Dopo India e Tibet, prosegue la migrazione del buddismo nello spazio, nel tempo e nelle culture. Ma qui, in Cina, l’occasione è così complessa che nel darne conto occorre mostrare con attenzione i partecipanti al gioco e il modo in cui viene condotto: l’inculturazione - operazione necessaria affinché il buddismo rinasca originale e autentico - ogni volta genera un buddismo legittimo in quel tempo e in quelle circostanze ma che in quelle forme è, di norma, un vicolo cieco per chi ad esse non appartiene. Non la storia come cronologia ma le avventure dello spirito in un Paese di cultura così diversa dalla nostra che tanti significati di quella non hanno riscontro in questa, e viceversa. Restano così come orfani termini quali Dio, religione, filosofia, peccato... mentre ci giungono concetti e nomi che non sappiamo tradurre: qi, ziran, ren.
Atelier Dante propone il testo di una conferenza, tenuta nell'ambito del festival Dante 09 (Ravenna, settembre 2008) in cui l'autrice ha raccontato i pittori e le figure del vedere dantesco, da Giotto a Cimabue, dagli affreschi ravennati ai chiostri bolognesi, fino alle immagini che il poema ispirò nei secoli successivi: Michelangelo, Rodin, Previati.
"Certamente non vediamo ancora ciò che speriamo, ma siamo già ora corpo del Capo in cui è già tutto presenza ciò che speriamo"
La speranza è ragionevole: questa è la provocazione al centro degli esercizi spirituali per sacerdoti proposti da “Comunione e Liberazione” e guidati lo scorso agosto da monsignor Jesús Sanz Montes, vescovo di Huesca e Jaca, in Spagna. «Per noi che viviamo da sempre con il concetto cristiano di Dio e ci siamo assuefatti ad esso, il possesso della speranza, che proviene dall’incontro reale con questo Dio, quasi non è più percepibile». Il percorso, ancorato alla Spe salvi di Benedetto XVI, invita a uno sguardo nuovo su tutte le cose che la sfida di una speranza ragionevole provoca. La novità è quella che ci mostrano i racconti evangelici, come Gesú educa i propri discepoli: stare con Lui e vivere come fraternità apostolica. Quindi bisogna partire dal reale, seguendo la stessa identica dinamica: Lui, diventando presenza nella storia, è all’origine della fede in Lui.
Il libro racconta e interroga le pratiche in uso alla Salpêtrière, ai tempi di Charcot, per curare l’isteria. Attraverso le procedure cliniche e sperimentali, attraverso l’ipnosi e le “presentazioni” delle malate in preda alle crisi (le famose “lezioni del martedì”), si scopre, grazie alla documentazione gotografica dell'Iconographie photographique de la Salpêtrière, un'esposizione stupefacente, eccessiva, del corpo isterico. L’analisi di queste immagini rivela così la "messa in scena" di cui le isteriche furono oggetto da parte dei medici, di come in altri termini Charcot fu anche un “artista”, e al tempo stesso mostra la peculiarità con cui esse ne furono anche autonome protagoniste. Freud fu il testimone oculare dello "spettacolo" che Charcot metteva in opera e rispetto al quale egli si distinse per l'ascolto tutto nuovo dell'isteria che la sua riflessione comportava. La sua testimonianza ci racconta l’inizio della psicanalisi sotto la prospettiva dell’”immagine”.
Il volume è dotato di un importante apparato iconografico
Anche se non lo sanno, tutti i bambini hanno un mostro accanto, una specie di mascotte ingombrante e combinaguai. Leo è l'unico a vederli e suo malgrado è costretto a farci i conti. Un po' alla volta scopre che i mostri non sono altro che la personificazione delle paure dei bambini e capisce che forse ci si può convivere, basta familiarizzarci un po'... A meno che le paure non si ingigantiscano. In quei casi anche i mostri crescono e diventano pericolosi. Per sconfiggerli, Leo dovrà impiegare tutto il suo coraggio e la sua immaginazione in una vera e propria battaglia di fantasia. Età di lettura: da 8 anni.
