e speranze la sorprendente scoperta di potersi continuamente reinventare.
Sono le cinque meno dieci esatte. Il lago s'intravede all'orizzonte: è una lunga linea di grafite, nera e argento. L'uomo che pulisce sta per iniziare una giornata scandita dalla raccolta della spazzatura. Non prova ribrezzo per il suo lavoro, anzi: sa che è necessario. E sa che è proprio in ciò che le persone gettano via che si celano i più profondi segreti. E lui sa interpretarli. E sa come usarli. Perché anche lui nasconde un segreto. L'uomo che pulisce vive seguendo abitudini e ritmi ormai consolidati, con l'eccezione di rare ma memorabili serate speciali. Quello che non sa è che entro poche ore la sua vita ordinata sarà stravolta dall'incontro con la ragazzina col ciuffo viola. Lui che ha scelto di essere invisibile, un'ombra appena percepita ai margini del mondo, si troverà coinvolto nella realtà inconfessabile della ragazzina. Il rischio non è solo quello che qualcuno scopra chi è o cosa fa realmente. Il vero rischio è, ed è sempre stato, sin da quando era bambino, quello di contrariare l'uomo che si nasconde dietro la porta verde. Ma c'è un'altra cosa che l'uomo che pulisce non può sapere: là fuori c'è già qualcuno che lo cerca. La cacciatrice di mosche si è data una missione: fermare la violenza, salvare il maggior numero possibile di donne. Niente può impedirglielo: né la sua pessima forma fisica, né l'oscura fama che la accompagna. E quando il fondo del lago restituisce una traccia, la cacciatrice sa che è un messaggio che solo lei può capire. C'è soltanto una cosa che può, anzi, deve fare: stanare l'ombra invisibile che si trova al centro dell'abisso.
Come siamo potuti diventare così fragili? Credevamo di essere la generazione più fortunata della storia. Commerciare o viaggiare ovunque nel mondo sembrava un nostro diritto. Invece per la seconda volta in un decennio miliardi di donne e uomini - italiani inclusi - si trovano intrappolati in una catastrofe. Possiamo dirci che dietro c'è la «mala sorte», o seguire il filo che corre attraverso gli ultimi vent'anni. L'11 settembre causato da un gruppo di fanatici che avevano potuto addestrarsi al volo negli Stati Uniti. Il 2008 innescato da banchieri di Wall Street che avevano smarrito il senso della realtà. Infine una cerchia ristretta di funzionari cinesi alle prese con un virus misterioso. La rete del mondo globalizzato del ventunesimo secolo è così in tensione che ogni urto propaga onde di choc ovunque con la velocità di un volo intercontinentale o di un clic. Un sistema che aveva preso forma in nome dell'efficienza si rivela vulnerabile. Ciò che era nato in nome delle libertà genera squilibri nei quali la democrazia arretra. Il cambiamento viaggia sempre un passo avanti a noi. Eppure chi vede i pericoli in anticipo di solito viene ignorato ed è forse proprio qui, nelle nostre teste, che è nascosta la trappola: non siamo capaci di immaginare gli scarti improvvisi. Oggi dovremmo chiederci se il prossimo rischio verrà da un disastro ambientale o da un attacco terroristico al cloud. Di sicuro questa globalizzazione ha bisogno di sviluppare anticorpi che ci proteggano. E può farlo, se accettiamo una società meno diseguale.
Tutto avrebbe pensato, ma non di fare la paleopatologa dopo la laurea in medicina. Non di vivere a Verona, così distante da Messina, la sua casa. Non di avere una ?glia piccola a carico, la buffa Flora. Non di rintracciare il padre della suddetta ?glia dopo diversi anni, di trovarlo affascinante come quando l'aveva conosciuto e di scoprirlo perfetto con Flora. Non di provare ancora qualcosa per il suddetto padre. Non di poter vantare una discreta collezione di situazioni ed esperienze imbarazzanti. La vita di Costanza Macallè può dirsi, insomma, abbastanza travagliata. Eppure la trentenne dai capelli rossi ribelli e con il cappotto troppo leggero per l'inverno del Nord può contare su pochi ma buonissimi assi nella manica che la aiutano ad affrontare giorno dopo giorno le s?de della vita: i colleghi dell'Istituto di Paleopatologia, la sorella Antonietta, un'innata capacità di rialzarsi a ogni caduta, la consapevolezza di poter contare sulle proprie forze e l'ostinata determinazione di chi sa cavarsela anche con poco. Perché l'importante è avere sempre buoni propositi. La nuova vita che Costanza ha appena iniziato a costruire potrebbe, però, essere sul punto di cambiare un'altra volta. Il lavoro di medico è ancora in cima alla sua lista dei desideri e Marco, il padre di Flora, è ancora in procinto di sposarsi. Costanza dovrà quindi confrontarsi con importanti decisioni da prendere, cuori poco inclini ad ascoltare il cervello e un sito archeologico milanese che porta alla luce un incredibile mistero dal passato medievale della città. E soprattutto con la possibilità che, in fondo, quei buoni propositi siano solo illusioni.
