Cosa si intende per “sobrietà felice”? La risposta è chiara: avere meno del sovrabbondante; avere e fare ciò che serve davvero e nulla di più; disporre dello spazio tra le cose, della virgola tra le parole, della pausa tra due respiri.
In una parola, stare meglio.
Certo, è uno stare meglio che aiuterebbe anche il resto del mondo a stare meglio.
Certo, consumare meno o in maniera più oculata permetterebbe di ridurre gli sprechi, risparmiare risorse, inquinare meno, ridistribuire almeno in parte le ricchezze e sanare alcuni macroscopici disequilibri.
Eppure qui ci interessa solo la felicità.
Qui vogliamo solo far sperimentare a bambini e ragazzi una verità semplice e quasi banale: spesso le cose ingombrano e impediscono di stare bene e divertirsi.
Ovvero: togliendo cose può aumentare il divertimento. Togliendo cose si può stare meglio, essere più felici. Soprattutto: togliendo le cose si lascia spazio ad altro e questo “altro” può rendere molto più felici delle cose.
Questo libro nasce dalla nostra esperienza.
Tutto quello che troverete in queste pagine, non solo da leggere ma anche da usare, o meglio da giocare, è stato sperimentato più volte, con tanti gruppi di bambini, di ragazzi, di adulti.
Sarebbe bello che si potesse replicare ovunque per restituire alla scuola un ruolo educativo centrale nel territorio in cui vive.
Proprio come un percorso, si parte dall’idea di limite, poi si passa al desiderio e ai desideri, infine – tirando le fila del ragionamento – si arriva alla sobrietà felice.
Siete pronti?
Cos’è un “gioco filosofico? È innanzitutto un gioco delle parti, dove pensare col pensiero di Talete, Anassimandro, Platone, ecc., e vedere il mondo con i loro occhi, con le loro categorie, si trasforma in partecipazione alla loro filosofia.
Perchè un conto è sapere che un certo giorno Talete disse qualcosa intorno alla natura del mondo e, magari, saper spiegare con intelligenza perchè Talete pensò in quel modo. Un altro conto è provare a mettersi nei panni di Talete e chiedersi "com'è fatto il mondo"? Giocare a pensare con la propria testa, questa è una rivoluzione. Piccola o grande, lo stabilirà il lettore dopo aver percorso questo itinerario filosofico sorprendente, concepito come supporto creativo ma concreto, per sperimentare in classe una didattica ludico-creativa.
Una sola avvertenza: questo testo va usato insieme, e non in alternativa, agli strumenti tradizionali (lezione frontale, interrogazione, studio del manuale, lettura di classici, ecc.), per creare percorsi curricolari di filosofia.
Infatti, giochi, ampiamente sperimentati, sono presentati come dinamiche a squadre, pensate per vivere in maniera divertente (ma anche rigorosa) il dialogo con i pensatori del passato, con le loro proposte e letture della vita, con i loro scritti: finestre aperte sulla realtà, squarci di mondo, visioni del possibile. Nella consapevolezza che ogni filosofia ha qualcosa da insegnarci e che nessuna può avere la pretesa di esaurire la visione del tutto.
Categoria terapeutica
Attività ad alto contenuto di cittadinanza e partecipazione attiva.
Indicazioni terapeutiche
Stati inerti di cittadinanza, poca condivisione delle regole, mancanza di conoscenza della Costituzione Italiana, scarsità di stimoli alla partecipazione attiva.
Controindicazioni
Non sono state riscontrate controindicazioni nella somministrazione continua delle attività.
Precauzioni
È importante lavorare sulla formazione del gruppo prima ancora di somministrare le attività.
In alternativa si possono scegliere alcuni dei giochi proposti per sviluppare un elevato livello di socializzazione.
Questa precauzione è importante in tutti i casi di azione educativa, ma ancora di più quando si decide d’intraprendere un percorso alternativo e innovativo di educazione alla cittadinanza.
Dose, modo e tempo di somministrazione
Le pillole di cittadinanza non hanno un tempo definito di somministrazione, è molto riduttivo racchiudere un percorso di cittadinanza e Costituzione in un orario definito e limitato.
Allo stesso tempo non è utile affidare ad un solo docente, nel caso della scuola, lo sviluppo di queste attività.
Effetti indesiderati
Attenzione, il giusto modo di somministrazione può favorire la crescita di persone equilibrate e dotate di spirito critico e di rispetto per lo Stato.
