Come hanno parlato e continuano a parlarci le mani di Gesù? Ripercorrendo le pagine dei Vangeli, questa ci fa contemplare anzitutto le mani del bambino nato da Maria e cresciuto nell'umile casa del carpentiere, manine che si aggrappano al seno materno e che giocano con i truccioli di legno o con i sassolini insieme ai ragazzi delle contrade di Nazaret. Ed eccolo addestrarsi al mestiere del padre Giuseppe fino all'età adulta: mani di lavoratore. E poi lungo le vie della Palestina insieme ai suoi discepoli lo vediamo sempre con le sue sante mani al servizio degli altri: mani che pregano e benedicono, mani che carezzano i piccoli e toccano i malati per guarirli; mani che sostengono e strappano dal sonno della morte, mani che lavano i piedi ai discepoli, che spezzano il pane e lo offrono, mani che scrivono nei cuori patti di alleanza; mani che, dopo aver servito e tutto donato, si lasciano inchiodare alla croce. E proprio là dove esse divengono impotenti, la missione del Verbo Incarnato si compie.
Si tratta di una lectio divina sulla gratuità dell'amore così come esso si esplica soprattutto nella risurrezione di Gesù.Il testo si articola in due grossi capitoli. Nel primo (Un profumo misterioso) si mette a fuoco l'episodio evangelico nel quale Maria di Betania versa un unguento prezioso sul capo di Gesù, suscitando le proteste di alcuni che avrebbero preferito venderlo per darne il ricavato ai poveri. L'autore mette in evidenza la gratuità dell'amore di Maria, un amore che non conosce misura, che "spreca", che non fa calcoli. Questo stesso amore è riflesso dell'amore di Dio per gli uomini, che si è massimamente manifestato nella morte e nella risurrezione di Gesù. A questo tema e all'episodio evangelico delle donne che trovano vuoto il sepolcro di Gesù è dedicato il secondo capitolo (Una tomba piena di vita).Il testo contiene anche un "approfondimento dialogico", in cui un gruppo di persone esprime le proprie impressioni e osservazioni relative al commento e all'attualizzazione, da parte dell'autore, della parola di Dio.
"Questo libro, proprio per il suo nitore e la sua essenzialità, può diventare una guida non solo ad attraversare 'la porta stretta e la via angusta che conduce alla vita' ma anche a scoprire quanto luminoso ed esaltante sia quell'orizzonte che alla fine si scopre" (Dalla Prefazione di Gianfranco Ravasi). Un agile strumento per suscitare il desiderio di approfondire la conoscenza della Sacra Scrittura, di pregare con essa e attraverso di essa, sentendola come l'indicatore di direzione per la propria vita.
A. Vanhoye, in questo volume, intende accompagnare i cristiani nell'approfondimento del mistero della passione e morte di Gesù. Più precisamente, egli conduce una riflessione sul concetto di «sacrificio». Nel linguaggio corrente il «sacrificio» è visto come «privazione», quindi come qualcosa di negativo. Nel linguaggio religioso, però, il termine assume una connotazione positiva: sacrificio è il sostantivo corrispondente del verbo sacrificare, che vuol dire «rendere sacro». Per rendere sacro qualcosa che non lo è occorre accogliere la comunicazione della santità divina: una realtà si trasforma in sacrificio solo se diviene strumento di santificazione e di comunione più intima con Dio. Egli, infatti, passa in rassegna i diversi tipi di sacrificio, a partire dal «sacrificio del rendimento di grazie», dall'eucaristia, che è fondamento e culmine della vita cristiana stessa. Gesù, nell'ultima cena, aprendosi con immensa gratitudine alla potente corrente d'amore di Dio padre, con la forza interiore propria dell'amore ha trasformato la sua passione e morte in sorgente di vita nuova. La trasformazione effettuata nella passione ha prodotto la risurrezione. Partecipando all'eucaristia, anche noi riceviamo il dinamismo del rendimento di grazie, che ci mette in grado di fare della nostra vita una continua offerta di rendimento di grazie a Dio. Questo volume è una riedizione di Dio ha tanto amato il mondo. Lectio sul sacrificio di Cristo, pubblicato nel 2003 nella collana «Dalla Parola alla Vita» e ora riproposto per la collana «Scrutate le Scritture». Albert Vahnoye, cardinale, gesuita, biblista, membro della Studiorum Novi Testamenti Societas, già rettore del Pontificio Istituto Biblico e Segretario della Pontificia Commissione Biblica, è nato il 24 luglio 1923 ad Hazebrouck, nella diocesi di Lille, nel Nord della Francia, al confine con il Belgio. Autore di numerose pubblicazioni, tradotte in diverse lingue, ha preso parte attiva alla redazione di documenti che prolungano il lavoro del concilio Vaticano II. Per Paoline ha pubblicato: Lettera ai Galati. Nuova versione, introduzione e commento (Milano 2000) e Dio ha tanto amato il mondo. Lectio sul sacrificio di Cristo (Milano 2003).
