L'occhio del Profeta Isaia sugli eventi della storia.
Intende aiutare studenti e docenti e fornire, a titolo di sussidio didattico, un repertorio di indicazioni bibliografiche, di note introduttive essenziali e di testi al fine di consentire l'accostamento diretto alle fonti.
Un libretto di riflessione e di preghiera per prepararsi al Natale.
L'opera presenta una proposta articolata di sintesi per la Teologia fondamentale nel contesto della problematica contemporanea.
Dalla quarta di copertina:
L'opera presenta una proposta articolata di sintesi per la Teologia fondamentale nel contesto della problematica contemporanea.
Dopo il "Congresso internazionale di teologia fondamentale" (Roma 1995), dove si è delineata una grande convergenza tra due importanti scuole di Teologia fondamentale: la scuola di Tubinga (Germania), e quella dell'Università Gregoriana (Roma); e dopo la pubblicazione dell'Enciclica di Giovanni Paolo II, Fides et ratio (1998), che incide anche su una impostazione della Teologia fondamentale, il prof. Salvador Pié-Ninot ha ripreso e rielaborato il suo trattato di teologia fondamentale, il più diffuso nell'ambito di lingua spagnola, proponendo questa nuova opera aggiornata ed interamente rinnovata.
Dopo l'introduzione sull'identità attuale della Teologia fondamentale, la trattazione procede con un capitolo sull'adagio "conosci te stesso", che porta a concepire la credibilità come proposta di senso, teologica, storica e antropologica. I tre capitoli seguenti si concentrano sulle tematiche: Rivelazione, Cristologia fondamentale e Ecclesiologia fondamentale, in un costante dialogo tra i dati della fede e le interpellazioni del pensiero contemporaneo, moderno e postmoderno. La trattazione evidenzia punti di attualità molto significativi, come: il valore filosofico della Rivelazione; la categoria di "universale concretum"; la "Third Quest"; il "luogo" della Chiesa nella fede; e le nuove questioni concernenti il Magistero ecclesiastico.
L'opera si orienta in definitiva verso la categoria della testimonianza come segno ecclesiale della credibilità, perché sia reso possibile in nuove forme e per il nostro mondo il "dare ragione della speranza" (1 Pt 3,15).
Viviamo un momento della storia ecclesiale felicemente caratterizzato da una ritrovata centralità della parola di Dio nella vita spirituale dei credenti. I volumi di questa collana suggeriscono un percorso di lectio divina: preghiera di antichissima tradizione, che si rivela quanto mai viva e attuale anche oggi per il popolo cristiano. Sono uno strumento concreto - agile ma allo stesso tempo rigoroso, semplice ma ricco di contenuti - che aiuta a seguire un piano di lettura meditata della Sacra Scrittura, che insegna a gustare i testi biblici proposti dalla liturgia lungo lo svolgersi dell'anno liturgico. Lo fanno guidando il lettore nelle classiche tappe della lectio, della meditatio, dell'oratio, della contemplatio e dell'actio. Queste pagine abbondano di brani antologici tratti dai grandi commenti che i Padri ci hanno lasciato sulla Scrittura, e per ogni giorno (festivo e feriale) accanto ad essi riportano gli insegnamenti dei santi e degli interpreti moderni della storia umana. Un sussidio completamente nuovo, frutto della collaborazione di diverse competenze: i numerosi autori sono esperti nel campo dell'esegesi, della liturgia e della spiritualità, rappresentanti di diverse sensibilità culturali e spirituali. Il loro impegno comune è quello di convergere tutti insieme verso una spiritualità biblica, sia personale sia comunitaria, che si incarni nella vita degli uomini e delle donne di oggi.
IL LIBRO PROPONE SOTTO UNA NUOVA LUCE DIVERSI RACCONTI DELLA CREAZIONE PIU`O MENO NOTI, RISCOPRENDO ANCHE LA PECULIARITA DEL RACCONTO CHE COMUNICA OLTRE A UN MESSAGGIO, ANCHE USI, COSTUMI, DEL POPOLO CHE LO CREA. Nella prima parte il libro analizza i primi undici capitoli della genesi e precisamente: i racconti della creazione del mondo, del paradiso e della caduta ...., riletti spesso in una luce completamente nuova. Nella seconda parte, dop o alcune riflessioni basilari, il lettore potra gustare i diversi generi di racconti di creazione, provenienti dall'asi a, dall'australia, dall'amer ica, dall'africa e dall'euro pa, in una sorta di quadri di una esposizione, che annovera il rig veda, l'enuma elish, v ari miti e leggende, la teogonia di esiodo, l'edda e il kal ivala. Nella terza par te, infine, si analizzano gli approcci scientifici dell'ini zio, mettendo in atto una comparazione fra creazione ed evoluzione. Il libro si con clude con un epilogo che propone due racconti sulla terra, narrati dagli amerindi contemporanei del brasile e del nordamerica. Puo`ricco di pro fonde intuizioni e di notevole erudizione, il libro e`scritto in modo accattivante e abbraccia una vasta gamma di materiale, che la biblista olandese padroneggia con estrema competenza.
Una lectio divina sull’inno alla carità, caratterizzata dalla costante presenza di testi di san Francesco di Sales a commento delle parole ispirate di san Paolo. Come quest’ultimo, anche il grande vescovo e dottore della Chiesa ha una visione totalizzante dell’amore. E sa coglierne i diversi aspetti guardando sempre alla loro fonte prima e perenne, il Dio trinitario.
La carità non è solo necessaria per piacere a Dio e al prossimo, ma è anche indispensabile per la vita quotidiana del semplice cristiano, dell’apostolo, del missionario.
Dalla quarta di copertina:
Questa lectio divina sull’inno paolino alla carità (1 Cor 13) è caratterizzata dalla costante presenza di testi di san Francesco di Sales (1567-1622): una sorta di antologia degli scritti del grande vescovo e dottore della Chiesa, a commento delle parole di san Paolo.
Come Paolo di Tarso, anche Francesco di Sales ha una visione globale e totalizzante dell’amore: lo sa cogliere nella sua fonte prima e perenne, al punto che i suoi vari aspetti risultano essere nient’altro che i variopinti petali di un unico fiore. Per i due Maestri la carità non solo è necessaria per piacere a Dio e al prossimo, ma è indispensabile anche per la normale vita quotidiana, oltre che per l’azione apostolica e missionaria.
A proposito di quest’ultima, a chi gli chiedeva come riconquistare la sede vescovile di Ginevra, il giovane prevosto Francesco di Sales nel suo primo discorso rispose in modo sorprendentemente chiaro: «Non vi propongo né ferro né polvere di zolfo; ma con la carità bisogna scuotere i muri di Ginevra, con la carità bisogna invaderla, con la carità bisogna ricuperarla».