C'era una volta... Cappuccetto Rosso che mangiava insieme al lupo una focaccia dolce, Cenerentola che invitava il principe azzurro a mangiare una mozzarella in carrozza, Hänsel e Gretel che cucinavano alla strega una torta salata! Le fiabe di Chiara Maci hanno tutto un altro... Sapore! Età di lettura: da 5 anni.
Il giorno del suo quattordicesimo compleanno, Chen ha visto i suoi genitori carbonizzati davanti ai suoi occhi da un fulmine globulare. Da quel momento, nel tentativo di dare un senso alla tragedia, ha deciso di dedicare la vita a svelare i segreti di questo incredibile fenomeno naturale. Le sue ricerche lo portano tra montagne e temporali, laboratori militari e vecchie stazioni scientifiche. Più studia e impara, più si avvicina al mistero di queste potenti esplosioni di energia, più Chen si convince che il fulmine globulare è la punta dell'iceberg di una nuova frontiera scientifica. Il suo desiderio di conoscenza è ciò che dà un senso alla sua esistenza solitaria, ma non può proteggerlo dalle brame di chi ha interessi nelle sue scoperte. Il demone di Chen lo porterà così a scontrarsi con scienziati, militari, politici: un fisico privo di senso etico, disposto a tutto nella sua folle ed egocentrica corsa verso il sapere; un generale ossessionato dalle nuove guerre; una nazione disperata davanti a una sicura sconfitta.
«La prima volta che ho preso coscienza di essere un Noi è stata quando, abbracciando mia madre dopo uno spavento spaventosissimo, ho sentito intera la grazia di essere figlia. Lo spavento spaventosissimo è stato dimenticato, ma non quell'abbraccio. Io e lei, lei e io... e noi che dello spavento ci facevamo beffe tra lacrime e sorrisi.» L'intuizione avuta allora - non esistiamo se non nella relazione - si è poi trasformata per quella bambina nella consapevolezza perpetua e pervasiva di essere in ogni istante parte di un Noi. A livello personale (come figlia di, madre di), a livello umano (come vivente tra i viventi, ciascuno parte di un più grande organismo), a livello culturale... Da quel momento sono passati anni, la bambina è diventata una professoressa di Psicologia dello sviluppo, esperta di strategie di supporto ai disturbi del neurosviluppo, ma non ha perso quella visione d'insieme. Sente nitidamente che il suo sguardo sul mondo, il suo sapere odierno sono anch'essi parte di un Noi: un Noi che travalica il tempo e lo spazio, figlio e frutto di alcuni «abbracci» speciali. Abbracci di giganti del pensiero, singoli che hanno oltrepassato il limite dell'io regalando a noi il loro passo oltre l'ostacolo. Ne "Il tempo del Noi" Daniela Lucangeli dialoga con otto di loro (da Maria Montessori ad Anna Freud, da don Lorenzo Milani a Friedrich Fröbel) sui temi che più le sono cari - l'educazione, la vulnerabilità e il talento, la pace - facendo emergere come, e perché, alcuni individui hanno cambiato per sempre la struttura del sapere collettivo. Accendendo doni che hanno permesso al Noi successivo di camminare in pienezza di luce.
«Ogni società, qualunque sistema politico abbia, si trova eternamente in bilico tra un passato che rappresenta la sua memoria e una visione del futuro che ispira la sua evoluzione. Lungo questa strada, è indispensabile avere una leadership: occorre prendere decisioni, conquistarsi fiducia, mantenere promesse, proporre una rotta da seguire.» Tra coloro che meglio hanno incarnato quest'arte del buon governo, Henry Kissinger, diplomatico e statista leggendario, annovera sei personaggi che hanno forgiato la storia del secondo Novecento. Sei leader straordinari con i quali Kissinger ha avuto modo di interagire o collaborare e che racconta in queste pagine in sei ritratti inediti, individuando le strategie distintive di ognuno. Dopo la seconda guerra mondiale, per esempio, Konrad Adenauer riportò la Germania sconfitta e moralmente distrutta nella comunità delle nazioni con quella che Kissinger chiama «strategia dell'umiltà». Charles de Gaulle abbracciò la causa antinazista e con la «strategia della volontà» restituì alla Francia la sua storica 'grandeur'. A Richard Nixon, del quale Kissinger fu consigliere per la sicurezza nazionale, e alla sua «strategia dell'equilibrio» si dovettero gli sforzi per il disimpegno degli Stati Uniti dalla guerra del Vietnam e il coraggioso tentativo di costruire nuove relazioni con la Cina. Dopo venticinque anni di conflitto, Anwar Sadat portò una visione di pace in Medio Oriente attraverso una «strategia del superamento» dei contrasti. Contro ogni previsione, Lee Kuan Yew creò una potente città-Stato, Singapore, grazie alla «strategia dell'eccellenza». Salita al potere quando l'importanza internazionale della Gran Bretagna era in declino, Margaret Thatcher seppe rinnovare il proprio paese e riposizionarlo al centro della scena con la «strategia della determinazione». Leadership è un testo fondamentale e uno spunto di riflessione per il presente, in cui si avverte la necessità di statisti dotati della lungimiranza e della forza d'animo necessarie a guidare i loro popoli verso destinazioni ricche di speranza.
