Nel 1948, tre anni dopo il rientro a Vienna dalla tragica esperienza nei Lager nazisti, Viktor E. Frankl tenne una conferenza dinanzi a un piccolo gruppo di persone sostenendo la tesi che, diversamente dall'interpretazione freudiana, non esiste solo un inconscio istintivo, ma anche un inconscio spirituale. Il materiale fu edito nello stesso anno con il titolo "Der unbewusste Gott (Amandus)" e gli valse il conseguimento della laurea in filosofia. Immediata apparve la contrapposizione con la lettura, troppo riduttiva e unilaterale, che la psicoanalisi faceva non solo dell'uomo preso nella sua globalità tridimensionale di soma-psyche-nous, ma anche dell'inconscio, considerato unicamente come serbatoio di impulsi e di istinti. Mediante quell'opera Frankl offrì ai suoi lettori una griglia di lettura del mondo interiore dell'uomo dal punto di vista della trascendenza. Il testo fu riedito in edizioni successive con integrazioni significative che confluiscono in questa nuova edizione curata da Eugenio Fizzotti.
Il Dio vivente è a un tempo fonte di ispirazione e anelito della ricerca filosofica di Schelling e di Pareyson, due dei maggiori esponenti dell'idealismo tedesco e dell'ermeneutica contemporanea. L'autore indaga le loro riflessioni sulla libertà e il male, sull'Inizio e la Trinità, in un confronto continuo della filosofia con i propri limiti e con i significati della religione. L'esperienza dello stupore della ragione è il punto di contatto attraverso il quale una conoscenza rigorosamente razionale, consapevole della propria finitezza ma anche delle proprie potenzialità, diviene capace di ascoltare il pulsare di una realtà ancora più grande. In forma simbolica, secondo una rappresentazione tragica della libertà, i problemi del bene e del male, del pluralismo e dell'interpretazione, del dialogo e della verità, della morte e dell'escatologia possono essere affrontati con illuminante passione.
Come può declinarsi una teologia razionale alla fine della modernità? Holm Tetens esplora la via di un discorso razionale su Dio, essenzialmente basato sulla negazione dell'autorità di fonti esterne alla ragione - siano i testi sacri, la dottrina, l'esperienza di fede... - e sul principio di non contraddizione. Elaborare tesi e argomentazioni chiare, condivisibili universalmente, sulle questioni inerenti l'esistenza di Dio e il suo rapporto con la natura, con il mondo e con l'uomo, è un tentativo inusuale per la teologia e la filosofia contemporanee, le quali rinviano perlopiù la discussione dei contenuti teologici alle particolari tradizioni ermeneutiche, riducendo la religione come oggetto di studio alla sua dimensione storica. La prospettiva qui sviluppata da Tetens è in grado di rimettere in questione la differenza fra teismo e naturalismo, mostrando come il primo sia una valida opzione razionale anche per l'uomo d'oggi.
Un monaco del nostro tempo dinnanzi agli enigmi più profondi della Sacra Scrittura. Frère John di Taizé si interroga sul messaggio biblico, dove ancora la visione di un Dio irascibile urta la sensibilità di molte persone di buona volontà, desiderose di spiritualità, alla ricerca di un senso alla loro vita. A loro sono rivolte queste pagine che hanno l'intento di scandagliare il mistero del male e la misericordia divina. Un libro che aiuta davvero a leggere la Bibbia, una storia di liberazione sulla quale ha a lungo influito una teologia dell'ira nella sua relazione con la collera dell'uomo.
"Le pagine che seguono non hanno la pretesa di dire qualcosa su Dio. Ma se Dio c'è, oggi ha più che mai bisogno di qualcuno che, se non sa dire chi egli è, dica almeno chi non è. Non nel senso della teologia negativa, ma nel senso di una distruzione (o di un tentativo di distruzione) dell'idolo metafisico e imperiale che scambiamo per Dio (...) Forse ciò vuol dire soltanto cambiare il nostro pensare Dio. O forse no? Questo piccolo libro è un incerto tentativo, fatto soprattutto con l'aiuto di testi altrui, di compiere un passo in tale direzione, di cercare Dio dietro gli angoli della Bibbia e della tradizione ebraica, di giungere infine a uno scambio di compassione non letteraria tra lui e noi." (dalla premessa)
"Tutti proviamo, prima o poi, una ""notte dell'anima"": un lutto, una separazione, una malattia o un'ingiustizia che paiono senza rimedio. Certezze distrutte e speranze stroncate, che ""infrangono il cuore"" e ben riassunte nell'antica esperienza ebraica dell'esilio. - Un viaggio terapeutico nella saggezza dei maestri di Israele. La fede qui descritta non è la ""soluzione"" al dolore dei cuori affranti, ma è la ""scintilla"" che riaccende il motore spento e che riattiva le nostre più intime energie. - Dio è il guaritore dei cuori infranti: è in esilio con noi, condivide la nostra lotta quotidiana in cerca di più luce e più senso. - Un percorso spirituale che mentre sollecita l'intelligenza, consola il cuore e blocca la deriva della rassegnazione e la fuga nell'illusione."
