L'adeguamento liturgico delle chiese è oggi un tema di grande attualità, che spesso suscita aspri dibattiti e denuncia evidenti incertezze e difficoltà. Attraverso una riflessione storica, teologica e liturgica, il X Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, ha fornito elementi conoscitivi utili affinché si possa cogliere con sempre maggiore lucidità la complessità di tali interventi e la necessità di ricercare soluzioni segnate da un'elevata qualità artistica.
“Un affascinante viaggio nell’arte cristiana”
(Enzo Bianchi)
È possibile rappresentare Dio? Quale significato può avere nel nostro mondo contemporaneo, dove la parola “Dio” non è più quella certezza che era nei secoli passati? E quali rischi può correre il senso della divinità e della trascendenza? L’autore affronta i diversi aspetti delle immagini religiose oggi, alla luce della difficoltà di rappresentare Dio nell’arte: egli riesce così a “parlare l’immagine”, a immergerla in quella fonte che sono i versetti della Scrittura e gli scritti dei padri. Attraverso le sue descrizioni, le immagini di ispirazione cristiana acquistano nuova luce e si fanno vita agli occhi del lettore.
François Bœspflug (1945), studioso di storia dell’arte e teologo, da più di trent’anni conduce una ricerca iconografica senza precedenti. Professore all’Università di Strasburgo, ha pubblicato numerosi studi sulla storia di Dio nell’arte.
In un "cantiere aperto" quale è quello dell'attuazione della riforma liturgica, questo libro si rivela un utile strumento non solo per liturgisti e architetti, ma per chiunque abbia a cuore lo spazio per le celebrazioni liturgiche e si confronti con le esigenze che esso pone. A partire dalle acquisizioni e dai cammini aperti dal Vaticano II, l'autore mette in dialogo chiesa, architettura e arte contemporanea per fare il punto sull'adeguamento di chiese esistenti e sulla progettazione di nuove chiese. L'analisi di casi specifici di adeguamento liturgico dell'interno di alcune chiese mostra inoltre la necessità della convergenza di competenze diverse, nonché di un coinvolgimento dell'intera assemblea.
A quali condizioni l'arte diviene ars liturgica? Questo è l'interrogativo da cui ha preso le mosse il IX Convegno liturgico internazionale di Bose, approfondendo il rapporto tra liturgia e arte avviato l'anno precedente. Partendo dalla legittimità dell'idea di "sacro" nel cristianesimo, il convegno ha toccato quindi i temi dell'estetica e dell'espressione della fede, che chiede di essere percepibile attraverso tutti i sensi, in particolare la vista: l'arte, infatti, è un linguaggio capace di trasmettere l'esperienza del trascendente, tale da creare una corrispondenza con i linguaggi simbolici della liturgia.
Come procedere alla realizzazione di un evangeliario di indubitabile qualità artistica e del tutto conveniente all'uso liturgico? Tale interrogativo, che la diocesi di Milano ha voluto affrontare al fine di realizzare un nuovo evangeliario per la chiesa ambrosiana, è al cuore degli interventi pubblicati nel presente volume, contributi concernenti aspetti liturgici e artistici, nonché esempi di recenti realizzazioni, arricchiti da una riflessione sulle radici bibliche della lettura pubblica della Parola e da uno studio sull'uso liturgico dell'evangeliario.
L’opera d’arte
deve essere coerente con la liturgia
per partecipare alla concelebrazione
della terra e del cielo,
degli uomini e delle creature tutte.
“Se tutte le creature sono convocate nella liturgia cristiana, se l’assemblea si fa ‘voce di ogni creatura’, anche le arti che sono espressione della creatività dell’uomo devono essere presenti con le loro forze, la loro performance, la loro bellezza. Ma la bellezza è veramente tale se è a servizio della liturgia per rivelare anch’essa, con ciò che essa è, il mistero di Dio. La liturgia ha bisogno dell’arte perché ha bisogno che in essa sia coinvolto tutto l’uomo, anche l’uomo che crea, che trasfigura, che esprime” (Enzo Bianchi).
Dal concilio Vaticano II la chiesa ha riaperto il dialogo con l’arte e pone oggi agli artisti l’esigenza di lavorare in conformità alla liturgia, ma al contempo essa stessa deve lasciarsi porre delle esigenze da loro. Completata la pluriennale riflessione circa i principali elementi dello spazio liturgico, l’VIII Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, ha affrontato il rapporto tra liturgia e arte alla luce della sfida della contemporaneità, riflettendo in che modo sia necessario superare la separazione “tra tempio e museo”.
“I cristiani non abitano città loro proprie,
abitano la città nella quale è stato dato loro in sorte di vivere”
(A Diogneto)
“Si edifica una chiesa in una città affinché essa sia Chiesa per quella città, perché la città è sempre la destinataria della presenza della chiesa e mai un semplice mezzo né un mero strumento. Non c’è chiesa senza città perché la salvezza di Dio in Cristo è sempre propter nos homines. Il messaggio biblico sulla città ci invita a pensare che progettare ed edificare una chiesa non è semplicemente dotare la comunità cristiana di un luogo di culto, ma significa trasformare in realtà l’idea che ogni chiesa è metafora della presenza della Chiesa di Dio nella città degli uomini” (Enzo Bianchi).
La Chiesa di fronte alle grandi trasformazioni oggi in atto nelle città è chiamata a non subire questo cambiamento ma a interpretarlo e valutarlo criticamente, rivelando lo stile della presenza dei cristiani nella società che è di vicinanza nella differenza e di presenza nella diaconia. È questo contesto sociale ed ecclesiale a fare da sfondo e da orizzonte al VII Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, che ha affrontato dal punto di vista sociologico, storico, liturgico, teologico, architettonico e urbanistico il tema del rapporto tra Chiesa e città.