Leo e i suoi amici hanno un segreto. Un segreto che, nel caso di Leo, ha l'aspetto di un mostriciattolo bavoso, puzzolente e irresistibile: Caccola, che rappresenta la sua grande paura di essere stupido. Ollie ha Frou Frou, frivolo e lezioso quanto lei è tosta e determinata, e Ren ha il misterioso Ombra. A quanto pare anche Mia, la baby superstar del web da poco arrivata a scuola, tiene nascosta una grande paura. E Leo sospetta che, proprio alla vigilia del grande spettacolo teatrale della scuola, la paura di Mia sia sul punto di diventare un megamostro... ma la Squadra Calmamostri è pronta a entrare in azione! Età di lettura: da 7 anni.
Della Terra Santa colpiscono due aspetti costitutivi, contrapposti, ma che in realtà hanno bisogno l'uno dell'altro: questa è la terra dove Gesù è vissuto e nello stesso tempo non è più quella. E' la terra dove Gesù è vissuto: la storicità della vita di Gesù su cui si fonda tutta la nostra umana avventura di uomini e cristiani trova qui assoluta conferma, una possibilità di imparare la familiarità di Gesù e di parteciparvi. Ecco il grande dono della Terra Santa a ciascuno di noi. Nello stesso tempo questa non è più la terra di Gesù, che, dopo la Resurrezione, è tutto l'universo. La terra di Gesù è dove noi abitiamo, le nostre case, le nostre famiglie, i nostri figli, il luogo dove Dio chiama la nostra vita al compimento. Tutto ciò dà dimensione vera all'esperienza del viaggio in Terra Santa. Altrimenti rimarremmo degli archeologi, o dei sognatori, non capiremmo il significato di questi luoghi: la familiarità di Gesù che qui si respira si è dilatata fino a diventare familiarità con ogni uomo che nasce sulla terra, fino a diventare la comtemporaneità di Gesù a ogni istante della storia dell'uomo.
Questo volume propone alcuni saggi di J.R.R.Tolkien apparsi su quattro differenti numeri della rivista americana “Vinyar Tengwar”, assolutamente inediti. Il testo farà scoprire al pubblico italiano tutta l’inimmaginabile accuratezza sub-creativa dell’autore de Il Signore degli Anelli, che qui si dedica a una profonda riflessione sulla psicologia e la corporeità degli elfi. La prima sezione, infatti, è occupata dal saggio Osanwe-Kenta, che significa “Indagine sulla trasmissione del pensiero”, in cui si narra di come gli elfi e gli dei (Valar) si avvalgono di questa particolare capacità comunicativa. Nella seconda sezione (Note sul Cuore) viene poi esaminato il significato spirituale che l’Óre, letteralmente “cuore interiore”, riveste per gli elfi. La terza parte raccoglie infine tre contributi di Tolkien nei quali si spiega come gli elfi usano le mani per contare e per comunicare, tramite una precisa gestualità, alcuni stati d’animo. Il volume è corredato da approfondite introduzioni, e da un pregevole apparato di illustrazioni che hanno lo scopo di accompagnare il lettore nella comprensione dei saggi. Illustrazioni di Simona Calavetta
L’uomo, nella propria storicità, dispiega la sua esistenza nella forma dell’abitare; la modalità originaria dell’umano va dunque ricercata in tale fenomeno, nel suo gioco spazio.temporale. Il presente lavoro cerca di rinvenire nel pensiero di Martin Heidegger i tratti delle fenomenologia dell'abitare, evitando di costringerli in un sistema. Il tentativo sarà dunque di porre in luce tale fenomeno in forma rapsodica: i suoi differenti aspetti - il rapporto con la terra, la comprensione con la spazialità, l'essere con gli altri nella verità e nell'amicizia, il luogo dei mortali e il luogo dei divini, la propria lingua come terra patria - verrano indagati separatamente, senza la pretesa di esaurirne di volta in volta l'evidenza.
Alcuni protagonisti del mondo culturale, accademico, professionale affrontano un grande ed appassionante tema: la verità, non intesa astrattamente, ma cercata e sperimentata nel proprio percorso di uomini e professionisti. Il volume raccoglie le conversazioni tenute durante l'anno accademico 2007-2008 nei Camplus e nei Collegi della Fondazione C.E.U.R. che aderiscono al network Camplus, con alcuni studenti universitari.
