"Amare è, per lungo spazio e ampio fino entro il cuore della vita, solitudine, più intensa e approfondita solitudine per colui che ama". Così scrive Rilke, perché la solitudine non esclude l'amore, anzi permette a questo di costruirsi in verità, oltre un possibile culto dell'amore, oltre l'illusione che la relazione con l'altro possa dispensarci dal renderci consapevoli di noi stessi. I testi qui raccolti trattano da vari punti di vista di questo essenziale esercizio spirituale, e possono offrire spunti affinché nel quotidiano e anche faticoso assumere la propria solitudine, con le sue ambivalenze, impariamo ad aprirci a tutte le dimensioni dell'amore, arrivando a coniugare amore e libertà.
"Attraverso un approccio all'esperienza amorosa descritta con il suo corredo di immense possibilità e ambiguità, l'autore propone profonde riflessioni esistenziali, filosofiche e teologiche sull'esperienza di fede intesa come espressione della vitalità dell'eros. Il volume intesse una serie di "variazioni" che cercano di far lievitare alcune risonanze nascoste nel testo biblico del "Cantico dei cantici", trasformandolo in un'affascinante parabola della vita, del suo significato e dell'incontro con Dio." (card. Gianfranco Ravasi
Una lucida e sapiente analisi della vita di coppia, delle sue sfide e delle sue ricchezze. "Per fare alleanza, per legarsi, si deve essere capaci di slegarsi, di lasciare certi legami antichi. La fiducia di fondo è credere che donandosi si è accolti, accolti non solo dall'altro ma dalla vita, credere che così si entra nella vera vita"
Nella "Lettera sulle tre tappe" Giuseppe Hazzaya, padre siriaco dell.VIII secolo, traccia un sapiente itinerario spirituale, frutto della sua lunga esperienza quale guida di una comunità monastica. Articolato in tre tappe corporea, psichica e spirituale -, il percorso proposto da Giuseppe mostra una profonda conoscenza dell'uomo e di quanto abita il suo cuore: viene così delineato un cammino concreto di fecondità spirituale in vista della comunione con Dio e con gli uomini. L'insegnamento contenuto in queste pagine, allora, pur indirizzandosi in particolare a chi vive l'avventura monastica, si rivela strumento per ogni cristiano.
Silvano scrive con il respiro lento e profondo della preghiera. Scrive con l'audacia di chi spera l.insperabile. Le sue parole esprimono la forza di una speranza senza confini, per ogni uomo, per la creazione intera. Il pianto di Adamo, l'inconsolabile nostalgia di Dio che abita gli abissi del cuore umano, diventa invocazione di un volto, epiclesi allo Spirito santo perché disveli in noi i tratti del volto di Cristo, il Figlio amato, l'inalterata immagine e somiglianza del Padre. Raccolto in un unico volume, il corpus degli scritti a noi pervenuti rappresenta ormai un classico della spiritualità del nostro tempo: appunti e lettere che restituiscono i lineamenti di uno starec reso per grazia somigliantissimo al suo Signore, mite e umile di cuore.
Essere cristiano, così come essere prete, significa esistere per gli altri. Il prete ha bisogno di tempo per 'essere', ha bisogno di tempo per la preghiera e per la conversione. Ha bisogno di tempo per pensare a Dio, a se stesso e agli altri. Più si ha da fare, più si ha bisogno di riservare tempo per Dio.
Per capire e preparare il futuro della vita religiosa nella società contemporanea. L'autore presenta un'analisi delle debolezze e dei punti di forza della vita religiosa, proponendo un nuovo approccio: lo specifico della vita religiosa risiede in un "distacco fecondo", una distanza (realizzata nella preghiera, nella conversione, nella vita comune e fraterna, nel servizio ecclesiale e nell'impegno solidale...) in vista dell'abbandono alla volontà di Dio e dell'attaccamento a una comunità di celibi, capace di generare orizzonti di speranza per la chiesa e per il mondo.
Al di là dei più oscuri rischi dell’esistenza,
quale gioia perfetta procura agli sposi
la prospettiva di un’alleanza eterna!