Questa è una favola della buonanotte diversa dalle altre. L'ha elaborata uno psicologo svedese mettendo in pratica sofisticate tecniche psicologiche che aiutano il bambino a prendere sonno più in fretta e a dormire meglio. La storia - e il modo in cui il genitore deve leggerla seguendo le istruzioni dell'autore - induce il bambino a rilassarsi e manda al suo subconscio dei messaggi che gli instillano il bisogno di dormire.
Keith Rudy e Hugh Malco provengono entrambi da famiglie di immigrati croati e sono cresciuti insieme a Biloxi, nel Mississippi. Negli anni Cinquanta e Sessanta hanno frequentato le stesse scuole e condiviso la passione per lo sport. La loro città, affacciata sul mare, era storicamente nota per la sua fiorente industria ittica e per le spiagge e i resort turistici. Ma al tempo stesso presentava un lato oscuro: la corruzione e il vizio - dal gioco d'azzardo alla prostituzione, al contrabbando di alcol e traffico di stupefacenti - dilagavano sotto il controllo di una cricca di criminali, molti dei quali si diceva fossero membri della Dixie Mafia. Crescendo i due amici d'infanzia prendono strade diverse. Il padre di Keith, divenuto con grandi sacrifici procuratore distrettuale, è determinato a ripulire Biloxi e tutta la costa dalla malavita e suo figlio decide di seguire le sue orme. Il padre di Hugh, invece, diventa in breve tempo il boss incontrastato della criminalità locale e Hugh, attratto dalla bella vita e dai locali notturni, sceglie di lavorare per lui. Inevitabilmente le due famiglie sono destinate a uno scontro finale nelle aule del tribunale. "I ragazzi di Biloxi" è una saga che racconta le vicende di due uomini che si ritrovano dalla parte opposta della legge.
Guerra e shock energetico. Cambiamento climatico. Squilibri demografici e pressioni migratorie. Ricatti alimentari. Non è facile distinguere fra crisi vere e false Apocalissi annunciate da profeti interessati a gettarci nel terrore. Siamo entrati in un'era segnata dalla scarsità. Ci sentiamo assediati da ogni sorta di penuria. Mancano l'energia e spesso anche l'acqua. Alimenti essenziali costano più cari. Troppe aziende lamentano di non trovare lavoratori. Sullo sfondo c'è la decrescita della popolazione, che non risparmia la Cina. Con l'inflazione e il rialzo dei tassi diventa più rara e costosa la moneta. Quanto è reale, quanto è «fisica», oggettiva e palpabile, la scarsità in ciascuno di questi aspetti? Quanto è invece fabbricata, artefatta, il risultato di comportamenti e scelte politiche sbagliati? È irreversibile? O invece è un fenomeno temporaneo da cui usciremo come guarimmo da altre crisi? Il trauma, cominciato con la pandemia e aggravato dalla guerra in Ucraina, sarà solo l'inizio di una fase storica segnata da ristrettezze, sacrifici, razionamenti e tagli su tutto? Dalla profezia errata sulla fine dello sviluppo che fu l'ossessione degli anni Settanta, dovrebbe essersi insinuato fra noi un dubbio: che vedere dietro l'angolo l'Apocalisse imminente sia un tratto di civiltà decadenti. In Europa diverse opinioni pubbliche chiedono sempre più Stato. Gli aiuti erogati durante la pandemia sono un antipasto rispetto a tutto quel che viene richiesto ai governi per proteggerci dalle avversità. Uno Stato-mamma troppo invadente addormenta i riflessi vitali e non è efficiente, sono state proprio le scelte dei governi negli anni passati ad aver fabbricato questo disastro. L'Italia è il paese occidentale più vulnerabile alla tentazione statalista, per il suo debito pubblico già eccessivo; perché ha una burocrazia invadente e inetta; perché una parte della sua popolazione ha introiettato l'assistenzialismo come orizzonte di vita. I passaggi d'epoca, le grandi rotture storiche, si capiscono guardando a un triangolo fondamentale: energia, moneta, tecnologia (che include le armi). L'America domina ancora quel triangolo strategico. L'Europa arranca in ritardo. Ha le idee confuse, invischiate in dogmi e tabù. Ha più velleità che ambizioni. Ha il disarmo facile. E con il disarmo arriva la sottomissione. Il lungo inverno all'insegna di tante scarsità è anche inverno della ragione. Lo supereremo se attingiamo alle qualità del nostro modello, non se ammiriamo chi ci odia. Il lungo inverno può preludere a una stagione di creatività, in cui troveremo risposte innovative ai nostri problemi energetici ed economici.
