Questo volume é la storia, dal '500 fino alla metà dell'800, di un sistema che ha consentito a scrittori e uomini di scienza di ricavare vantaggi economici spesso irrisori, dalla pubblicazione delle proprie opere dedicandole ad un potente.
Il libro illustra momenti diversi della storia della satira dal '700 all'età napoleonica: dalla prima fortuna, tutta toscana e legata all'idea dell'esclusivo primato letterario e linguistico fiorentino fino all'epilogo del genere costituito dalle varie esperienze di scrittura satirica sorte in opposizione ai regimi francesi.
Il romanzo parte da un ritrovamento archeologico di grandissima importanza realmente avvenuto nel 2004 al castello dell'Aquila, cui l'autore ha partecipato in prima persona. Durante dei lavori di scavo vennero portati alla luce i resti di uno scheletro, sepolto in un luogo inconsueto, di un uomo ucciso da un colpo di freccia. Scoperta tanto più clamorosa in quanto una parte della freccia risultava ancora conficcata in un osso. È da qui che muove la vicenda del libro, quella del prof. Buonferri, antropologo di chiara fama, che, con l'amico Stefano Cardi, scopre al microscopio la presenza di uova di mosca carnaria sul cadavere. La ricognizione sullo scheletro, realmente effettuata dal professor Francesco Mallegni, antropologo docente all'Università di Pisa, cerca di chiarire le cause e le circostanze della morte di quest'uomo del Trecento, ma finisce per sollevare sospetti di natura passionale, intrecciandosi con un'attenzione particolare - precisa e documentata - agli ambienti e alle leggende dell'immaginario collettivo.
Attraverso i ricordi dell'autore, i normali episodi di vita quotidiana, caratterizzati da una appassionata storia d'amore vengono raccontati ora con commozione ora con umorismo, talvolta con accenti drammatici. Qualsiasi lettore potrà ravvisare in essi qualche momento della propria esistenza. La presenza della villa, al tempo stesso protettiva e stimolante si fa sentire attraverso i racconti che comunque la vedono come protagonista silenziosa. Ed é proprio la Villa, spesso, a determinare il succedersi degli eventi.