Un trattato di filosofia morale ha in sé due limiti: considera solo i lineamenti generali della realtà morale, senza descriverne il contenuto, si accontenta di presentare i principi che permettono di determinarlo. D'altra parte, trattandosi di filosofia, essa non si basa sulle affermazioni della fede, anche se spesso questa indica alla ragione la strada delle proprie certezze. L'esplorazione razionale della realtà morale tuttavia, per quanto sia limitata, costituisce uno dei maggiori compiti nel progetto di rendere all'uomo contemporaneo la sua piena dimensione umana. È questo precisamente l'oggetto del presente trattato. Nella prima parte esso tratta del valore morale; nella seconda, Dell'ordine morale e , nella terza , della felicità e della moralità.
Il concetto di imputabilità giuridico-penale viene esaminato a partire dal vigente codice di diritto canonico con particolare riguardo al processo di codificazione post-conciliare non esclusi ampi riferimenti comparativistici alla codificazione pio-benedettina. Il presente lavoro tratta della duplice fonte di imputabilità : il dolo e la colpa relativamente alla sua prova e alle ragioni politico-giuridiche che ne motivano la punibilità. Vengono analizzate le circostanze del reato ossia le attenuanti, aggravanti o ininfluenti sottolineando le cause di esclusione dell'elemento oggettivo del delitto.
Che cosa è il diritto? Perché viene caratterizzato dall'aggettivo canonico? L'opera intende suggerire delle risposte; la verità sul diritto è l'aspetto della verità sull'uomo. Perciò nell'analisi della natura umana personale, bisogna ancorare la ricerca sul diritto. L'autore colloca nella situazione umana l'analisi della realtà del diritto che determina la giuridicità dell'esperienza secolare ed ecclesiastica.