Il titolo del libro si ispira ad uno dei dialoghi contenuto nell'opera di V. Solov'ëv, Breve racconto dell'Anticristo. «Che cosa avete di più caro nel Cristianesimo?» è la domanda che viene rivolta ad uno sparuto gruppo di credenti. E la loro risposta, immediata e certa è: «Quello che noi abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso»! I nove saggi qui raccolti vorrebbero condurre a questa medesima certezza attraverso un percorso che dall'ateismo indifferente e «confortably numb» dei nostri giorni, porti alla fede in Cristo. Il libro suggerisce una «svolta di respiro» che sappia impreziosire ed esaltare l'umano attraverso il confronto serrato con la Scrittura, la filosofia, la letteratura, la santità, e così passare dall'estraneità di Caino che nella riscrittura biblica di M. Gualtieri si definisce «il primo errore di Dio», alla riscoperta della propria coscienza come «il vero vicario di Cristo in terra» (J. H. Newman).
L'esilio è l'evento fondamentale che ha segnato la biografia della filosofa spagnola Maria Zambrano. Nella stretta connessione tra pensare e vivere, esso diviene anche il concetto fondamentale della sua riflessione filosofica, la traccia su cui prende forma un pensiero delirante, capace di svegliarsi e di incontrare la vita con tutto ciò che non entra nella coscienza desta. Pensare l'esilio pone in stato di crisi la razionalità dialettica occidentale: il "carcere del concetto" lascia il posto al linguaggio della nascita. Si apre alla generatività che "concepisce" e mette al mondo il mondo, accogliendo tutto ciò che nasce semplicemente perchè è nato.
Luca a più riprese propone il Dio di Gesù con il volto di colui che va incontro all'uomo, che lo accoglie, che lo perdona. Nel suo racconto si affaccia un vocabolo sconosciuto a Marco, la misericordia. Il legame tra questa narrazione e le vicende che caratterizzano la nostra società, le sue sofferenze, le sue domande, i suoi sogni, costituisce l'intreccio e la sfida più genuina del testo. Come i cristiani di ogni tempo, anche noi siamo invitati a tenere alto lo sguardo sul significato della tolleranza, della misericordia e del perdono per andare "oltre", oltre la rassegnazione e la paura, nel coraggio di porre gesti di solidarietà e fraternità per il superamento del male e il rinnovamento della vita in tutte le sue dimensioni. Questo è l'invito che scorre nella trama di queste pagine, rivolte in particolare a chi intende riscoprire alcuni inviti significativi del vangelo di Luca e riappropriarsi del significato del suo annuncio.
Il titolo di questo libro si riferisce all'unico episodio della vita di Gesù di Nazareth riportato nel Nuovo Testamento, relativo al lungo periodo, di almeno vent'anni, che intercorre tra il ritorno della Santa Famiglia dall'Egitto a Nazareth, e il Battesimo di Gesù nel Giordano. Tale episodio non è celebrato nella liturgia della Chiesa con una festa particolare. Furono invece le arti, in particolare le belle arti, a colmare spontaneamente questo silenzio, ad azzardarsi a dire che tipo di bambino, adolescente e poi giovane uomo sia stato Gesù. Questo saggio non è però in primis un libro di storia dell'arte, ma un libro di riflessione storica, antropologica e teologica su un episodio le cui raffigurazioni sono intrise di diverse convinzioni derivanti dalla liturgia, dalla spiritualità e dalla cristologia, foriere delle principali preoccupazioni della società e delle Chiese del proprio tempo. Il testo biblico, la riflessione teologica e l'espressione artistica si sono trovati ad affrontare alcune questioni cruciali, sul rapporto di Gesù con l'ebraismo, il modo tradizionale di formare i giovani adulti allo studio della Scrittura e all'apprendimento del dibattito, sulla comprensione che il Verbo di Dio fatto uomo ebbe di se stesso e della propria missione all'età dell'adolescenza, e sul suo rapporto con i genitori. All'interno della cornice del pellegrinaggio annuale a Gerusalemme, scorrono le immagini e si snodano le riflessioni teologiche su un episodio spesso trascurato, che si rivela invece centrale nella comprensione dell'intero messaggio cristiano.