DESCRIZIONE: Degli angeli che cosa sappiamo? E che ne è di loro? Se nel ’900 vivono in esilio dalla loro patria, la teologia, e si rifugiano nella letteratura, nella poesia e nella filosofia sino a nutrire una miriade di credenze contemporanee e postmoderne, l’immaginario che ne abbiamo affonda nella Bibbia, ebraica e cristiana. Di libro in libro e di episodio in episodio si scoprono i molteplici sensi e le continue metamorfosi del loro significato. Se nei racconti biblici più antichi l’angelo coincide con Dio, in quelli più tardi tende a diventare realtà intermedia e autonoma fra il divino e l’umano, sino ad addomesticare il mistero stesso di Dio. Nel midrash gli angeli sono raffigurati come interlocutori di Dio, quasi che Egli potesse chiarire il suo pensiero parlando con loro.
Ecco i luoghi in cui si perlustrano le diverse presenze degli angeli in questo volume: nei tempi precedenti ed estranei alla Bibbia, nella Torà, nell’ebraismo del Secondo Tempio e nella letteratura apocrifa e qumranica, nel Nuovo Testamento, nell’Islam, in Dionigi l’Areopagita, nella qabbalà e, infine, nel postmoderno. Un quadro polimorfo come lo è l’inafferrabile traccia del rapporto tra il finito e l’infinito nella storia umana.
COMMENTO: Che sappiamo degli angeli? Forse poco; conosciamo però molto di quello che varie civiltà e culture hanno pensato di loro. Ci sono molti «altri angeli» prima della Bibbia, basti pensare a Qumran, ai riferimenti nella Qabbalà ebarica, nell'islam, nella post-modernità. Uno studio a più voci che mostra la pluralità di forme in cui si parla degli angeli nei testi sacri.
SAGGI DI: Giusi Quarenghi - Pelio Fronzaroli - Catherine Chalier - Piero Capelli - Paolo De Benedetti - Roberto Vignolo - Claudio Doglio - Ida Zilio-Grandi - Pietro Podolak - Saverio Campanini - Aldo Natale Terrin.
BIBLIA, Associazione laica di cultura biblica, da più di vent'anni si propone un compito di alta divulgazione e conoscenza biblica.
L'aggettivo "laico" che figura nella sua titolazione allude alla dimensione accogliente dell'Associazione, di cui fanno ugualmente parte cristiani di ogni confessione, ebrei e agnostici, purché interessati al dialogo, allo studio dei testi criticamente e scientificamente fondato.
Per questo da sempre articola la sua azione in seminari, convegni, viaggi di studio, che si tengono in ogni parte d'Italia e all'estero, cui sono invitati a partecipare i maggiori specialisti italiani e stranieri.
Per dare maggiore visibilità e diffusione al suo lavoro, alla ricchezza dei materiali raccolti, l'Associazione ha deciso di avviare la pubblicazione de I libri di Biblia, in cui la parola e il racconto biblico sono lievito e forma per cercare ciò che vi si cela.
Parlare di Dio, custodendolo nello spazio vuoto dell'inconoscibilità, del silenzio e della distanza, è la sfida contenuta in queste pagine. Il loro ritmo rispecchia il passo fugace del pensiero quando annota le sue domande, e il loro invito è a un'ascesi verso il basso. L'enigma di Dio è qui rovesciato nell'enigma degli uomini: non è forse nell'altro, nel prossimo, nella più umile creatura che si può vedere il Suo amore? Lo si sorprende nel dolore, nella sofferenza e nel dono gratuito del bene: può essere negato, questo amore, a chi non crede? Ma chinarsi verso il mondo è anche uno dei modi dell'esperienza cristiana, che più corrisponde allo spirito - e alla lettera dei Vangeli: Dio, per salvarci, "si fece carne" (Gv 1-14). Troviamo in questo libro un esercizio di spiritualità per tutti, capace di ricongiungersi con il materiale, il corporeo, l'umano sapendo - con Dietrich Bonhoeffer - che è il "campo di semina dell'eternità".
Il Dio di Aristotele, a cura di Ignazio Ferreli. A. Oppo, Premessa; I. Ferreli, La duplice finalità del primo motore immobile; E. Berti, La finalità del motore immobile di Aristotele tra Metafisica...; E. Cattanei, La notte, il cielo stellato, i numeri. Il dio di Aristotele e altre divinità nel libro della Metafisica; K.L. Flannery, Sull'interpretazione di Enrico Berti della causalità del primo motore immobile; S.L. Brock, La causalità del motore immobile nel commento di Tommaso d'Aquino a Metafisica XII