Sembra un semplice benzinaio, Valerio, nella sua tuta scolorita alla stazione di servizio di Anzio. Ma lo sguardo disilluso fa pensare che abbia alle spalle una storia più complicata, una storia finita male. Ed è proprio così: Valerio è un ex poliziotto, allontanato dalle forze dell'ordine in strane circostanze. Persi il lavoro e la famiglia, per sfuggire al dolore si è confinato in una vita di provincia solitaria e anonima. Fino al giorno in cui lo raggiunge la notizia che dalle acque torbide del Tevere è emerso il cadavere di suo figlio, Ettore, un ragazzo ribelle e idealista con cui Valerio ha rotto i rapporti da tempo. Il caso viene presto archiviato: suicidio. Ma Sara, una collega con cui Valerio ha avuto una storia che non è mai finita davvero, gli confida i propri dubbi sulla ricostruzione dei fatti. E lui decide di tornare a Roma per indagare. I dubbi di Sara diventano presto certezze: Ettore in realtà è stato ucciso, forse perché si era avvicinato troppo a una verità scottante. Valerio decide così di riprendere le fila della ricerca che il figlio non è riuscito a terminare. Ed è proprio attraverso questa indagine contro tutto e contro tutti che Valerio si riavvicina a Ettore, scoprendo una persona molto diversa da quella che credeva di conoscere. Un confronto dal quale uscirà profondamente cambiato.
Sostiene Marazico che il mestiere del poeta sia riordinare le parole che erano già tutte dentro il nostro cuore quando siamo nati, ma che con il tempo si sono sparpagliate e confuse come le tessere dello Scarabeo. Il poeta non fa altro che rimetterle al posto giusto, dando loro nuovamente colore, vita e senso. O magari trovandone uno nuovo, mai immaginato prima. Con le sue poesie in un romanesco molto potente, messo in rima con metrica perfetta, Marazico dialoga ogni giorno dal web con migliaia di lettori e ogni giorno si rinnova esattamente la stessa magia: lungo le strade impolverate dei suoi versi riconosciamo noi stessi e il nostro presente, e scopriamo che anche nel tempo dell'oscurità resistono fiammelle più luminose che mai. Se leggendo questi versi sentirete il friccicore nello stomaco, quello sarà il segnale: la connessione è avvenuta, siete pronti per la poesia.
È il 1921, un anno d'oro per il Proibizionismo, un anno d'oro per il contrabbando. E proprio inseguendo a grande velocità una barca che trasporta illegalmente whisky, Joseph «Joe» Van Dorn si trova al centro di una sparatoria. Joe, l'amico di una vita di Isaac Bell nonché il capo dell'omonima agenzia investigativa, viene ferito gravemente, mentre Bell, sconvolto, giura di catturare il responsabile. Ma non può immaginare in che guaio si stia cacciando. Quando un testimone della sparatoria viene trovato barbaramente giustiziato, diventa chiaro a Bell che quelli con cui ha a che fare non sono criminali ordinari... La scia di sangue, denaro e alcol svelerà infatti l'esistenza di un'organizzazione segreta internazionale con progetti molto più ambiziosi e terribili del fare qualche soldo con un po' di contrabbando. Isaac Bell dovrà intraprendere un nuovo viaggio ad altissimo rischio per sventare i piani criminali di chi cerca di distruggere l'America dall'interno, seguendo le sue tracce in un'Europa devastata dalla Prima guerra mondiale, nelle sale buie degli speakeasy di New York, nelle strade senza legge di Detroit, fino alle stanze sfarzose dei lussuosi hotel della Florida. Avventura, pericolo e storia si intrecciano nell'indagine più pericolosa del giovane Isaac Bell.