La felicità degli sposi non ha senso se non quando accende quella dell’altro, degli altri. La felicità così vissuta è certamente mescolata a sofferenze, a delusioni, a fallimenti, ma tutto ciò verifica la qualità di questa gioia. Nella vita di una coppia le prove approfondiscono i fondamenti dell’alleanza e rinsaldano la forza del legame. Non avendo il loro centro di gravità in se stesse, le nozze non costituiscono un circolo chiuso in cui ricondurre tutto agli sposi, ma fanno degli sposi una sorgente di gioia e di fecondità che si estende al resto del mondo.
Jean Bastaire (Chamalières 1927) ha collaborato per vent’anni alla rivista francese Esprit. È da sempre impegnato per il rinnovamento della chiesa e per una lettura cristiana dell’ecologia. Presso le nostre edizioni ha già pubblicato Eros redento (1991).
Accanto all’Agenda ecumenica di Bose proponiamo, in più agile formato, il Calendario ecumenico di Bose 2012 con la sinossi delle festività e delle memorie dei santi delle chiese cattolica, ortodossa, anglicana, le festività e i sabati ebraici, il calendario liturgico del monastero di Bose.
È una possibilità in più per accostarsi alle tradizioni delle chiese cristiane e alla fede del popolo di Israele. E per estendere questa memoria anche agli uomini di altre fedi religiose, abbiamo voluto aggiungere una tavola con le date delle principali ricorrenze islamiche e buddhiste per l’anno 2012.
Per riscoprire, grazie alla riforma conciliare, la più antica tradizione della chiesa nella celebrazione della messa.La riforma liturgica intrapresa da Paolo VI restituisce l?eucaristia a tutto il popolo di Dio: ritornando all?antica celebrazione dei primi secoli, oltre le interpretazioni del medioevo, essa ci ridona la ?messa di sempre? nella semplicità delle sue origini.
L’opera d’arte
deve essere coerente con la liturgia
per partecipare alla concelebrazione
della terra e del cielo,
degli uomini e delle creature tutte.
“Se tutte le creature sono convocate nella liturgia cristiana, se l’assemblea si fa ‘voce di ogni creatura’, anche le arti che sono espressione della creatività dell’uomo devono essere presenti con le loro forze, la loro performance, la loro bellezza. Ma la bellezza è veramente tale se è a servizio della liturgia per rivelare anch’essa, con ciò che essa è, il mistero di Dio. La liturgia ha bisogno dell’arte perché ha bisogno che in essa sia coinvolto tutto l’uomo, anche l’uomo che crea, che trasfigura, che esprime” (Enzo Bianchi).
Dal concilio Vaticano II la chiesa ha riaperto il dialogo con l’arte e pone oggi agli artisti l’esigenza di lavorare in conformità alla liturgia, ma al contempo essa stessa deve lasciarsi porre delle esigenze da loro. Completata la pluriennale riflessione circa i principali elementi dello spazio liturgico, l’VIII Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, ha affrontato il rapporto tra liturgia e arte alla luce della sfida della contemporaneità, riflettendo in che modo sia necessario superare la separazione “tra tempio e museo”.
“Questa Preghiera dei giorni, pur nutrendosi del ricco patrimonio di fede e di preghiera comune alle chiese di oriente e di occidente, si colloca all’interno della grande tradizione liturgica latina, con un particolare riferimento alla liturgia delle Ore monastica, e di questa liturgia conserva la struttura, attingendo per l’eucologia alle sante Scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento e alle diverse liturgie cristiane.”
(dalla Prefazione di
Enzo Bianchi, Priore di Bose)
In questo libro è contenuta, nella prima parte, la preghiera per ogni giorno dell’anno liturgico, suddivisa nei tempi di Avvento, Natale, Quaresima, Settimana santa, Tempo di Pasqua e Tempo ordinario. Seguono le Feste e solennità del Signore, le Celebrazioni dei santi, Liturgie per circostanze particolari e il Lezionario.
Nella seconda parte del libro un lavoro di traduzione, scelta e interpretazione e una sperimentazione nel canto liturgico durati anni, hanno condotto a una nuova traduzione dei Salmi e di novanta Cantici biblici (50 dell’AT e 40 del NT) in uso presso il Monastero di Bose.