Con gli interventi di: Fiorenzo Facchini, Marco Maltoni, Antonio Catricalà, Pasquale Ferrara, Ubaldo Casotto, Davide Rondoni
˛ˇ A B o l o g n a , d a d i e c i a n n i , p i ˘ v o l t e a l m e s e u n g r u p p o d i g i o v a n i , s t u d e n t i u n i v e r s i t a r i e n o n , s i r i u n i s c e p e r l e g g e r e i n s i e m e d e i t e s t i , e r i p r o p o r r e p o i l e m e d e s i m e l e t t u r e n e l c o n t e s t o d e l c a r c e r e d e l l a D o z z a . S o n o c o o r d i n a t i d a P i e r c e s a r e B o r i , p r o f e s s o r e d i F i l o s o f i a M o r a l e . L e g g o n o p a g i n e d i a u t o r i c h e s p a z i a n o d a L a o - T s e a l V a n g e l o , d a l p o e t a s u f i R k m + a l q u a c c h e r o G e o r g e F o x . D a a u t o r i d e l b u d d i s m o c l a s s i c o , a d e c l i n a z i o n i c o n t e m p o r a n e e q u a l e q u e l l a p r o p o s t a d a l m o n a c o v i e t n a m i t a T h i c h N h a t H a h n . D a M a r c o A u r e l i o a S i m o n e W e i l , p a s s a n d o p e r P l a t o n e , G a n d h i , K i e r k e g a a r d . T e s t i f i l o s o f i c i e s a p i e n z i a l i , m a a n c h e l e t t e r a r i ( T o l s t o j , F l a n n e r y O C o n n o r , o i p i ˘ r e c e n t i I a n M c E w a n e A m o s O z ) . P a s s i c a p a c i d i s m u o v e r e l e c o s c i e n z e , e l a n c i a r e l a s f i d a d i g r a n d i d o m a n d e . S i a f u o r i c h e d e n t r o i l c a r c e r e , i l g r u p p o r i f l e t t e s u q u e l c h e v a l e g g e n d o e s i i n t e r r o g a : s u l l a f e l i c i t ‡ , l a m o r e , l a f i d u c i a , l a l i b e r t ‡ . I l l i b r o i n a n e l l a u n a s c e l t a d e i b r a n i e a l c u n e d e l l e d o m a n d e c h e n e s o n o i l c o r o l l a r i o . V i e n e a c o m p o r s i l o r d i t o d i u n a p a r t i c o l a r e s o l i d a r i e t ‡ u m a n a . S o l i d a r i e t ‡ c h e Ë i l m o t o r e n o n s o l o d e l l a v o r o p e d a g o g i c o n e l c o n t e s t o c a r c e r a r i o , m a d e l l a n i m a p i ˘ a u t e n t i c a d i o g n i v e r o l e t t o r e . Q u a l c u n o c h e o l t r e a n u t r i r e s e s t e s s o , Ë d e p o s i t a r i o d i u n p a t r i m o n i o d a c o n d i v i d e r e c o n a l t r i .
Shirine Dakouri non ha voltato le spalle al suo mondo, continua a portare il velo e a vivere devotamente secondo i precetti della sua religione, ma l'atto di accusa contro le strutture maschiliste del suo mondo è a tutto campo: rifiuta lo stereotipo della donna araba a due volti, angelo e demonio; protesta contro le tradizioni antiche e moderne che la riducono a mero strumento di procreazione e produzione; denuncia le tante forme di discriminazione di cui è fatta oggetto nelle legislazioni dei paesi arabi e nelle dinamiche del mercato del lavoro; solleva il velo sulla vita sessuale della donna, usando una franchezza di linguaggio che può sorprendere e sconcertare lo stesso lettore occidentale; punta il dito sulla parte di responsabilità che le stesse donne arabe hanno nella perpetuazione di questo sistema. Non solo una testimonianza, ricca, ma inevitabilmente personale e quindi oggettivamente relativa e circoscritta; La donna araba tra presenza e assenza è anche una ricerca documentata, fitta di dati tratti direttamente da fonti primarie – storiche, letterarie, religiose, economiche, legislative, sociali – dunque inaccessibili al lettore occidentale che non possiede la lingua araba. Chi legge il testo della Dakouri ha oggi in mano lo strumento informativo più completo e agile per comprendere e accostarsi correttamente all'universo inaccessibile della donna araba.