Il 17 marzo 2018, il Guardian, il New York Times e Channel 4 News hanno pubblicato i risultati di un'indagine durata un anno, nata dalla mia decisione di svelare quanto stava accadendo dentro a Cambridge Analytica e Facebook. Le mie rivelazioni hanno dato inizio alla più grande indagine giudiziaria della storia incentrata sulla raccolta e l'utilizzo di dati online. «Cos'è Cambridge Analytica?» mi chiese la giornalista del Guardian. «È lo strumento psicologico di Steve Bannon per fottere il cervello della gente» le dissi senza mezzi termini. Inizia così l'inchiesta destinata a scoperchiare il più grande scandalo del nuovo millennio e a rivelare al mondo la scioccante vulnerabilità delle nostre democrazie. L'idea di base era semplice: rivoluzionare il marketing politico con una specie di porta a porta digitale. Steve Bannon, cofondatore di Cambridge Analytica e stratega di Trump, ha capito da tempo che i mondi virtuali di internet sono molto più reali di quanto creda la gente. Le persone controllano il telefono in media cinquantadue volte al giorno. La prima e l'ultima cosa che vedono nelle ore di veglia è uno schermo. E ciò che vedono su quello schermo può motivarne i comportamenti. Niente è più solo online e l'informazione online - o la disinformazione - che colpisce i suoi soggetti di riferimento può portare a terribili tragedie. Questa è la storia di come Cambridge Analytica ha usato i dati ottenuti illegalmente da Facebook per entrare nella mente di milioni di persone e indurle con l'inganno ad aderire a precisi modelli di comportamento. Questa è la storia di come è nato il più grande sistema di profilazione e manipolazione di massa della storia umana e dei suoi devastanti effetti sulla vita politica delle nazioni e su quella personale degli individui. Questa è la storia di Christopher Wylie, il genio ventenne dell'informatica che ha reso possibile tutto ciò e che poi, di fronte all'enormità delle conseguenze, ha deciso di staccare la spina. Questa è la storia che tutti noi dovremmo conoscere, perché quello che è successo finora potrebbe essere stato solo un test.
Cinquant'anni con i libri, sui libri, nei libri. Cinquant'anni per i libri. Romano Montroni è nato in una casa in cui non si leggeva, ma da ragazzo è stato assunto per caso come fattorino alla libreria Rizzoli di Bologna ed è stata la cosa più bella che potesse capitargli: diventato libraio, ha conosciuto moltissimi scrittori e lettori e poi ha lavorato tutta la vita per formare nuove generazioni di librai che amino i libri quanto li ama lui, librai capaci di accendere entusiasmi, nutrire sogni e «sussurrare ai lettori» i libri giusti, quelli che riempiono la vita e a volte la cambiano. In queste pagine Montroni tira le somme della sua esperienza come presidente del Centro per il libro e la lettura e lo fa guardando al futuro: parla di giovani lettori, di scuola, di lettura ad alta voce, di librerie, di biblioteche e naturalmente di librai, di come formarli e come appassionarli. Una testimonianza che ha il fascino di una storia vera e il profumo dei libri nuovi, un'entusiasmante dichiarazione d'amore e di fiducia nella straordinaria potenzialità dei libri e nella infinita felicità dei loro fortunati lettori.
Oggi. Ci sono enigmi che una sola persona al mondo può sciogliere: Sara Terracini, esperta archeologa e moglie dell'inafferrabile Oswald Breil. Proprio lei, infatti, riceve l'incarico di tradurre le decine di tavolette d'argilla affiorate dalle sabbie d'Egitto, rivelatrici di una storia rimasta fino a ora piena di enigmi. Ma i due coniugi ben sanno che dietro ogni enigma si nasconde una minaccia, stavolta più subdola e infernale di quanto fosse immaginabile... Primo secolo avanti Cristo. Teie è la guardia del corpo assegnata a Cleopatra. La sua ombra, anzi. È la donna responsabile dell'incolumità della regina sin dalla sua nascita. Teie osserverà la sovrana d'Egitto crescere, sfidare gli intrighi di corte, conquistare il trono, innamorarsi pericolosamente di un condottiero romano, recarsi nell'insidiosa capitale dell'Impero più potente del mondo. E la vedrà morire, diventando la sola testimone e custode dell'ultimo segreto di Cleopatra. 9 giugno 1815. Un uomo dalle fattezze di un gigante arriva ad Alessandria d'Egitto, ma non sa ancora che quella terra e i suoi misteri gli entreranno nel cuore e nell'anima, come un dolce veleno. Giovanni Battista Belzoni, di origini italiane ma con cittadinanza inglese, è a caccia di tesori, di testimonianze del passato, di scoperte. Il suo ingegno lo porta a compiere imprese incredibili che gli procurano ricchezze e riconoscimenti, ma anche crescenti rivalità, antipatie e numerosi nemici, pronti a tutto pur di appropriarsi del più prezioso dei tesori rinvenuti da Belzoni: una tavoletta d'argilla che probabilmente indica il luogo di sepoltura della leggendaria regina d'Egitto, Cleopatra, e del suo grande amore, il condottiero romano Antonio.
«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche chi è rimasto nei villaggi, mille metri più in basso. Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle. Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame. Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riempiono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore. Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione. Risaliamo per ore, nella neve che arriva fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. Il nemico, con i suoi cecchini - diavoli bianchi, li chiamano - ci tiene sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre ci arrampichiamo con gli scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i «fiori di roccia». Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l'eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall'inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire. Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.» Con "Fiore di roccia" Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. La Storia si è dimenticata delle Portatrici per molto tempo. Questo romanzo le restituisce per ciò che erano e sono: indimenticabili.