Quello del profeta Osea è sicuramente uno dei libri biblici più intensi e suggestivi e in queste pagine viene letto mettendone in evidenza il tema centrale: l'amore di Dio. Come per gli altri testi della collana, la preoccupazione dell'autrice non è quella di una lettura esegetica, ma sapienziale del testo di Osea, per cogliere tutta l'intensità di una Parola che chiede di diventare esperienza personale; infatti l'autrice sostiene che il libro di Osea obbliga chi lo legge a rivedere il proprio concetto di Dio: non un Dio impersonale e lontano ma un Dio che si compromette con il suo popolo, che cammina con l'uomo e gli chiede l'impegno di un coinvolgimento sincero e personale.
Una lectio su una delle pagine più belle della Bibbia.Il testo di Luca 1,39-56, la visita di Maria a Elisabetta, è stato il filo conduttore dell'annuale raduno dell'Associazione "Figli in Cielo". A genitori provati dalla scomparsa prematura di un figlio, padre Innocenzo Gargano ha presentato Maria come esempio di vocazione personale. Se accettiamo, come ha accettato Maria, di essere la serva del Signore, disposta a lasciargli compiere tutte le sue parole, possiamo diventare anche noi, come dicono i Padri della Chiesa, evangelizzatori per gli altri, missionari per gli altri, portatori di bella notizia per gli altri. Maria, infatti, accettando di condividere in tutto e per tutto la condizione del "servo", è stata in grado, secondo quanto dice Origene, di danzare sulle alture, portando consolazione in casa di Zaccaria alla mamma di Giovanni Battista. Solo se riusciamo a elaborare il nostro lutto, a passare dalla morte alla risurrezione, potremo portare consolazione agli altri, attraversare le situazioni umane con l'occhio dello Spirito Santo. Solo allora le nostre parole saranno autentiche parole di consolazione per chi ha vissuto un'esperienza analoga alla nostra. Pagine di spiritualità biblica e familiare.
Che cosa significa celebrare la cena del Signore? La prima comunità cristiana ha da subito fatto i conti con la fragilità e la debolezza e Paolo ha dovuto da subito ricordare l'evento fondativo dell'Eucaristia: la Cena del Signore, in cui Cristo si dona e indica la strada, faticosa ma inevitabile, della sua radicalità. Si tratta di un percorso di lectio divina su un testo importante e non facile di Paolo, il quale affronta un tema, quello della cena eucaristica, che a Corinto aveva registrato contrasti e divisioni. Benché sia cambiato il contesto, resta sempre possibile il rischio di una celebrazione solo rituale, che non trasforma chi la celebra.
Il libro è un contributo profondo e semplice nello stesso tempo alla riflessione della Chiesa in questo anno eucaristico. Rispondendo all'invito dei vescovi italiani a vivere sempre più in contatto con la Parola, attraverso il metodo della lectio divina, l'autrice commenta i brani eucaristici del Vangelo di Giovanni, sicuramente tra le pagine più alte del quarto vangelo.
Le parabole commentate da Anna Maria Cànopi in queste pagine pongono davanti ai nostri occhi due modi opposti di condurre l'esistenza: o secondo il Vangelo o secondo la mentalità del mondo. I racconti toccano vari aspetti della vita. La prima grande alternativa riguarda il posto accordato alla Parola di Dio: la leggiamo e meditiamo con assiduità o la lasciamo cadere nel vuoto (parabola delle due case)? La parabola degli invitati al banchetto di nozze ci interroga sul posto che riserviamo a Dio nelle nostre scelte: egli è per noi una Persona o è solo un "valore"? Due parabole poi - quella del ricco epulone e quella del giudice iniquo - ci interrogano sul nostro modo di rapportarci con il prossimo. Le ultime tre parabole mettono in evidenza gli atteggiamenti fondamentali che si addicono ai veri "discepoli" di Gesù: saper rischiare tutto per il Regno dei Cieli (parabola delle mine); essere sempre disponibili a compiere la volontà del Padre (parabola dei due fratelli); collaborare al piano di salvezza di Dio (parabola dei vignaioli omicidi).Queste parabole offrono, in sintesi, un fondamentale insegnamento: durante la vita ci troviamo a dover prendere tante decisioni. Per quanto irrilevanti esse possano apparire ai nostri occhi, non bisogna mai trascurarle o affrontarle con leggerezza. In ogni istante, infatti, si decide per l'eternità.
È uno dei libri più piccoli della Scrittura, ma contiene un potenziale di vita e di libertà che apre a orizzonti di luce e di speranza. Il libro offre l'opportunità per una riflessione sulla storia e sui fili invisibili e sorprendenti che la conducono. La speranza può venire anche dallo straniero, dal povero, come straniera e povera è Rut che, per la sua fedeltà, entrerà nella storia d'Israele e alimenterà la speranza del popolo.
Quella di Genesi 22, 1-19, il sacrificio di Isacco (= figlio del sorriso), è una delle pagine più inquietanti della Bibbia, sulla quale si sono misurati molti pensatori. Padre Innocenzo Gargano ha riletto questa pagina durante l'annuale raduno dell'Associazione "Figli in Cielo" che raccoglie genitori provati dalla prematura perdita di un figlio. Una rilettura profonda, ricca di elementi patristici, molto utile per chi vive lutti molto intensi, ma coinvolgente anche per chi desidera una riflessione non scontata su questa pagina. Molto interessante il capitolo introduttivo di iniziazione alla lectio divina e quello conclusivo che offre preziosi consigli per accostarsi alla Bibbia e in particolare ai Salmi.