Rachele ha trentotto anni quando il tumore che aveva scoperto mentre aspettava il terzo figlio si ripresenta. Da lì la decisione di scrivere qualcosa da lasciare ai suoi bambini, un diario della sua vita. Lo fa mandandomi venticinque messaggi vocali, un racconto senza sconti o giri di parole di tutto quello che ha vissuto e che vale la pena raccontare. Li ho custoditi e poi trascritti. Oggi Rachele non c'è più, ma riascoltare la sua voce e le sue parole ha acceso in me una domanda: per cosa vale la pena vivere? La sensazione più forte dopo la pandemia è di quanto tutto sia precario, mutevole, di quanto la vita sia preziosa e valga la pena alzare la testa. Così ho cominciato a osservare e ascoltare come sta cambiando il mondo e ho cercato persone che potessero regalarmi con l'esempio una convinzione: si vive una volta sola e non si deve sprecare un solo istante. Bisogna essere fedeli a sé stessi, fare scelte coraggiose e appassionate e vivere con intensità, regalandosi ogni giorno la possibilità di scegliere. Per Franco significa, dopo oltre sessant'anni di vita insieme, non lasciare la mano di sua moglie neppure per un giorno. Per Claudia, trovare la forza di ribellarsi al marito camorrista, alle sue regole, e ricominciare da capo. Per Camilla, attraversare l'oceano in cerca delle proprie origini. Per Sami, rispondere con l'impegno e la memoria agli orrori che hanno segnato la sua storia. Per Laura, scegliere la vita, reagire, anziché rinunciare e arrendersi.
"Questo libro raccoglie alcune cose che ho imparato in tanti anni di professione, di incontri, di esperienze, di libri letti e scritti, di speranze e delusioni..." Così Piero Angela riassume e spiega la sua ultima fatica, un testo scritto di getto e nato dall'urgenza del momento, e dalle enormi sfide che ci attendono. Un lascito morale, dopo una lunghissima carriera al servizio dell'informazione e della formazione di generazioni di italiani. "Com'è possibile" si chiede in queste pagine "che un paese come l'Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?" La risposta è in dieci semplici capitoli, dieci aree critiche su cui occorre agire. Per oltre cinquant'anni Piero Angela si è occupato a tempo pieno di scienza, tecnologia, ambiente, informazione, energia, televisione, comportamenti, e ha scritto "Dieci cose che ho imparato" per condividere con i lettori alcune proposte, frutto della sua lunga esperienza sul campo. Con questo libro, a cui ha lavorato fino all'ultimo, colui che è stato per tutti il volto rassicurante della scienza ha voluto dirci come usarla per migliorare le cose. Per rilanciare l'Italia con una nuova visione.