L'opera intende presentare in forma corale e sintetica le principali interpretazioni che il giudaismo ha dato della figura di Gesù di Nazareth in epoca moderna e contemporanea, ossia dal periodo rinascimentale fino a tutto il XX secolo. Si tratta di una carrellata affascinante che, a dispetto dei conflitti tra le due fedi e delle ondate di antisemitismo arrivate all'estremo della Shoà, mostra come la figura di Gesù sia stata studiata e approfondita da molti studiosi ebrei, sia rabbini sia liberi pensatori, accomunati dalla volontà di mostrare non solo l'ebraicità etnico- culturale del Nazareno ma anche la vicinanza religiosa dei suoi insegnamenti a tutta la grande tradizione rabbinica come si è espressa nel Talmud e nei midrashim.
Ciò che si sa di Gesù lo si deve alla testimonianza personale dei suoi più stretti seguaci. L'impatto della sua figura su di loro fu molto vario, i Vangeli ne sono chiara testimonianza. Questo multiforme effetto non si è esaurito nel primo cristianesimo ma si è prolungato lungo i secoli. Quando il senso di un singolo passo biblico diventa nostro al punto che un lettore può non solo comprenderlo, ma anche sottoscriverlo, diffonderlo, e quindi viverlo, solo allora viene raggiunta quella comprensione cui tendono i testi biblici stessi. Per un credente infatti, Gesù non è solo una figura del passato; noi siamo discepoli del presente e nelle nostre Chiese oggi dovrebbe poter rifulgere ciò che più attrae e affascina della sua opera. Prefazione di Giuseppe Ghiberti.
Ripercorrendo le principali tappe del pensiero buberiano, con la semplicità di un racconto, il volume traccia il profilo intellettuale di uno dei grandi maestri della filosofia del Novecento che ha saputo intrecciare la profondità del pensiero astratto con l'immediatezza della vita quotidiana, il rigore del metodo filosofico con l'esperienza viva dell'ebraismo. A cento anni dalla pubblicazione di Io e Tu (1923), questo contributo intende restituire la viva voce della filosofia buberiana mettendola in connessione con le istanze e i bisogni del tempo presente.
Anche questo volume dell'Annale "Parola e Tempo", come i precedenti, raccoglie i testi più pregevoli e significativi delle principali esperienze di studio, ricerca e confronto promosse dall'ISSR nel corso dell'ultimo anno accademico. La raccolta si conferma come strumento di conoscenza e formazione culturale, teologica e spirituale, ma anche di ricerca e confronto sulle scienze religiose (le scienze bibliche, teologiche, morali ...) in dialogo con le scienze umane e il pensiero contemporaneo, concentrando la sua attenzione sulle grandi sfide antropologiche del tempo presente. L'Annale è un luogo di elaborazione, confronto e discernimento delle principali sfide che attraversano la cultura contemporanea nell'intento di tenere insieme "cose eterne" e "cose attuali", nel tentativo di rigenerare un dialogo fecondo tra vangelo e cultura, tra chiesa e mondo. La raccolta in volume è strutturata in sette parti, anticipate da un'ampia trattazione monografica dedicata alla recezione dell'enciclica di papa Francesco Laudato Si' in ambito educativo e didattico (Custodire il creato. Educare alla cura della casa comune secondo la "Laudato Si'"). Seguono le altre sezioni (Chiesa e Teologia, Studi e articoli, Agorà: città e cultura, Arte e teologia, ecc.) tra le quali spiccano gli atti del convegno su "La Stella della redenzione", un secolo dopo. L'attualità del pensiero di Franz Rosenzweig.