Il poliziotto e la maschera, versione italiana del Theatre de l'opprimé, non è un libro sulle tecniche teatrali ma sugli strumenti per trasformare la realtà. Può servire, quindi, ad animatori, insegnanti, militanti, educatori, conduttori di gruppi, volontari, operatori culturali, sociali e sanitari, persone qualsiasi... a quanti vogliono liberare se stessi e gli altri, da soli e con gli altri, dalle oppressioni che tutti noi subiamo senza sapere come reagirvi... Non è un testo per specialisti, ma una proposta di strumenti (giochi, esercizi, tecniche, linguaggi...) per affrontare, capire e trasformare, le nostre oppressioni... a livello corporeo, psicologico e socio-politico. Nel Teatro dell'Oppresso, infatti, lo spettatore generico viene aiutato a liberarsi della sua passività, dai suoi freni - dal suo poliziotto - per divenire, tramite il teatro - la maschera -, soggetto-protagonista non solo del presente ma anche del futuro. Lo spettatore capace di un atto liberatorio durante una seduta di "teatro-immagine" sarà così pronto a liberarsi della passività anche nella vita reale. Il Teatro degli Oppressi, sebbene nato nella realtà latinoamericana, si è evoluto continuamente anche rispetto a contesti diversi. Boal riesce in queste pagine ad adattare gli stessi strumenti teatrali a realtà tipiche del mondo occidentale in cui l'oppressione si fa più sottile e sofisticata, più fragile è la frontiera tra l'oppresso e l'oppressore e meno manifeste...
Tutti i giochi di gruppo sono educativi. Certo oggi il telefonino, il computer, i video-game sollecitano il gioco nel chiuso di una stanza, privando i ragazzi della loro fantasia e della relazione fisica con gli altri. E, allora, ben venga una proposta educativa che rompa questo circolo vizioso e rovesci il ragazzo all'esterno, nelle relazioni con gli altri, per imparare a negoziare, scambiare opinioni, integrare ed elaborare conflitti e frustrazioni. Ecco, il gioco di gruppo è il luogo privilegiato per educare a relazioni sociali aperte. Perché ogni età ha il suo gioco. Cosa c'è di meglio di un gioco di fantasia, con cui proiettare i bambini in un mondo immaginario, con paesaggi e personaggi impastati di colori, espressioni e suggestioni, magari introdotti dall'incanto di un bel racconto? O cosa c'è di più efficace, quando si opera con preadolescenti, di un gioco di ambientazione per scoprire che regole e valori, come la lealtà e la sincerità, sono il mezzo per misurare le proprie energie ma anche per scoprire i propri limiti in relazione agli altri del gruppo? Ma perchè gioco sia è necessario anche un animatore. Appassionato e appena competente. La passione la mette ciascuno. La competenza la fornisce questo libro, un manuale essenziale per la'nimazione di gruppo, che contiene anche una guida completa dei principali giochi, organizzati per fascia dell'età evolutiva. Un libro non da sfogliare ma da giocare insieme. Giocare per credere. Giocare per crescere.
Si comincia giocando coi pensieri. E si finisce giocando con se stessi. Sempre così. Il gioco conduce per vie sconosciute. Va dove ti porta il gioco, potremmo dire, e ti ritroverai nel mondo in cui vivi. Questa, infatti, è la principale destinazione del gioco: costruire mondi in cui le persone scelgono di vivere.
Ecco un libro, allora, per agire nel mondo costruendo gruppi. Già, i gruppi non esistono in natura, perché sono strutture organizzate, modalità di comunicazione che attraversano momenti di forza e di debolezza, non meccanismi automatici. E, dunque, per costruire un gruppo occorre consapevolezza ma anche competenza. E abilità. Il gioco è un’interfaccia indispensabile per passare dalla coppia al gruppo, dalla comunicazione duale a quella plurale.
Molti dei giochi presentati in questo testo, partoriti da un inedito progetto chiamato LARA, sono rivolti allo sviluppo di un nuovo gruppo in azione. Infatti, pur ispirandosi al T-group e ad altri gruppi già conosciuti (focus group, brainstorming, gruppo di lavoro, team building, ost, ecc.), quello proposto in queste pagine è un nuovo gruppo, orientato alla formazione e non alla terapia, ma che agisce sulla realtà.
Pur nascendo con l’obiettivo di trasformare la classe in gruppo, il LARA può essere utilizzato per fare gruppo in qualsiasi altro contesto (in collegi di docenti, nelle squadre sportive, nelle associazioni, nel campo aziendale, nei servizi sociali, ecc.).
Questo libro, un autentico classico per la prima volta tradotto in italiano, non è sui giochi in senso ampio e neppure sui giochi in senso proprio. Riguarda quella particolare categoria di attività ludiche, utilizzate a scopi educativi o di formazione, che l'autore chiama gaming o, talvolta, gaming simulation.
Ridere è esporsi, scoprirsi, lasciarsi spiazzare, non avere tutto sotto controllo. Far ridere alimenta la propria autostima e contiene anche un potere magico: invertire una tendenza negativa o una giornata storta o il clima di un gruppo. In realtà chi non sa ridere si priva di un piacere gratuito dell'esistenza. Questo testo invita a usare microscopi speciali per cogliere qualità nascoste, abilità addormentate, potenzialità inespresse e una cosa deve essere chiara: questo libro contiene proposte e non ricette. L'unica assicurazione è che i giochi sono stati testati più volte e in diversi contesti, ma non in quello in cui si deciderà di provarli. Spetta a ciascuno cogliere il momento giusto per realizzare la proposta e la creatività necessaria per adattarla e personalizzarla al gruppo scelto. Questo libro non è rivolto a esecutori, ma a educatori creativi che vogliono generare nuove combinazioni di idee per crescere attivamente con i giovani.