I saggi, qui raccolti, attraverso case-studies, intendono indagare la pluralità di linguaggi che attengono alla sfera del sacro e ai suoi vari patrimoni devozioni. Sono perciò presentate diverse forme espressive e comunicative che si esplicano secondo modalità proprie dell'ampio e variegato patrimonio culturale devozionale: da quello della ritualità festiva, commemorativa, a quello dell'iconografia, dell'oralità, della museografia o delle nuove produzioni del web e della multimedialità. La devozione, nel suo collocarsi in un determinato territorio e all'interno di determinate comunità locali, elabora specifici linguaggi, attraverso cui le comunità esprimono il proprio rapportarsi con la sfera del sacro, linguaggi che la tecnica fotografica e poi quella audiovisiva restituiscono e fissano nel tempo ponendo in evidenza non solo il rapporto con il territorio, ma anche l'apertura del locale al globale. Da questi contributi emergono gli stretti rapporti dell'ambito devozione con quella che è la storia e la cultura di un gruppo, la varietà ma anche la polisemicità dei linguaggi, che producono e utilizzano modalità espressive tradizionali, ma sono anche fonte di rielaborazioni, rivitalizzazioni e innovazioni.
La leggenda di Saint-Médard, costruita attorno alla figura di François de Paris e dei suoi ammiratori, i convulsionari, viene qui ripresa soprattutto in quegli elementi che l'hanno caratterizzata come fenomeno pubblico (l'attitudine profetica, la glossolalia, la premonizione, la flagellazione, la crocifissione, la coreomania, la trance estatica, l'invasamento, la possessione, il sonnambulismo, ecc.), per riproporla quale modello di lettura di altri fenomeni di religiosità popolare, che tradiscono il prototipo ufficialmente riconosciuto e vengono ricondotti, nella loro eccezionalità, sul piano delle alterazioni psichiche. Il testo, attraverso un'ampia documentazione di testimonianze e lungo un attento excursus storico nelle pieghe dell'affaire Saint-Médard, porta a termine l'analisi antropologica del fenomeno, restituito alla propria, anche se non esclusiva, dimensione popolare. Gli stranissimi eventi parigini, con il loro apparato rituale, hanno fatto ricorso a manifestazioni di folk-religion ben note agli studiosi di tradizioni popolari religiose. Per questo la ricerca dei singoli antecedenti rituali, confrontati con l'armamentario convulsionario, restituisce all'Oeuvre la giusta dimensione della sua continuità storica.