Uno slancio, un voto, un'ineffabile speranza, o semplicemente la voce degli orizzonti: qualunque cosa vi abbia fatto decidere, eccovi qui, pronti a partire per Compostela... Una moltitudine prima di voi ha percorso lo stesso viaggio, e tanti altri vi seguiranno, per questo non sarete soli. Nell'entusiasmante racconto di queste pagine, all'esperienza contemporanea del cammino fatta in prima persona dagli autori, si aggiungono cinque eccezionali compagni di strada: un monaco francese del xii secolo, sciovinista e pieno di verve; un camminatore di Fiandra della fine del Quattrocento, grande amatore della buona tavola; un sacerdote bolognese del Seicento, accompagnato da un amico pittore; un giovane sarto del Settecento, disinvolto e curioso di tutto; e infine un ragazzino del XVIII secolo: quando ha annunciato la sua decisione di camminare fino a Compostela, i suoi genitori lo hanno preso per matto, una «testa vuota», ma Jean ha fatto fagotto e, in compagnia di tre amici, è partito di nascosto. È fragile di salute, senza denaro e con pessime calzature. Ma è di quelli che non si fermano. Eccoli dunque i vostri compagni di viaggio, condividerete con loro le fatiche e i pericoli di questa grande avventura, il sole, la pioggia, il vento, gli incontri enigmatici con i lupi e le improvvise e inaspettate meraviglie, insieme a una folla eterogenea di abili mercanti e ladri astuti, prostitute e predicatori ispirati, uomini, donne e bambini, che nel corso dei secoli si sono riversati sui quattro cammini che conducono alla città di San Giacomo. E ora: in marcia! Con una nota di Enzo Bianchi.
«Ci si evitava a vicenda, come la lepre rifugge il leone». Nata nelle sconfinate steppe asiatiche, la Peste Nera che ha travolto il pianeta nella metà del Quattordicesimo Secolo è la più terribile pandemia che l'umanità ricordi: un terzo della popolazione europea ne cadde vittima. Un dato che equivarrebbe oggi a oltre 200 milioni di persone. Ovunque si diffuse il panico, si insinuarono agghiaccianti sospetti, si misero in atto illusori mezzi di prevenzione, si scatenarono selvagge cacce a presunti colpevoli. Ma alla fine di quel cupo incubo, tutta l'Europa, da Venezia alla penisola iberica, dai Paesi di lingua tedesca a Firenze, si destò diversa. Come annota Alessandro Barbero quegli eventi spaventosi, che comportarono un momentaneo imbarbarimento di tutti gli standard morali, non si lasciarono dietro un mondo istupidito e in declino, bensì una società formicolante d'una ritrovata voglia di vivere. Il Medioevo si accingeva al tramonto, e una nuova alba sorgeva sul Mondo Nuovo.