Per quasi duemila anni il Cantico dei cantici è stato letto da ebrei e cristiani in chiave allegorica, ossia in un modo diverso da quello con cui si legge tutto il resto della Bibbia. Il ricorso all'allegoria, che conferisce al testo un significato estraneo, è stato per così dire inevitabile di fronte a un'opera talvolta incomprensibile alla lettera. In questo lavoro di Giovanni Garbini i numerosi e svariati problemi posti dal Cantico sono affrontati in una maniera radicalmente nuova. La ricostruzione filologica del testo attraverso le più importanti testimonianze pervenuteci, dalla tradizione manoscritta ebraica alle versioni antiche, ha consentito di recuperare un'opera che, sotto l'esile velo del linguaggio amoroso, espone la più originale e rivoluzionaria concezione teologica del pensiero occidentale, senza la quale sarebbe forse impensabile lo stesso cristianesimo. Si può ora comprendere perché il mistico Rabbi Aqiba soleva dire che «tutto il corso del tempo non è degno del giorno in cui è stato dato a Israele il Cantico dei cantici», il più recente ma anche il più importante dei libri della Bibbia ebraica.
Con Aggeo e Zaccaria ci si trova di fronte alla testimonianza di due profeti che furono attivi nell'età della ricostruzione del tempio di Gerusalemme al termine dell'esilio babilonese, attorno al 520 a.C. Per la storia del popolo giudaico questo periodo rappresentava una svolta epocale: sotto la dominazione persiana gli si offriva la possibilità di rifondarsi come comunità raccolta attorno al tempio, e alla ricostruzione del tempio e alla nuova fondazione della comunità Aggeo e Zaccaria diedero un apporto sostanziale. Il libro intitolato a quest'ultimo è costituito da almeno due complessi profetici anonimi, in cui si riflettono sviluppi più recenti della comunità postesilica, in questo simili al libro di Malachia, di poco posteriore. Il commento di Henning Graf Reventlow illustra il testo biblico sotto tutti i suoi aspetti, filologici, retorici e storici, approfondendo passo per passo il contenuto e il significato teologico della predicazione dei singoli profeti.