64 tavole a colori
L'assemblea celebrante genera lo spazio liturgico, plasma l'architettura della chiesa, perchè essa stessa è generata dalla parola di Dio. Dio, attraverso la sua Parola, costituisce un popolo in asssemblea santa. Ma c'è anche un rapporto diretto tra lo sapzio architettonico, la disposizione delle pietre, la collocazione degli elementi, la realizzazione degli spazi e l'edificazione della comunità cristiana che esprime una determinata idea di chiesa.
Enzo Bianchi
La scelta dell'assemblea santa come tema del VI Convegno liturgico internazionale di Bose rappresenta il punto diarrivo della riflessione condotta nei convegni precedenti, Il presente volume raccoglie i contributi di teologi, liturgisti, storici e architetti che hanno articolato la tematica del'assemblea a partire da una lettura delle diverse forme che essa ha assunto nei secoli, prendendo poi in esame la categoria di presenza riferita ai modi in cui Dio si è fatto presente nella storia di salvezza riflettendo infine sulla presidenza che l'assemblea santa richiede.
La liturgia, vissuta in maniera autentica,
regola in modo meraviglioso la vita spirituale
Il cristiano partecipa alla liturgia con corpo e anima, non come puro spirito né come individuo isolato, egli esprime quindi la sua fede con parole e gesti. La liturgia ci offre oggi parole e gesti che vengono da una tradizione antica ma che si riferiscono e si alimentano costantemente alla fede viva e comune della chiesa. In una rilettura storica che illustra la natura del culto cristiano, e con riferimenti alla Scrittura e a numerosi autori cristiani – dai padri della chiesa ai teologi della scolastica fino agli autori moderni e contemporanei – questo testo ci presenta un’analisi della liturgia come linguaggio concreto del vissuto della chiesa che si esprime attraverso l’arte, la musica, le immagini, opera di Dio e opera del popolo che in essa esprime la sua fede.
Pierre Miquel (1920-2003), monaco e poi abate – dal 1966 al 1990 – dell’abbazia benedettina di Saint-Martin di Ligugé, ha animato il rinnovamento conciliare del monachesimo in una fedeltà alla tradizione aperta alle attese del mondo contemporaneo. Ha pubblicato numerosi articoli e libri di spiritualità monastica, di liturgia e sul tema del simbolismo.
Contiene 64 tavole a colori
La riflessione sul battistero indica che noi non siamo chiamati a creare oggi dal nulla la grammatica e la sintassi proprie dello spazio liturgico cristiano. Siamo invece chiamati a ereditarle con gratitudine, a comprenderle con intelligenza e a custodirle con fedeltà creativa, al fine di adattarle con sapienza e discernimento alle esigenze del nostro tempo (Enzo Bianchi).
Il presente volume mette a disposizione di un più ampio pubblico la riflessione condotta nell’ambito del V Convegno liturgico internazionale di Bose. Dopo aver affrontato l’altare, l’ambone e l’orientamento dello spazio liturgico, la ricerca sul rapporto liturgia e architettura prosegue mettendo a tema il battistero, inteso non solo come luogo dell’immersione battesimale ma come primo e originario spazio sacramentalmente ed ecclesialmente istituito, che per la sua singolare collocazione è rivolto al contempo all’interno e all’esterno della chiesa.
“L’ars celebrandi è un’arte della celebrazione, per ottenere una partecipazione adeguata da parte dell’assemblea a ciò che si celebra: actuosa participatio, ‘partecipazione attiva’ di tutti i credenti, che nell’ecclesia devono mostrare di mettere in atto la qualità di popolo scelto, chiamato da Dio quale sacerdozio regale e gente santa... Vari sono i registri della comunicazione, che devono coinvolgere il credente in tutte le sue dimensioni e farlo uscire dalla sua individualità, per condurlo ad aprirsi all’identità comunitaria dell’intero corpo di Cristo, di cui egli è membro” (Enzo Bianchi).
Il presente volume vuole essere una vera e propria guida per l’“arte di celebrare”, in cui il lettore può trovare indicazioni e suggerimenti per mettere in buon ordine tutti gli elementi che compongono le celebrazioni liturgiche: gesti, parole, canti, atteggiamenti, posture. L’“arte di celebrare” consiste nel celebrare con arte, l’arte di mettere in opera con una “nobile semplicità”, secondo la terminologia del concilio Vaticano II, quel tesoro che la chiesa ci offre e la cui finalità è la celebrazione del mistero pasquale di Cristo.
Visti i pessimi risultati dell’ architettura di chiese in Italia nel postconcilio, ci sembra necessario pubblicare questo libro di Louis Bouyer apparso alla fine del Concilio. Adesso infatti è venuta l’ora di parlare di molte cose riguardanti lo spazio della liturgia senza temere di rivedere decisioni che oggi possono risultare avventate o correggibili. Questo libro indica la necessità di un “oriente”, perché quando non c’è “oriente” lo spazio tende al caos inospitale del tohu wabohu; indica la necessità di uno spazio definito da un asse, uno spazio per l’incontro, un luogo che indichi un cammino dove trovi posto l’evento, un luogo simbolico, uno spazio con dimensioni di vuoto per il silenzio, per il suono, per il “non detto”. La chiesa non dovrebbe essere un aula di scuola, né una sala da spettacolo né un luogo per assemblee sindacali, né uno spazio polivalente... La chiesa deve essere memoria dell’alterità, di ciò che è altrimenti, dunque profezia della trasfigurazione di questo mondo e manifestazione di ciò che appartiene agli eschata. Chi entra in chiesa deve essere portato a incontrare colui che viene cioè il Signore nostro invisibile ma presente (Enzo Bianchi, priore di Bose).