Che cosa può esserci di inaspettato in un mare che conosciamo da sempre. Davvero il Mediterraneo ha ancora segreti da svelare a chi vive sulle sue coste, si nutre dei suoi prodotti o vi si tuffa ogni estate? Ebbene sì, perché ciò che pochi conoscono è la sua storia più antica, sono gli eventi che hanno portato alla sua formazione, le vicissitudini che ha attraversato nei millenni, prima della comparsa di noi sapiens, e le straordinarie trasformazioni che ha subito nel corso della sua evoluzione. Adottando un originalissimo punto di vista, Mario Tozzi racconta l'ante-storia del nostro mare attraverso la voce delle specie che lo abitano e dei loro antenati - pesci, cetacei, elefanti e scimmie - che vi hanno vissuto quando ancora era il grande oceano Tetide e si sono dovuti adattare ai cambiamenti che ne hanno mutato il volto. Solo Antea, una femmina di tonno rosso, può ricordare come vivessero i suoi predecessori centinaia di milioni di anni fa, quando nuotavano nella sterminata Pantalassa prima che la deriva dei continenti la suddividesse in tanti oceani e mari. Solo la delfina Flippie può spiegare perché i suoi simili, i mammiferi marini, siano tornati nell'acqua dopo che alcuni pesci ne erano usciti per evolvere in anfibi o rettili e infine diventare mammiferi. E, dalla terraferma, solo Elly l'elefantessa può descrivere quale fu lo stupore dei suoi antenati quando videro il Mediterraneo quasi disseccarsi a causa del cambiamento climatico verificatosi sei milioni di anni fa. Le belle pagine di Tozzi narrano la stupefacente armonia cui questo mare splendido, fondendosi con la storia della Terra, ha dato vita. Ma soprattutto esprimono la preoccupazione davanti allo scempio di cui è quotidianamente vittima per mano dell'uomo, l'unica specie che, credendo di poter dominare i sistemi naturali, è stata in grado di dilapidare un autentico patrimonio, rubandolo alle generazioni future.
I virus prendono il sopravvento, il clima si riscalda e la Terra si sta rinaturalizzando. Abbiamo a lungo pensato di poter costringere il mondo naturale a adattarsi alla nostra specie e ora siamo costretti a adattarci noi a un mondo naturale imprevedibile. Questo mette in discussione la concezione del mondo a cui siamo da tempo affezionati. E, di fronte al caos che si sta dispiegando intorno a noi, ci ritroviamo senza una valida strategia. Il noto teorico dell'economia e della società Jeremy Rifkin ci invita quindi a un radicale ripensamento della concezione del tempo e dello spazio. Perché, come osserva in questo libro, l'Età del Progresso, un tempo considerata sacrosanta, è ormai al tramonto, mentre una nuova e potente narrazione è in ascesa: l'Età della Resilienza. Durante l'Età del Progresso la regola aurea era l'efficienza, che ci imprigionava nell'incessante sforzo di ottimizzare l'espropriazione, la mercificazione e il consumo dei doni della Terra, con l'obiettivo di accrescere l'opulenza della società umana, ma al prezzo del depauperamento della natura. Nella nuova era, invece, l'efficienza sta cedendo il passo all'adattività portando con sé profondi cambiamenti nell'economia e nella società. La generazione più giovane, a sua volta, si sta riorientando dalla crescita alla prosperità, dal capitale finanziario al capitale ecologico, dalla produttività alla rigeneratività, dal prodotto interno lordo agli indicatori della qualità della vita, dall'iperconsumo all'ecogestione, dalla globalizzazione alla glocalizzazione, dalla geopolitica alla politica della biosfera, dalla sovranità dello Stato-nazione alla governance bioregionale e dalla democrazia rappresentativa alle assemblee di cittadini. In un momento in cui la famiglia umana guarda con angoscia al futuro, Rifkin ci apre una finestra su un nuovo e promettente mondo e su un futuro radicalmente diverso che può offrirci una seconda opportunità di prosperare sulla Terra.
America, fine del ventesimo secolo. In una società dominata da un capitalismo selvaggio e preda delle grosse corporation che hanno sostituito i governi collassati, tra scorie atomiche e periferie postindustriali, l'unico rifugio è nel Metaverso. Chi può, abbandona la Realtà e sceglie di vivere nel mondo virtuale generato dai computer, dove libertà e piaceri sono limitati solo dall'immaginazione. Ma tutto cambia quando uno strano virus informatico, chiamato Snow Crash, inizia a diffondersi tra gli hacker. L'unica speranza dell'umanità è il meno probabile degli eroi: l'hacker freelance Hiro, fattorino per CosaNostra Pizza nella Realtà e mago del katana nel Metaverso. Capolavoro e summa del post-cyberpunk, a metà strada tra "Neuromante" e "Ready Player One", "Snow Crash" è uno di quei romanzi capaci di ridefinire i confini di un genere, l'opera che ha fatto conoscere il talento narrativo di Neal Stephenson, il «poeta del calcolo che sceglie di scrivere con la stilografica», come lo definì Bruce Sterling.