In un mondo segnato dalla violenza tra le persone, nei rapporti tra i popoli e le etnie, nei confronti dello stesso ambiente naturale, non serve a nulla fingere di ignorare il problema o attribuirlo genericamente a un'innata aggressività umana. Bisogna invece avere il coraggio di guardare in faccia l'origine di questo demone che alimenta una vera e propria cultura del male e contrastarlo con l'umiltà e la mitezza di cuore. L'autore del libro non si limita a esporre una dottrina, ma la espone con la conoscenza del cuore dell'uomo così da dare la possibilità a ciascun di trarre consigli per la propria vita spirituale.
Nella prospettiva evangelica, il vero potere è quello del Dio crocifisso: un potere che vuole l’alterità dell’altro fino a lasciarsi uccidere per offrirgli la risurrezione. Perciò il potere assoluto s’identifica con l’assoluto del dono di sé, con il sacrificio che comunica la vita agli uomini e fonda la loro libertà.
Olivier Clément, nato in Francia nel 1923, docente di teologia presso l’Institut Saint-Serge di Parigi, da anni dedica la sua vita a sondare le angosce più profonde dell’uomo contemporaneo per discernervi i gemiti latenti dello Spirito.
Da forze buone, miracolosamente accolti qualunque cosa accada, attendiamo confidenti. Dio è con noi alla sera e al mattino e ... in ogni nuovo giorno.
Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), pastore e teologo luterano impic=cato per aver partecipato alla congiura contro Hitler, è considerato uno dei pensatori più fecondi del nostro secolo per la sua ricerca del senso della fede cristiana e per l’autenticità della testimonianza resa a Cristo in mezzo ai fratelli.
Accostandosi a queste meditazioni - tenute in occasione delle diverse festività liturgiche - il lettore non si troverà di fronte a parole, bensì a un'esperienza di fede, a una vita nello Spirito che ripercorre l'itinerario di ogni discepolo, dalla chiamata del Signore alla necessaria risposta di chi ascolta. I temi affrontati da Matta el Meskin abbracciano così l'intera esistenza cristiana e la illuminano con la luce che emana dal Risorto.
Attorno alla domanda fondamentale – Chi è Dio? – ruotano gli interrogativi più scottanti per l’uomo di oggi: È possibile conoscere Dio? Che senso hanno le nostre parole su di lui? Come coniugare Dio e la sofferenza? Domande inquietanti che
François Varillon (1905-1978) – gesuita, docente di lettere e filosofia, autentico rinnovatore dell’intelligenza della fede cristiana – affronta con rigore e precisione, con conoscenza di causa ed equilibrio. Un libro che parla al cuore di ciascuno perché capace di immettere in un testo di alta riflessione, la passione e l’autenticità di una ricerca personale e di un dialogo franco e cordiale con il mondo di oggi. Filosofia, teologia e spiritualità si uniscono senza confondersi per dare al lettore una parola “forte” in grado di narrare la “debolezza” di Dio e la grandezza che attende l’ uomo. L’opera, costantemente riedita in francese, ha ottenuto il Grand Prix catholique di letteratura.
Questa raccolta di saggi, scritti dalla mano sapiente di Renzo Fabris (1929-1991), primo presidente del sidic (organismo per il dialogo ebraico-cristiano), può aiutare in modo decisivo a scoprire quanto profondi siano stati i mutamenti dettati alla teologia cristiana dal riconoscimento del permanere di Israele nella storia. L’autore, ripercorrendo le tappe dell’incontro fra Israele e le chiese nel secolo che volge al termine, analizza criticamente il cammino percorso, senza esimersi dalla responsabilità di suggerire nuove ipotesi di lavoro per il dialogo tra ebrei e cristiani. Emerge così da queste pagine la convinzione che l’unità fra i due popoli già sussiste nella mano di Dio, in modo misterioso. Tuttavia, suggerisce Fabris, solo lasciando crescere la loro capacità di ascolto e di amore gli uni per gli altri, i figli d’Israele e i figli della chiesa potranno giungere, dopo duemila anni di incomprensioni, a quella riconciliazione nella differenza la cui importanza e urgenza per l’ umanità intera nessuno può negare.
L’autore presenta con la consueta sapienza e profondità la dottrina spirituale di Evagrio Pontico sull’acedia, quel male oscuro che rode e svuota di significato ogni gesto del cristiano. Un “demone” che assale non solo il monaco del deserto, ma ogni uomo che si interroga sul “senso del senso” della vita. Mentre stava stendendo queste pagine, alcuni giovani – ignorando completamente il significato del termine acedia – chiesero all’autore su cosa stesse lavorando. Lette loro alcune parole di Evagrio – monaco e padre spirituale vissuto nel deserto egiziano nel iv secolo – i giovani esclamarono stupiti: “Ma questo è il male del nostro tempo! Cosa si può fare per contrastarlo?”. Questo libro tenta una risposta che parli al cuore di ogni credente per ridargli speranza e fiducia in ciò che attende l’umanità tutta.
Gabriel Bunge, eremita di grande discernimento spirituale, profondo conoscitore di Evagrio e dei padri del deserto, ma soprattutto uomo di intensa preghiera, vive in un eremo nel Canton Ticino. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Vino dei draghi e pane degli angeli, La paternità spirituale e Vasi di argilla.
Dopo Comunione nell’amore, itinerario di vita cristiana al ritmo dell’anno liturgico, e Consigli per la preghiera, “lettera aperta” a chiunque voglia accostarsi all’arte del dialogo con Dio, ecco l’opera che possiamo considerare il frutto maturo dell’intera vita di Matta el Meskin, padre spirituale del monastero di San Macario in Egitto: vita di intimità con il Signore e di conoscenza del cuore dell’uomo, nutrita alla fonte della parola di Dio e della testimonianza dei padri della chiesa. Queste pagine, stese nel corso di cinquant’ anni di solitudine e comunione nel deserto, conducono per mano il lettore fino alla soglia dell’ineffabile incontro faccia a faccia con il Signore, per animarne il cammino alla luce della fede. Frutto di lunghe ore di preghiera, proprio per questo divengono a loro volta seme fecondo per la vita interiore di ogni uomo: a pregare, infatti, si impara pregando.
“La vita di Antonio divenne un vangelo vivente e splendente, perché egli non deviò mai dalla meta prefissata: obbedire alla volontà del Signore”. Così Matta el Meskin presenta quell’asceta “secondo il vangelo” che fu il padre dei monaci, non solo nell’ Egitto del iv secolo, ma in tutta la tradizione d’ oriente e d’occidente. E di questa radicalità evangelica sono permeati gli scritti che di Antonio possediamo. Vengono qui pubblicate per la prima volta in italiano le venti lettere di Antonio trasmesseci dalla tradizione araba: da esse emerge la figura di un uomo animato dallo Spirito, docile alla parola del Figlio, sottomesso al Padre, un uomo capace di attirare a sé discepoli e di generarli a Cristo. In queste lettere si avverte la presenza dello Spirito di fuoco che, quando pone la sua dimora nel credente, gli infonde “notte e giorno una gioia celeste tale che, pur essendo ancora nel corpo, questi sarà come chi è nel Regno”.
Allora “il Signore aprì la bocca dell’asina di Balaam, e l’asina disse ...”. Nel nostro mondo senza tenerezza, avessimo almeno la grazia di udire la voce dell’asina.
Paolo De Benedetti docente di Giudaismo alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano e all’Istituto di Scienze religiose dell’Università di Urbino, ha pubblicato presso le nostre edizioni Ciò che tarda avverrà.