Il celibato ecclesiastico è attualmente al centro di tantissimi dibattiti all'interno della Chiesa Cattolica. Non solo a causa della diversità di interpretazione dei suoi fondamenti biblici e della disparità con cui esso è vissuto dalle varie Chiese Cristiane, ma anche perché non pochi cattolici ed ecclesiastici sono convinti che una delle spinte più forti verso le revisione della disciplina del celibato ecclesiastico venga proprio dal Concilio Vaticano II. La verità invece è che il Vaticano II ha sostenuto e raccomandato il celibato ecclesiastico, fino a presentarlo come una virtù sacerdotale irrinunciabile per coloro, sia celibi che sposati, che in Oriente o in Occidente sono chiamati al sacerdozio cattolico. Per molti questa può essere una grande sorpresa, ma è un dato di fatto che merita di essere sottolineato e propriamente spiegato a tutti coloro che sono interessati al tema del celibato. Proprio per questo la presente pubblicazione si sviluppa su due assi principali: da una parte l'analisi del pensiero conciliare sul "celibato ecclesiastico" e dall'altra l'approfondimento magisteriale fattone da Paolo VI, sulla base della dottrina e della storia bimillenaria della Chiesa. . Questa breve pubblicazione viene offerta come aiuto a chi deve affrontare con competenza i dibattiti in corso sulla legge del celibato/continenza ecclesiali, ma soprattutto a coloro che stanno percorrendo con grande generosità il cammino del celibato ecclesiastico, o che, come i seminaristi, si stanno preparando a percorrerlo.
È stato scritto moltissimo sulla vicenda del sequestro di Aldo Moro e della strage degli uomini della scorta, molto sulla sua attività politica e qualcosa sulla sua spiritualità. Questo libro prova a definire cosa debba intendersi per spiritualità e a delinearne i tratti in Aldo Moro analizzando le lettere che egli scrisse nei giorni della sua prigionia. Ne emerge un uomo animato da una profonda spiritualità, dagli anni della formazione, attraverso la vita politica, fino agli ultimi, drammatici giorni e al tragico epilogo che cambiò la storia d'Italia.
Quelli sulle "cose ultime" sono pensieri estremi, posti al confine tra la vita e la morte, tra l'essere e il nulla. L'opera si interroga sulle "domande ultime" a partire da tre dipinti (un trittico) di straordinaria rilevanza: la Crocifissione di Matthias Grünewald a Colmar, il Cristo nella tomba di Hans Holbein il giovane a Basilea e la Madonna Sistina di Raffello a Dresda. Queste tre opere hanno generato una vera e propria storia degli effetti in ambito letterario, filosofico e teologico. Ognuna, ovviamente, ha una sua peculiarità ma nessuna delle tre avrebbe potuto essere dipinta dal proprio autore e poi ammirata dai molti osservatori se la croce cristiana non avesse ricoperto un ruolo tanto rilevante nella storia dell'Occidente. Ogni grande opera d'arte visiva, come ogni romanzo o poesia, più che risposte suscita domande. Alcune di queste domande sono come punti interrogativi conficcati nella linea d'intersezione tra la terra e il cielo, tra il "tempo penultimo" e il "tempo ultimo". Il "tempo ultimo" non è solo il tempo della fine di ogni persona ma anche quello delle cose e del mondo. Lo studio si avvale dell'Introduzione di Mons. Erio Castellucci, della Postfazione di Piero Stefani e dei commenti alle immagini di Gabriella Caramore e Maurizio Ciampa.
Lo scandalo degli abusi emersi in questi ultimi anni all'interno della Chiesa ha squarciato come un fulmine la sua identità e struttura, aprendo una dolorosa ferita nel suo corpo. Ripartendo dalla gravità di questi crimini è iniziata una profonda opera di riparazione al suo interno che impone l'attraversamento di questo dolore alla ricerca dell'anima evangelica. Il volumetto raccoglie tre preziosi contributi di alcuni tra i più autorevoli pastori, psicologi e teologi che, dall'interno della Chiesa, hanno avviato una lotta aperta contro gli abusi. Da questi tre acuti sguardi, differenti e complementari, affiora una limpida presa di coscienza ecclesiale della gravità del fenomeno aprendo un confronto sincero, onesto e coraggioso sulle motivazioni più sotterranee, offrendo nel contempo prospettive concrete per sanare le ferite e aprire nuovi orizzonti di speranza. Introduzione di Card. Pietro Parolin.